La Russia continua a bruciare 10 milioni di euro al giorno in gas in un impianto al confine con la Finlandia. La conferma arriva da un’inchiesta della Bbc, dopo le immagini della Nasa diffuse dalla emittente televisiva finnica Yle che avevano immortalato delle fiamme sospette provenire dalla stazione di compressione della Gazprom di Portovaya. Secondo un’analisi della società norvegese Rystad Energy, il colosso energetico russo starebbe mandando in fumo circa 4,34 milioni di metri cubi di Gnl ogni giorno. Tutto questo mentre l’Ue convoca una riunione di emergenza dei 27 ministro dell’Energia per correre ai ripari dopo che il prezzo del gas ha toccato il record storico  di 341 euro al megawattora.

Perché la Russia sta bruciando enormi quantità di gas: l’analisi

Putin brucia il gas perché non può farne a meno

Federico Rampini – Corriere della Sera

Bruciare gas al confine con la Finlandia  quel che sta facendo la Gazprom di Putin – è l’equivalente di bruciare banconote. Lo abbiamo visto fare in qualche film, magari da un mafioso in vena di esibizioni arroganti. È un gesto spettacolare ma tutt’altro che benefico per le proprie finanze.

Putin lo fa non perché se lo può permettere, ma perché non può farne a meno: il suo ricatto energetico contro l’Europa comincia a mostrare la corda. Il gas invenduto va distrutto, con grave danno per le finanze di Mosca, al fine di evitare danni perfino superiori: ai giacimenti, agli impianti, alla rete distributiva. È questa la tesi interessante di due esperti americani del settore energetico, Paul Roderick Gregory della Hoover Institution (Stanford) e Ramanan Krishnamoorti dell’università di Houston, Texas. In un’analisi pubblicata ieri sul Wall Street Journal i due esperti avevano anticipato la “necessità” di bruciare gas per limitare i danni tecnici agli impianti e alla rete.

Al centro della questione c’è il gasdotto Nord Stream 1 che trasporta gas dalla Russia all’Unione europea. Il gas viene estratto nelle regioni artiche della Russia. Entra nel gasdotto Nord Stream 1 a Vyborg, vicino al confine con la Finlandia: proprio lì dove adesso Gazprom lo sta bruciando. Dalla frontiera finlandese Nord Stream 1 viaggia sotto il mare fino a Greifswald in Germania, dove si collega con la rete europea. Un gasdotto parallelo è Nord Stream 2, la cui costruzione era praticamente conclusa ma che è stato bloccato dalle sanzioniNord Stream 1 resta quindi l’arteria principale che dalla Russia porta gas all’Unione europea. Ha una capacità massima di 62 miliardi di metri cubi all’anno. Prima della guerra in Ucraina, Gazprom lo stava usando quasi ai limiti della capacità: dal 2019 al 2021 il Nord Stream ha trasportato 55 miliardi di metri cubi all’anno.

FONTE https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/putin-brucia-il-gas-perch%C3%A9-non-pu%C3%B2-farne-a-meno/ar-AA118PZb

Il canadese Matthew Johnson della Carleton University avverte: «Di particolare interesse per il flaring alle latitudini artiche è il trasporto verso nord del black carbon emesso, dove si deposita su neve e ghiaccio e ne accelera significativamente lo scioglimento. Alcune stime molto citate mettono già il flaring come la fonte predominante di deposizione di black carbon nell’Artico e qualsiasi aumento del flaring in questa regione è particolarmente non ben accolto».

VEDI QUI https://www.dw.com/en/what-is-the-environmental-cost-of-gas-flaring/a-62959848

Se volete essere aggiornati sulle informazioni di questo blog, iscrivetevi al canale Telegram https://t.me/NogeoingegneriaNews

La realtà è putiniana (di Marco Travaglio)

IMPORTANTE!: Il materiale presente in questo sito (ove non ci siano avvisi particolari) può essere copiato e redistribuito, purché venga citata la fonte. NoGeoingegneria non si assume alcuna responsabilità per gli articoli e il materiale ripubblicato.Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001.