CO2, DA PROBLEMA A RISORSA DEL FUTURO: Possiamo essere sicuri che la risorsa CO2 prima o poi diventerà un fattore economico rilevante. Le aziende di tutto il mondo stanno già sviluppando nuove tecnologie e idee commerciali intorno ai prodotti a base di CO2. Sfruttare il potenziale di queste idee richiede non solo il sostegno politico, ma anche l’accettazione da parte della società nel suo complesso. I progetti necessitano di finanziamenti pubblici nell’interesse degli attori privati.

Ecco un articolo pubblicato per la prima volta nel 2014, che all’epoca suonava piuttosto astruso. Oggi sembra essere stata una previsione e una valutazione abbastanza realistica.  CO2 PETROLIO DEL FUTURO. VOLTIAMO PAGINA!?

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Sulla base dell’esperienza di progetti italiani e di altre iniziative in corso nell’Unione europea e nel Regno Unito, Eni passerà a progetti a livello mondiale per puntare alla riduzione del’impronta di carbonio della produzione gas. «L’obiettivo – conclude l’ad Eni, secondo quanto riporta il sito dell’agenzia di stampa Dire è quello di riiniettare dalle ulteriori iniziative internazionali più di 5 milioni di tonnellate di CO2 l’anno per una capacità generale da 10 milioni di tonnellate l’anno».

Fonte: Global CCS Institute, 2018 

Nota: la dimensione dei cerchi è proporzionale alla capacità di assorbimento della CO2 

La nascita della cattura e dello stoccaggio della CO2 risale a più di 45 anni fa. Il primo impianto CCS su larga scala (1972) fu quello denominato Val Verde, situato presso un giacimento petrolifero del Texas. Il principale driver del suo sviluppo è stato l’enhanced oil recovery (EOR), una tecnica che consente di migliorare il recupero di petrolio nei giacimenti maturi. La CO2 viene iniettata nel sottosuolo al fine di estrarre maggiori quantità di petrolio per poi essere immagazzinata in maniera permanente nei pori che precedentemente contenevano gli idrocarburi. Questo ha fatto che sì che, almeno nella sua fase iniziale, l’EOR costituisse l’unico incentivo commerciale per la diffusione della CCS.   VEDI QUI 

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LA NOTIZIA

“A Ravenna nascerà il più grande centro al mondo di cattura e stoccaggio di Co2”. L’annuncio arriva dal presidente del consiglio, Giuseppe Conte, in conferenza stampa al termine degli Stati generali, che serviranno a definire le politiche italiane per il rilancio post-lockdown. “Sul pilastro della transizione energetica – ha spiegato il premier – è stato molto apprezzato il nuovo progetto “Impresa 4.0 Plus” (progetto di Eni che ha tra gli obiettivi la decarbonizzazione e il maggior sviluppo di parchi fotovoltaici ed eolici, ndr) per rendere strutturali tutti gli incentivi e le agevolazioni alle imprese digitali e green. A Ravenna avremo l’energia blu e l’idrogeno integrati”. 

Il progetto

Finito in pausa Covid, il piano Eni per l’Italia è infatti pronto a ripartire, e l’estate ormai alle porte si annuncia piuttosto movimentata. A cominciare dal progetto che punta a fare di Ravenna, ormai frenata dal decreto “blocca-trivelle”, un polo per lo stoccaggio di Co2. L’ad di Eni Claudio Descalzi lo aveva scritto ai dipendenti agli inizi di maggio, pochi giorni prima di essere riconfermato per il terzo mandato alla guida del gruppo: “La crisi ci porta anche a guardare allo sviluppo di nuove filiere domestiche, a partire dalla valorizzazione dei nostri asset esistenti in Italia. Il rilancio di alcuni filoni domestici avrebbe un chiaro impatto positivo sull’occupazione”. Le parole di Descalzi richiamano il progetto più rapido tra quelli previsti nel piano al 2050. Nell’hub di Ravenna sarà possibile convogliare nei campi a gas ormai esauriti dell’offshore adriatico la Co2 catturata dai siti industriali e di generazione elettrica da gas.

“La Carbon capture and storage (la tecnica di confinare l’anidride carbonica sottoterra, ndr) in Italia ha un’opportunità unica nell’area di Ravenna, grazie alla combinazione tra giacimenti offshore esauriti con infrastrutture ancora operative, insieme a centrali elettriche sulla terraferma unitamente ad altri impianti industriali nelle vicinanze. Opportunità unica perché le possibilità di stoccaggio sono enormi, tra 300 e 500 milioni di tonnellate”, spiega Descalzi in un video di presentazione del piano strategico di lungo termine al 2050 che punta a una massiccia decarbonizzazione della produzione. Capacità di stoccaggio dell’anidride carbonica nei giacimenti di metano esauriti al largo di Ravenna “enormi”, quindi, e “questo livello – spiega Descalzi – accoppiato al riutilizzo di strutture esistenti e alla vicinanza impianti che emettono, ci permette di mantenere i costi molto competitivi”.

Il tutto permetterebbe, in teoria, di compensare i contraccolpi occupazionali legati alle limitazioni delle estrazioni di gas decise nel nostro Paese, consentendo inoltre il parziale riutilizzo delle tubazioni già esistenti. Ciò detto, “contiamo di terminare gli studi tecnici e le necessarie verifiche del quadro regolatorio per il 2025 e poi passare all’esecuzione”, precisa l’ad del ‘cane a sei zampe’.

Il sindaco: “Bene, ma serve un programma chiaro e ben definito”

“La dichiarazione di Conte ci fa molto piacere e siamo pronti ad accogliere tutte le opportunità, ma servono serietà e progetti concreti – commenta il sindaco Michele de Pascale – Ravenna, con il suo altissimo know-how, le infrastrutture, le tecnologie, le competenze e le relazioni acquisite in oltre 60 anni di esperienza nella filiera energetica e dell’economia circolare, può candidarsi a rappresentare l’hub italiano della green energy, un riferimento all’avanguardia nel mondo, ed è pronta a cogliere la sfida, ma chiediamo al governo un programma chiaro e ben definito, ascolto del territorio e un coinvolgimento serio e strutturato degli stakeholder nel processo decisionale. Non a caso qui è la sede di Omc e Rem, eventi internazionali sui temi dell’energia e della green economy che attirano decine di paesi partecipanti da tutto il mondo e già da diversi anni lavoriamo in coordinamento tra istituzioni, attività economiche e sindacali per fare di Ravenna un polo tecnologico di ricerca e produzione di energia sostenibile, nell’ottica di una graduale decarbonizzazione e transizione energetica. Su questo continuiamo a chiedere al Governo un progetto chiaro che tuteli il lavoro e non favorisca solo le importazioni di gas naturale dall’estero”.

Bonaccini: “Un progetto altamente innovativo”

“Si tratta di un progetto altamente innovativo in campo energetico e ambientale, che va nella direzione della sostenibilità e di una riconversione produttiva che guarda a quella che per noi è una priorità: la green economy. Ne esce rafforzato ulteriormente il nostro obiettivo di arrivare entro pochi mesi a siglare con tutte le parti sociali in Emilia-Romagna un nuovo Patto per il lavoro e per il clima”. E’ il commento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, e dell’assessore regionale allo sviluppo economico e green economy, Vincenzo Colla. “Il piano di Eni per la decarbonizzazione, attraverso la cattura e lo stoccaggio di Co2 con lo sfruttamento dei giacimenti esauriti di metano al largo di Ravenna, è un esempio di come l’economia circolare possa diventare un volano di sviluppo e di occupazione per il territorio e il Paese. L’Emilia-Romagna è nelle condizioni di porsi come hub internazionale della transizione verso la green economy, attraverso l’innovazione tecnologica e lo sviluppo sostenibile, in Europa e nel mondo. Potendo contare sul ‘fare sistema’ tra istituzioni, parti sociali, operatori privati nei territori e le grandi professionalità che qui sono presenti, a partire proprio dal comparto ravennate dell’energia”.

Di Maio: “Una straordinaria opportunità”

“Ho ascoltato la conferenza stampa del presidente Conte al termine delle consultazioni con tutte le categorie economiche, sociali e culturali – commenta il deputato romagnolo Marco di Maio – Ho trovato di grande importanza per l’Italia e la Romagna l’idea di realizzare a Ravenna il più grande centro mondiale di cattura e stoccaggio di Co2. Un investimento sul futuro del Paese e una straordinaria opportunità per la nostra terra. Ora subito al lavoro per dare concretezza a questo piano”.

Margotti: “Ravenna ha tutte le carte in regola per cogliere questa sfida”

“Siamo molto soddisfatti e auspicavamo da tempo la conferma per la realizzazione del centro di stoccaggio di Co2, il più diffuso dei gas serra responsabili dei cambiamenti climatici, a Ravenna, conferma arrivata domenica dal presidente Conte – commenta il consigliere Pd Lorenzo Margotti – Ravenna ha tutte le carte in regola per cogliere questa sfida e credere nel percorso di transizione energetica, che saremo in grado di mettere a disposizione di tutto il nostro Paese. A conferma di ciò è utile ricordare le due importanti manifestazioni che si svolgono a Ravenna, Rem e Omc, che già da diversi anni pongono in evidenza le nuove sfide legate all’energia. Dentro a questo progetto serve il coinvolgimento di tutto l’indotto ravennate, un grande patrimonio di professionalità, tecnologia e specializzazione riposto nei lavoratori e nelle imprese del distretto energetico”.

Bessi: “Siamo all’altezza della sfida”

“Abbiamo lavorato alacremente in questi anni – dichiara il consigliere regionale Gianni Bessi – affinché Ravenna e l’Emilia-Romagna con l’ecosistema industriale, le relazioni e le competenze che hanno saputo creare potessero diventare il polo tecnologico a livello europeo e mondiale per l’energia sostenibile. Il mix di gas naturale e fonti rinnovabili, il recupero e riciclo dei materiali e le nuove tecnologie sono una sfida che l’Italia non può perdere, e la nostra città e la nostra regione possono essere al centro della transizione energetica. Un grande lavoro è stato presentato in questi anni dalla manifestazione Omc, con Eni e insieme all’imprenditoria locale, al nuovo hub portuale e alle amministrazioni. Siamo all’altezza della sfida dell’economia circolare. del new green deal europeo”.

FONTE http://www.ravennatoday.it/cronaca/piu-grande-centro-stoccaggio-co2-ravenna-conte.html

La tecnologia

Nel mondo CCS – “Carbon Capture and Storage” e CCU – “Carbon Capture and Utilization” abbiamo diversi progetti in corso, seguiti dal Centro Ricerche di San Donato Milanese e dal Centro Ricerche per le Energie Rinnovabili e l’Ambiente di Novara. Per la fase di “Capture” stiamo sviluppando sistemi che utilizzano liquidi ionici, più efficienti di quelli convenzionali basati sulle ammine. Per lo “Storage”, stiamo impiegando un approccio integrato per gli studi di cattura, trasporto, interazioni tra fluido e roccia e monitoring per lo stoccaggio geologico della CO2. Più complesso il ventaglio di tecnologie che stiamo sviluppando per la “Utilization”: qui i principali progetti riguardano la biofissazione su microalghe e la conversione a metanolo. Altre linee di ricerca sono dedicate a metodi per utilizzare la CO2 nella produzione di polimeri (come policarbonati) e per fissarla chimicamente in residui dell’industria mineraria, ottenendo materiali per l’edilizia. Un progetto di più ampio respiro, inoltre, punta a catturare la CO2 direttamente a bordo dei veicoli. FONTE https://www.eni.com/it-IT/attivita/gestione-anidride-carbonica.html  

La Cina Cerca La Padronanza Della Cattura E Dello Stoccaggio Del Carbonio – – Salute – 2020

 

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