LE RADIAZIONI 5G FANNO MALE, 170 SCIENZIATI PER LA MORATORIA
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Il 5G fa male alla salute?
Questa è la domanda alla quale esperti e amministratori cercano di dare risposta, e com’era facile prevedere ad oggi non si è ancora arrivati ad un parere univoco. Anche noi, lo scorso anno, avevamo affrontato il discorso ma più le reti di nuova generazione si diffondono in Europa e nel resto del mondo, più cresce la preoccupazione di chi vuole saperne di più.
A livello comunitario si è tornati sull’argomento a seguito di un’interrogazione dell’eurodeputato tedesco Klaus Buchner, che a fine dicembre aveva formulato una serie di domande alle quali ha risposto ora Stella Kyriakides, Commissario Europeo per la salute e la sicurezza alimentare.
I DUBBI
Buchner riporta le conclusioni di uno studio effettuato dalla sanità pubblica francese in cui si parla dei fattori di rischio riguardo certe tipologie di tumore, e in particolare:
gli ultimi studi epidemiologici ed esperimenti su animali sosterrebbero il ruolo cancerogeno dell’esposizione a campi elettromagnetici.
Alla luce di ciò, vengono fatte richieste di approfondimento sia sulle politiche in corso sul 5G, sia su come la Commissione intenda conciliare lo sviluppo delle reti di nuova generazione con la lotta al cancro, “elevata priorità” per la Presidente von der Leyen.
NOTA: il testo dell’interrogazione parlamentare è disponibile in FONTE.
VALGONO LE RICERCHE PRECEDENTI
Il Commissario risponde all’interrogazione sui rischi provocati dal 5G facendo riferimento al documento “Potential health effects of exposure to electromagnetic fields (EMF)” pubblicato nel 2015, in cui sono contenuti gli ultimi pareri a riguardo. Queste le sue parole: [tale documento] non ha fornito alcuna giustificazione scientifica per rivedere i limiti stabiliti dalla Raccomandazione del Consiglio 1999/519/EC “relativa alla limitazione dell’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz”
E ancora: Per ciò che concerne l’implementazione del 5G, tutte le bande di frequenza previste sono coperte dalla Raccomandazione del Consiglio. Ci si attende che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia molto simile a quella del 4G e ben al di sotto i rigorosi limiti raccomandati dal Consiglio.
Valutazione del rischio che, prosegue il Commissario, viene condotta attraverso il finanziamento di progetti di ricerca con un fondo di 49 milioni di euro. Tutta la documentazione può essere liberamente consultata sul portale CORDIS dell’Unione Europea a QUESTO link.
L’IMPEGNO PER IL FUTURO
Se da un lato la Commissione Europea non ritiene sia necessario rivedere i risultati ottenuti dagli studi condotti negli ultimi anni, reputando scientificamente valido quanto sinora conseguito, dall’altro si prosegue l’attività di ricerca che verrà presto affiancata (entro la fine dell’anno) dallo Europe’s Beating Cancer Plan, piano strategico finanziato dal Framework Programme 7 (FP7) e da Horizon 2020 per supportare le attività di prevenzione, diagnosi precoce, trattamento e cura della malattia, nonché per garantire un elevato livello qualitativo della vita dei pazienti.
NOTA: il testo della risposta del Commissario Stella Kyriakides e disponibile nel VIA. FONTE
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