L’Istituto di Ingegneria Chimica di Tuzla, in Croazia, ha indagato sulla cosiddetta “pioggia di sangue” in Bosnia, nel marzo di quest’anno, e i risultati ora pubblicati sono scioccanti.

Questo paradosso meteorologico, definito dai media “saluti impetuosi dal deserto”, non è stato osservato solo in Bosnia, ma si è esteso a tutta l’Europa. 

Molti di noi ricorderanno probabilmente con un brivido la mappa meteorologica color rosso sangue presentata in tutti i “meteo show” alla fine di marzo di quest’anno.

Il fenomeno è stato presentato come un fenomeno meteorologico straordinario. I cieli rosso sangue durante il crepuscolo anche sulla Germania e i cirri densi e molto alti di questi giorni sono stati definiti semplicemente “il risultato di un evento meteorologico straordinario” dal mainstream.

I media statali hanno definito “alte concentrazioni di polvere sahariana nella troposfera”. È stato inoltre spiegato che “è molto raro che quantità così grandi di polvere vengano trasportate dal Sahara fino all’Europa settentrionale”.

Nella regione spagnola dell’Andalusia sono stati misurati valori record fino a 3700 microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria. Anche sopra la stazione meteorologica di Hohenpeißenberg, in Baviera, la concentrazione era ancora di 170 microgrammi, più di tre volte il limite di 45 microgrammi raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) come ancora ” salubre”.

Tuttavia, le misurazioni si sono basate esclusivamente sulla concentrazione di polvere nell’aria, senza approfondire la “consistenza” delle particelle di polvere e senza analizzarle.

L’analisi mostra che “non si tratta di normale polvere sahariana”.

Ora, l’istituto bosniaco si era preso la “briga” di sottoporre questa presunta polvere del Sahara a un’analisi precisa. Si potrebbe pensare che i “Balcani” siano sempre stati “ribelli”, non si lasciano ingannare facilmente.

I risultati dell’analisi sono indubbiamente allarmanti; la presunta polvere sahariana caduta sull’Europa non sarebbe una “polvere normale”, come hanno dimostrato i risultati. Mostra un carico di inquinanti 1000 volte superiore rispetto alla polvere del Sahara.

La composizione esatta degli inquinanti è elencata nel video con sottotitoli in inglese.

FONTE

Le tempeste di sabbia pullulano anche di batteri,virus, funghi… 

Il dottore in Scienze Fisiche Eugenio Mojena López, assessore del Centro dei Pronostici dell’Istituto di Meteorologia e un prestigioso investigatore di questo tema, ha detto a Granma che le nubi di Polvere del Sahara sono generate dalle tormente di  sabbia e polvere del deserto del Sahara e del Sahel, che possono raggiungere altezze da tre a sette chilometri, avanzano ANCHE in direzione ovest. Per il flusso dei venti alisei, propagandandosi sul’oceano Atlantico sinoal mare dei Caraibi, Cuba, il sudest degli Stati Unidos, México y Centroamérica.
Vengono cariche di materiali in particole  PM 10 e PM 2,5 altamente nocive per la salute umana, e contengono anche minerali come ferro, calcio, fosforo, silice e mercurio, assieme a virus, batteri, funghi,acari patogeni, stafilococchi  e contaminanti organici persistenti. VEDI ANCHE Batteri del Sahara trovati sulle Alpi (2017)

LE POLVERI DEL DESERTO: NON SOLO COREOGRAFIA, MA IMPATTO SU CLIMA E SALUTE

INVASIONE di Sabbia dal Sahara il 22-25 giugno. Ma a chi IMPORTA?

Evento degno di nota solo in presenza di pioggia secondo il colonello Giuliacci. Siamo sicuri?

 

 

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GARP Atlantic Tropical Experiment, uno dei più importanti esperimenti meteorologici nella storia

Nel 1967, sotto l’egida dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM), è iniziato il programma di vigilanza meteorologica mondiale per l’osservazione dei fenomeni atmosferici nel mondo e per lo scambio e l’elaborazione dei dati. Nel 1970, con il patrocinio dell’OMM e dell’ICSU (International Council of Scientific Unions), si è dato il via a un programma di ricerca sull’atmosfera del globo (GARPGlobal Atmospheric Research Program) (4).

Una tappa del programma è stata chiamata GATE (acronimo di GARP Atlantic Tropical Experiment). In una massiccia operazione si studiarono i venti che soffiavano la polvere dal deserto del Sahara oltre l’oceano e i conseguenti cambiamenti significativi nel tempo.

I ricercatori del GATE erano interessati ai movimenti dei cluster di temporali al largo della costa dell’Africa occidentale durante la stagione dei monsoni ed il loro organizzarsi in tempeste tropicali e uragani. Lo scopo dell’esperimento GATE era di comprendere l’atmosfera tropicale e il suo ruolo nella circolazione globale dell’atmosfera.

Nell’estate del 1974 è stato messo in atto il primo grande esperimento del programma di ricerca atmosferica globale nell’Oceano Atlantico dall’Africa al Sud America. Un lavoro di portata internazionale: 39 navi e 13 aerei di 72 nazioni erano schierati a Dakar, in Senegal. L’esperimento ha coinvolto scienziati di tutto il mondo: ingegneri, tecnici, piloti, capitani di navi, specialisti di logistica, esperti di computer, così come i responsabili politici di alto livello da parte delle agenzie di scienza e ministeri di un gran numero di paesi (OMM e Consiglio internazionale delle Unioni scientifiche).
Il primo esperimento ha avuto luogo da giugno a settembre del 1974. Gli esperimenti esaminavano le linee di groppo africani, utilizzando immagini satellitari per la stima delle precipitazioni sopra la zona GATE. Erano coinvolti 6 satelliti terrestri meteorologici, 65 boe oceanologiche e circa 200 stazioni terrestri. Lo scopo era l’osservazione dettagliata della fascia tropicale degli oceani, specialmente dell’Oceano Atlantico, per studiare quantitativamente gli scambi di energia tra atmosfera e oceano in una zona di determinante interesse per il clima del pianeta.

Qui il rapporto conclusivo originale:

http://docs.lib.noaa.gov/noaa_documents/NOAA_related_docs/WMO/GATE_Report_Salinity_Intercomparison.pdf

 

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