Un quotidiano danese si è scusato con i suoi lettori per non essere stato abbastanza critico nel riportare i numeri dei casi di coronavirus del governo.
In un articolo sul tabloid Ekstra Bladet di gennaio intitolato “Abbiamo Fallito”, il giornalista Brian Weichardt ha emesso un mea culpa al pubblico a nome dei media per non aver fatto di più per metter in discussione le statistiche sul Covid-19 fornite dal Governo, parlando di una “ipnosi” del terrore che aveva fatto perdere a tutti loro la lucidità per riuscire ad analizzare i dati in modo distaccato e fare domande a chi li pubblicava in modo ossessivo. Succederà anche ai nostri giornalisti, prima o poi?
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Per quasi due anni, noi – la stampa e la popolazione – siamo stati quasi ipnoticamente preoccupati dai dati sul coronavirus forniti quotidianamente delle autorità.
Siamo rimasti a fissare le oscillazioni del pendolo numerico dei contagiati, dei ricoverati e dei morti per il coronavirus. E il significato dei minimi movimenti del pendolo ci veniva dato da esperti, politici e autorità, che ci mettevano costantemente in allerta per il mostro Coronavirus che dormiva sotto i nostri letti. Un mostro che aspettava solo che ci addormentassimo per poter colpire nel buio e nell’oscurità della notte.
La continua vigilanza mentale ha logorato tremendamente tutti noi. Ecco perché anche noi, la stampa, dobbiamo fare il punto sul nostro lavoro. E abbiamo fallito.
Non siamo stati abbastanza vigili quando chiedevamo alle autorità di rispondere su cosa significasse di preciso che le persone erano ricoverate in ospedale “con” il Covid e non “per” il Covid. Perché c’è differenza. Una grande differenza. Per la precisione, i numeri ufficiali dei ricoveri hanno dimostrato di essere del 27% superiori alla cifra effettiva di quanti sono stati in ospedale “per” il Covid (*). Lo sappiamo solo ora.
Certamente, sono in primo luogo le autorità che hanno la responsabilità di informare la popolazione in modo corretto, accurato e onesto. I dati corretti su quanti sono effettivamente i malati e i morti di coronavirus avrebbero dovuto, per ovvi motivi, essere stati pubblicati molto tempo fa, e così avremmo avuto una immagine chiara del mostro sotto il letto.
In generale, i messaggi delle autorità e dei politici alla popolazione in questa crisi storica hanno lasciato molto a desiderare. E quindi mentono quando si stupiscono che parti della popolazione hanno perso fiducia in loro.
Un altro esempio: i vaccini sono costantemente indicati come la nostra “super-arma“. E i nostri ospedali sono chiamati “super ospedali”. Tuttavia, questi super-ospedali sono evidentemente sotto pressione, anche se quasi l’intera popolazione è dotata della “super arma”. Anche i bambini sono stati vaccinati su vasta scala, cosa che non è stata fatta nei paesi nostri vicini.
In altre parole, c’è qualcosa qui che non merita il termine ‘super’. Che si tratti dei vaccini, degli ospedali o della somma di tutto questo, è evidente a tutti. Ma in ogni caso, la comunicazione delle autorità alla popolazione non merita in alcun modo il termine di ‘super’. Anzi.
(*) In Italia il prof. Bassetti ha dichiarato che le cifre dei decessi classificati come “pazienti Covid” sono gonfiate del 40% dal conteggio di qualunque deceduto per altri motivi e rinvenuto positivo al tampone.
https://www.sabinopaciolla.com/abbiamo-fallito/
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Succede da noi!
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