A qualche ora dalla pubblicazione dei documenti della Marina Militare statunitense,  diffusi da Blog Sicilia, nei quali si afferma che le antenne del Muos non sarebbero dannose, giunge  in redazione la replica del comitato No Muos di Niscemi. Gli attivisti non ci stanno a passare per “pazzi” e contestano, in 6 punti, le conclusioni a cui sono giunti i ricercatori americani secondo quanto pubblicato sul sito internet del consolato americano di Napoli.

Il Muos è in costruzione – fanno notare – all’interno di una riserva facente parte del progetto europeo Natura 2000 dove un cittadino qualunque non può costruire una semplice cancellata in cemento mentre agli Usa viene consentito un simile impianto. In secondo luogo – rilevano – le 46 antenne del precedente impianto di comunicazione  non verranno dismesse. Il Muos sarà un ampliamento di quel sistema di comunicazione, quindi inquinamento aggiuntivo a quello degli impianti pregressi. Si tratta di antenne che danno già  notevoli problemi agli abitanti e per le quali nessuno ha mai controllato effettivamente il livello di inquinamento. Le verifiche annunciate, poi, saranno impossibili perché allo stato italiano sarà vietato entrare all’interno della base. Dunque non potrà mandare nessun tecnico a verificare l’effettiva accensione di tutte le antenne e a quale potenza funzioneranno”.

“Mancando questi elementi – fa notare Andrea D’alessandro del comitato No Muos – non si può valutare nulla in modo oggettivo e concreto. Gli munici detentori dei dati restano gli americani”.

Ma i timori degli abitanti della zona non sono legati solo a fattori tecnici “la base di Niscemi rischia di diventare una delle basi a maggiore rischio attentati essendo l’impianto di telecomunicazioni più grande e importante di tutto il Mediterraneo, Nord Africa e Medio Oriente.

Se i marines avessero avuto dati che confutavano le tesi dei vari scienziati che si sono pronunciati in merito (coraddu zucchetti, monorchio , levis) – concludono i militanti del no Muos – si sarebbero presentati alla commissione ambiente e sanità invece di  disertare la convocazione, evitando il contraddittorio”

La battaglia sull’impianto continua

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