A questo punto,  vari attori stanno orchestrando il caos climatico in vari modi e a diversi livelli.

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Make Sunsets ha affermato di aver iniziato a rilasciare, nell’atmosfera terrestre, alcune particelle di zolfo nel tentativo di modificare il clima

di Giulia Favetti pubblicata il 27 Dicembre 2022, alle 18:30 nel canale SCIENZA E TECNOLOGIA

Sono tante le cose per cui l’anno 2022 verrà ricordato.

Una riguarderà l’iniziativa, e più ancora la rivendicazione, della Make Sunsets di aver lanciato alcuni palloni meteorologici per il rilascio, nella stratosfera, di particelle di zolfo riflettenti.

Parliamo di geoingegneria, ovvero la branca della scienza orientata a modificare deliberatamente e scientemente il clima del nostro Pianeta, riflettendo più luce solare nello spazio.

Quello che Make Sunsets sostiene di aver fatto, rilasciando micro particelle di zolfo nell’aria, andrebbe ad imitare un processo naturale che si verifica in seguito a grandi eruzioni vulcaniche.

Ma questo è tutto estremamente teorico.

Nella realtà, la maggior parte degli scienziati che si occupano di contrastare il cambiamento climatico, si sono astenuti dall’effettuare esperimenti di geoingegneria all’aperto, anche su piccola scala, perché il rischio di peggiorare le cose è estremamente elevato.

Ad esempio, spruzzare zolfo e particelle simili – come affermato da Make Sunsets – in quantità sufficienti potrebbe potenzialmente facilitare il riscaldamento globale.

Anche gli effetti collaterali di tali iniziative, se fatte su larga scala, potrebbero essere pericolosi: gli impatti di tali interventi potrebbero essere peggiori in alcune regioni rispetto ad altre, scatenando conflitti geopolitici.

Prima di addentrarci nella vicenda, che per adesso è alimentata da vari botta e risposta fra Luke Iseman, cofondatore e CEO di Make Sunsets, e altri scienziati, cerchiamo di ricostruire la cronologia degli eventi.

Aprile 2022.

Luke Iseman effettua due lanci sperimentali di palloni meterologici da un sito in Messico, precisamente nella Baia California, senza alcun impegno pubblico o controllo scientifico.

Secondo la sua stessa descrizione, questi primi due lanci di mongolfiere furono molto rudimentali e avvennero mesi prima che Make Sunsets fosse costituita [ndr, la start up è stata fondata in ottobre].

Iseman afferma di aver pompato alcuni grammi di anidride solforosa i palloni meteorologici e di aver aggiunto quella che secondo lui sarebbe stata la giusta quantità di elio per trasportarli nella stratosfera, aspettandosi che sarebbero esplosi a causa della pressione a quell’altitudine, rilasciando le particelle.

Otto mesi dopo non è ancora chiaro cosa sia accaduto, dove siano finiti i palloni o quale impatto abbiano avuto le particelle, perché a bordo delle mongolfiere non c’erano apparecchiature di monitoraggio.

Iseman ha riconosciuto di non aver richiesto alcuna approvazione da parte delle autorità governative o delle agenzie scientifiche, in Messico o altrove, prima di questi due lanci.

“Questo [esperimento] rientrava di diritto nel territorio del progetto scientifico” ha spiegato “Fondamentalmente, era per confermare che potevo farlo”, ha candidamente aggiunto.

Ottobre 2022.

Iseman co-fonda e diventa CEO della Make Sunsets che dichiara apertamente, nella home page del proprio sito, non solo di voler portare avanti programmi pratici di geoingegneria, ma di averlo già fatto e di poter vendere “crediti di raffreddamento”.

Dicembre 2022.

Il 24 dicembre la MIT Technology Review pubblica l’articolo A startup says it’s begun releasing particles into the atmosphere, in an effort to tweak the climate dopo aver raccolto quanti più dati possibili sulla vicenda, e le opinioni di diversi esperti del settore.

Il sentimento prevalente è un insieme di sgomento e condanna verso quanto compiuto da Iseman.

“Lo stato attuale della scienza non è abbastanza solido… né per rifiutare, né per accettare [ndr la geoingegneria] figuriamoci per implementare” ha scritto Janos Pasztor, direttore esecutivo della Carnegie Climate Governance Initiative, in una e-mail, in riferimento alla vicenda Make Sunsets.

L’iniziativa, sostiene Pasztor, richiede la supervisione della geoingegneria e di altre tecnologie che alterano il clima, da parte di governi, accordi internazionali o organismi scientifici.

“Andare avanti con l’implementazione in questa fase è una pessima idea”, ha aggiunto, paragonando quanto compiuto da Iseman alla decisione dello scienziato cinese He Jiankui di utilizzare CRISPR per modificare il DNA di embrioni umani mentre la comunità scientifica stava ancora discutendo la sicurezza e l’etica di fare un tale passo. (Per saperne di più su questa vicenda, potete leggere gli articoli di Nature a riguardo: “Genome-edited baby claim provokes international outcry“CRISPR-baby scientist fails to satisfy critics e Ten ways in which He Jiankui violated ethics”).

Shuchi Talati, uno studioso molto attivo nel campo della geoingegneria solare, afferma che le azioni di Make Sunsets potrebbero ostacolare il progresso scientifico del settore, riducendo i finanziamenti, attenuando il sostegno del governo per la ricerca affidabile e accelerando le richieste di restrizione nel campo di studio.

Alcuni osservatori hanno rincarato la dose tracciando parallelismi tra Make Sunsets e un incidente, avvenuto dieci anni fa, in cui un imprenditore americano avrebbe versato un centinaio di tonnellate di solfato di ferro nell’oceano. L’idea era generare una fioritura di plancton che potesse sia sfamare le popolazioni di salmoni locali, sia assorbire biossido di carbonio dall’atmosfera.

Il timore è che quanto compiuto da Iseman ad aprile, essendo piuttosto semplice da replicare, quantomeno a un livello base, potrebbe paventare il pericolo di atti simili compiuti da persone non esperte e non fornite di adeguata preparazione scientifica, materiali e metodologia.

Governi e Autorità di controllo potrebbero quindi stabilire regole estremamente rigide e limitanti nell’ambito della geoingengneria solare, rallentandone lo sviluppo.

A tale proposito Pasztor e altri scienziati hanno sottolineato come la Make Sunsets abbia reso evidente la necessità di stabilire un’ampia supervisione e regole chiare per una ricerca responsabile nella geoingegneria, volta a determinare se o in quali condizioni dovrebbe esserci una licenza sociale per andare avanti con gli esperimenti o oltre.

L’opinione della start up è diametralmente opposta e a metà strada fra il serio e il faceto.

Da una parte la compagnia sta già tentando di guadagnare entrate dagli effetti di raffreddamento dei voli futuri, mettendo in vendita “crediti di raffreddamento” a 10 dollari cadauno per il rilascio di un grammo di particelle nella stratosfera, abbastanza – afferma – per compensare l’effetto di riscaldamento di una tonnellata di carbonio per un anno.

“Quello che voglio fare, francamente, è creare tutto il raffreddamento il più rapidamente possibile, in modo responsabile, per il resto della mia vita”, ha sostenuto Iseman, aggiungendo in seguito che distribuiranno, nel 2023, tanto zolfo quanto il numero di clienti che “possiamo convincere a pagarci”.

La società afferma di aver raccolto 750.000 in finanziamenti da Boost VC e Pioneer Fund, e che i suoi primi investitori hanno anche acquistato crediti di raffreddamento.

Le due società di venture capital non hanno risposto alle domande della MIT Technology Review a riguardo.

Anche queste affermazioni, tuttavia, hanno suscitato scetticismo nella comunità scientifica; diversi ricercatori con cui ha parlato la MIT Technology Review hanno condannato lo sforzo di commercializzare la geoingegneria in questa fase iniziale, ancora terribilmente immatura.

Anche alcuni potenziali investitori e clienti, una volta esaminate le proposte dell’azienda, hanno affermato che non si tratterebbe di uno sforzo scientifico serio o di un business credibile, ma piuttosto di un modo per attirare l’attenzione.

Anche negativamente. Luke Iseman, di suo, non ha affatto smentito questa impressione: “we joke slash not joke that this is partly a company and partly a cult…” che potremmo liberamente tradurre in “scherziamo, ma forse no, sul fatto che questa sia un po’ un’azienda, un po’ una setta”.

Il CEO ha riconosciuto che quanto fatto è stato in parte imprenditoriale e in parte provocazione, un atto di attivismo geoingegneristico e spera che andando avanti la startup contribuirà a guidare il dibattito pubblico e a far avanzare un campo scientifico. “Farmi sembrare il cattivo di Bond sarà utile per certi gruppi…” ha ribattuto “… ma è moralmente sbagliato, secondo me, per noi non farlo”.

L’importante, ha sostenuto, è “farlo nel modo più rapido e sicuro possibile” aggiungendo come il cambiamento climatico sia una minaccia così grave, e il mondo si sia mosso così lentamente per affrontare il problema di fondo, che ora sono necessari interventi più radicali.

FONTE: https://www.hwupgrade.it/news/scienza-tecnologia/manipolazione-climatica-una-start-up-afferma-di-aver-gia-iniziato-a-farla_112842.html

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