Di Andrew Gavin Marshall

L’autore Andrew Gavin Marshall è ricercatore associato presso il Centre for Research on Globalization (CRG) di Montreal, Canada, e studia economia politica e storia.

 

Introduzione

Noi ci troviamo nel bel mezzo del più esplosivo sviluppo mai riscontrato in tutta la storia dell’uomo. L’umanità sta sperimentando una transizione geopolitica conflittuale e di contrapposizioni, mai prima fino a questo momento preventivata o praticata.

Storicamente, la vicenda umana si è dipanata come una lotta fra individui liberi pensatori e strutture di potere controllate da élite, che hanno cercato di dominare la terra, le sue risorse e i popoli.

In ogni tempo, sia per la storia passata che al presente, la più grave minaccia alle élite è costituita da popoli consapevoli, dal pensiero critico e stimolati politicamente. Questa minaccia si è manifestata durante tutti i periodi della storia, in posti differenti e in tempi differenti. Le idee di libertà, di democrazia, di diritti civili ed umani, di cittadinanza e di uguaglianza sono scaturite in reazione e a contrasto di strutture di potere e di sistemi élitari di controllo.

I più eccelsi trionfi della mente umana, nel campo delle arti, delle scienze o in altri settori, si sono ottenuti fuori dai grandi sistemi di potere e di controllo, ai quali venivano lanciate le sfide.

La miseria e la tragedia umana non sono mai state affrontate dalle strutture e dai sistemi di potere, che le élite hanno sempre cercato di costruire e manovrare. La guerra, il genocidio, le persecuzioni e la degradazione dell’uomo sono il diretto risultato di decisioni prese da coloro che hanno controllato e controllano gli apparati di potere, comunque il potere si manifesti nelle sue diverse nature, intellettuale, ecclesiastica, spirituale, militarista o scientifica. 

Il potere più malevolo e spietato è quello esercitato sulle menti degli uomini liberi: se uno controlla come uno pensa, allora controlla l’individuo nella sua completezza. Le più grandi conquiste dell’uomo sono state conseguite quando individui liberi hanno spezzato le catene che vincolavano la mente e hanno permesso la libera espressione della potenza intrinseca e non cancellabile che sta all’interno di ciascun individuo su questo piccolo pianeta.

Attualmente, il nostro mondo si trova al punto più cruciale che la nostra specie abbia mai dovuto affrontare. Noi ci troviamo al centro del primo risveglio politico effettivamente globale, in cui, per la prima volta in tutta la storia dell’uomo, l’umanità nel suo complesso è in fermento ed energeticamente attiva; in cui, senza rendersene conto o intenzionalmente, i popoli stanno pensando e agendo in termini politici.

Questo risvegliarsi è più evidente nel mondo in via sviluppo, che attraverso esperienze patite si è reso profondamente consapevole delle grandi disparità, della perdita di dignità e del dominio insito nelle strutture di potere globale. Il risveglio si sta estendendo in modo crescente allo stesso Occidente, dato che la maggior parte delle persone che vivono nelle nazioni occidentali sviluppate è proiettata verso la povertà e il degrado. Il risveglio si imporrà su tutti i popoli del mondo.

Nulla, nessuno sviluppo nella storia dell’umanità ha mai costituito una tale grandiosa minaccia per le strutture di potere élitarie. 

Questo risveglio é decisamente indotto dalla Rivoluzione Tecnologica, che, mediante la tecnologia e l’elettronica, e in particolare attraverso i mezzi di comunicazione di massa ed Internet, ha fatto in modo che le genti del mondo siano in grado di assumere consapevolezza sui problemi globali e di conquistare informazioni da tutto il mondo. La Rivoluzione Tecnologica, quindi, ha promosso una Rivoluzione dell’Informazione, che a sua volta ha catalizzato il risveglio politico globale.     

Allo stesso tempo, la Rivoluzione Tecnologica ha portato ad un altro sviluppo unico e senza precedenti nella storia umana, uno sviluppo diametralmente opposto e però direttamente in relazione al risveglio politico globale. Per la prima volta nella storia umana, l’umanità libera deve affrontare la minaccia del dominio di una élite certamente globale, che detiene nelle sue mani la tecnologia per imporre un sistema di controllo assolutamente totale: una dittatura scientifica globale.  

Il grande pericolo è che, attraverso la crescita esponenziale delle tecniche scientifiche, le élite useranno questi enormi nuovi poteri per controllare e dominare tutta l’umanità con modalità mai prima sperimentate.

In tutta la storia dell’umanità, i tiranni hanno usato forze coercitive e di terrore per controllare le popolazioni. Con la Rivoluzione Tecnologica, le élite sempre più hanno la capacità di controllare la stessa biologia e la psicologia dell’individuo, al punto tale che non è più necessario imporre un sistema di terrore, ma piuttosto un sistema dove il controllo sugli individui viene realizzato con modalità più profonde e sofisticate, come quella psicologica, subliminale e biologica.  

Mentre il terrore può impedire alle persone di opporsi al momento al potere, la dittatura scientifica può creare le condizioni psico-sociali per cui l’individuo arriva ad amare la propria schiavitù; per cui, al pari di un animale domestico mentalmente soggetto, l’individuo arriva ad amare i suoi padroni e governanti, e accetta il suo servaggio.  

Allora, siamo in presenza di una situazione per cui l’umanità deve affrontare sia la più grande minaccia che la più grande speranza che mai abbiamo dovuto sperimentare collettivamente nella nostra breve storia umana.   

Questo documento, la terza parte del saggio “La Rivoluzione tecnologica e il futuro di libertà”, esamina i concetti che informano la dittatura scientifica globale, e come questa si manifesta al presente e al futuro, con una particolare attenzione all’emergere della “nuova eugenetica”, come sistema di controllo di massa.    

Gli uomini liberi devono prendere posizione rispetto alla decisione più cruciale che mai si sia loro presentata: è necessario alimentare il risveglio politico globale fino ad arrivare ad una vera rivoluzione psico-sociale della mente umana, creando una nuova economia politica globale, rendendo tutta l’umanità più potentemente ricca di valori e libera, oppure…dobbiamo precipitare in silenzio in un “nuovo splendido mondo” di un’oppressione scientifica globale, mai vissuta fino a questo momento, il cui dominio diverrà sempre più difficile da sfidare e da superare?   

Noi possiamo conquistare una vera libertà o sprofondare in un profondo dispotismo. Non siamo impotenti davanti a questa grande bestia ideologica. Anche noi abbiamo sulla punta delle dita la capacità e l’abilità di usare la tecnologia a nostro vantaggio e di rimodellare il mondo in modo che la tecnologia porti benefici ai popoli e non semplicemente al potere. La libertà deve essere per tutti, o non è libertà!

Che cos’è la “Dittatura Scientifica”?

Nel 1932, Aldous Huxley scriveva il suo inquietante romanzo “Un nuovo splendido mondo”, nel quale osservava il sorgere della dittatura della scienza del futuro. Nel suo saggio del 1958, “Un nuovo splendido mondo rivisitato”, Huxley prendeva in esame in che misura il mondo era progredito nel breve periodo da quando il suo libro era stato pubblicato, e dove il mondo stava dirigendosi. Huxley scriveva:

In politica, una dittatura totalitaria è l’equivalente di una teoria scientifica o di un sistema filosofico completamente sviluppati. In economia, un’impresa che gira a pieno ritmo, in cui i lavoratori sono perfettamente adattati alle macchine, è l’equivalente di un’opera d’arte costruita in modo mirabile. La Voglia di Ordine può produrre tiranni anche fra coloro che aspirano soltanto ad imporre l’ordine. La bellezza dell’ordine viene usata come giustificazione al dispotismo.”[1]

Huxley spiegava che, “I soggetti del futuro dittatore saranno in modo indolore irreggimentati da un corpo di ingegneri sociali altamente specializzati”, ed egli prospettava la figura di “sostenitore di questa nuova scienza”, affermando che “La sfida dell’ingegneria sociale nella nostra epoca è simile alla sfida dell’ingegneria tecnologica di cinquant’anni fa. Se la prima metà del ventesimo secolo è stata l’epoca degli ingegneri tecnici, la seconda metà può ben essere considerate l’epoca degli ingegneri sociali.”

Per questo, Huxley proclama: “Io penso che il ventunesimo secolo sarà l’era dei Controllori del Mondo, il sistema delle caste scientifiche, e del Nuovo Splendido Mondo.” [2] 

HUXLEY NEL 1958 SUL MONDO FUTURO (parla in italiano)  

Nel 1952, Bertrand Russell, un filosofo britannico, storico, matematico e critico sociale scriveva l’opera “L’impatto della scienza sulla società”, in cui lanciava l’allarme ed analizzava come la scienza e la rivoluzione tecnologica stavano cambiando e avrebbero continuato a cambiare la società. Nel suo libro, Russell spiegava:

Io penso che la materia che sarà investita della massima importanza politica è la psicologia delle masse. La psicologia di massa, parlando scientificamente, non costituisce uno studio veramente superiore…Questo studio è di immensa utilità per gli uomini pratici, quando costoro desiderano diventare ricchi o conquistare il potere di governo. Naturalmente, come scienza, i suoi fondamenti si reggono sulla psicologia dell’individuo, ma fino adesso ha impiegato metodi a lume di naso, che si sono basati su una sorta di intuitivo senso comune. La sua importanza è enormemente accresciuta con lo sviluppo di metodi moderni di propaganda. Fra questi, il più influente è quello che viene definito ‘educazione’. La religione gioca la sua parte, sebbene in un ruolo ormai marginale; sono la stampa, il cinema e la radio a recitare i ruoli sempre più importanti. La cosa essenziale nella psicologia delle masse è l’arte della persuasione. Se andiamo a confrontare un discorso di Hitler con un discorso di (per dire) Edmund Burke [detto il ‘Cicerone britannico’, Dublino12 gennaio 1729 – Beaconsfield9 luglio 1797, è stato un politicofilosofo e scrittore britannico, di origine irlandese], vedremo quanti passi in avanti sono stati fatti nell’arte della persuasione dal diciottesimo secolo. Quello che nel passato è risultato fuorviante è che le persone leggevano nei libri che l’uomo è un animale razionale, e disponevano i loro argomenti all’interno di questa ipotesi. Ora, noi sappiamo che le luci della ribalta e una banda musicale fanno molta più persuasione di quella che può essere prodotta dalla più elegante serie di sillogismi. Ci si può attendere che col tempo chiunque sarà in grado di persuadere chiunque di qualsiasi cosa, se potrà affascinare la gioventù disposta ad essere persuasa e avrà a disposizione dallo Stato denaro e strutture. Questa materia farà grandi passi in avanti quando sarà presa in considerazione dagli scienziati sotto una dittatura scientifica.” [3]

Russell arrivava ad analizzare la questione di come una “dittatura scientifica” sia più stabile di una democrazia, su ciò postulando:

A prescindere dal pericolo di una guerra, io non vedo ragione per cui un tale regime debba essere instabile. Dopo tutto, i paesi più civilizzati e quelli quasi civilizzati sanno che nel corso della storia hanno avuto sempre una larga classe di schiavi e di asserviti completamente subordinati ai loro padroni. Non vi è nulla nella natura umana che renda impossibile la persistenza di un tale sistema. E il completo sviluppo della tecnica scientifica ha fatto in modo che questa venga usata più facilmente per conservare al potere una minoranza dispotica. Quando il governo controlla la distribuzione del cibo, il suo potere è assoluto,  purché possa fare affidamento sulle forze armate e di polizia. E la lealtà di queste forze  può essere assicurata assegnando loro molti dei privilegi riservati alla  classe al governo. Io non vedo in che modo un qualsiasi movimento interno di rivolta possa portare la libertà agli oppressi in una moderna dittatura scientifica.”[4]

Sottolineando il concetto reso popolare da Aldous Huxley, del popolo che ama il proprio servaggio,  Bertrand Russell spiegava che, sotto una dittatura scientifica:

Bisogna attendersi che i progressi nei campi della fisiologia e della psicologia forniranno ai governi molto più controllo sulla mente degli individui, come quello esercitato attualmente nei paesi totalitari. Fichte asseriva che l’educazione doveva mirare a distruggere la libera volontà, in modo che gli allievi, dopo aver lasciato la scuola, dovevano essere incapaci, per il resto della loro vita, di pensare o di agire in termini diversi da come i loro insegnanti si sarebbero augurati…Alimentazione, iniezioni e ingiunzioni agiranno in combinazione, fin dalla più tenera età, per formare un tipo di carattere e quel tipo di convinzioni che le autorità considerano desiderabili, ed ogni seria posizione critica del potere diverrà psicologicamente impossibile. Anche se tutti sono dei miserabili, tutti riterranno se stessi felici, perché così il governo imporrà loro di essere.”[5]

Russell aggiungeva: “La completezza del controllo risultante sulle opinioni dipende in vari modi dalla tecnica scientifica. Siccome tutti i bambini vanno a scuola, e tutte le scuole sono controllate dal governo, le autorità possono chiudere le menti dei giovani ad ogni istanza contraria all’ortodossia ufficiale.” [6]

Russell più tardi nel suo libro asseriva che, “una società scientifica mondiale non può essere stabile, se non in presenza di un governo mondiale.” [7]  

Così sviluppava questa proposizione:

A meno che non vi sia un governo mondiale che assicuri un controllo delle nascite universale, di tanto in tanto devono avvenire grandi guerre, nelle quali la punizione della sconfitta è la morte diffusa per fame. Questo è esattamente lo stato presente del mondo, e qualcuno può ritenere che non esistano ragioni per cui non dovrebbe continuare così per secoli. Per conto mio, non penso che questo sia possibile. Le due grandi guerre delle quali abbiamo fatto l’esperienza hanno abbassato il livello di civilizzazione in molte parti del mondo, e possiamo essere sicuri che la prossima guerra produrrà risultati ancora peggiori in questa direzione. Salvo che una potenza o gruppo di potenze emergano vittoriose e procedano ad insediare uno stabile unico governo del mondo con il monopolio della forza armata, fintanto che un contesto di guerra scientifica diverrà possibile è chiaro che il livello di civilizzazione sarà costretto progressivamente a diminuire, fino all’estinzione della scienza stessa.” [8]

Russell spiega che l’eugenetica gioca una funzione centrale nella costruzione di qualsiasi dittatura scientifica di governo, affermando che: “Gradualmente, per riproduzione selettiva, le differenze congenite fra governanti e governati si accentueranno, fino a che costoro costituiranno quasi specie differenti. Una rivolta delle plebi potrebbe diventare tanto impensabile quanto un’insurrezione organizzata di pecore contro l’abitudine di mangiare carne di montone.” [9]

In un discorso del 1962 tenuto all’Università di Berkeley, Aldous Huxley parlava dell’incubo causato dal modo in cui effettivamente il mondo correva a trasformarsi in “Nuovo Splendido Mondo”, come egli prevedeva. Principalmente, Huxley parlava di “Rivoluzione Definitiva”, che punta l’attenzione sui “controlli comportamentali” delle persone.

Queste alcune considerazioni di Huxley sulla “Rivoluzione Definitiva”:

Nel passato, possiamo ben affermarlo, tutte le rivoluzioni si sono orientate primariamente verso un cambiamento delle condizioni ambientali, per poi cambiare gli individui. Vi sono state rivoluzioni politiche, rivoluzioni economiche…rivoluzioni religiose. Tutte queste non si sono indirizzate subito nei confronti dell’essere umano ma alle specifiche condizioni ambientali, in modo che, modificandole  fino alla loro completa rimozione, risultasse possibile ottenere in seguito gli effetti sull’essere umano. Oggi, io penso, siamo spettatori dell’avvicinarsi di ciò che può essere denominata come “Rivoluzione Definitiva” – la “Rivoluzione Finale” – mediante la quale è possibile agire direttamente sul corpo e sulla mente degli individui. É pacifico affermare che una qualche sorta di azione diretta sul corpo e sulla mente degli individui si è sempre esercitata fin dall’inizio della storia dell’uomo, ma di solito la natura di questa azione si è dimostrata solo violenta. Le tecniche terroristiche sono sempre state conosciute da tempo immemorabile e la gente le ha impiegate con più o meno abilità inventiva, qualche volta con crudezza estrema, qualche volta con una buona dose di destrezza acquisita attraverso processi di prova e riprova, trovando alla fine quale fosse il modo migliore di usare la tortura, la carcerazione, le costrizioni di vario tipo…

Se noi vogliamo conseguire il controllo di una certa popolazione per un qualche periodo di tempo, dobbiamo ricevere il consenso in una certa misura. É estremamente difficile valutare come il puro terrorismo possa funzionare indefinitamente, se possa funzionare per un tempo abbastanza lungo; ma prima o dopo bisogna introdurre elementi di persuasione, elementi per indurre la gente a dare il consenso per ciò che sta loro succedendo. Bene, la natura della Rivoluzione Definitiva che noi dobbiamo ora affrontare mi sembra precisamente questa: è in corso un processo per sviluppare una serie completa di tecniche, che consentiranno all’oligarchia dominante, che sempre è esistita e presumibilmente sempre esisterà, di portare il popolo ad amare il proprio servaggio. Questo è l’apice di una rivoluzione malevola…  Sembra esistere un movimento generale in direzione di questo tipo di Controllo Definitivo, di questo metodo di controllo per cui le persone possono essere indotte a godere di eventi e di relazioni, che in una qualsiasi decente situazione standard non li porterebbero a godere; il piacere dell’asservimento… Io sono incline a pensare che le dittature scientifiche del futuro – e penso che stiano imponendosi dittature scientifiche in molte parti del mondo – avranno probabilmente un buon assetto più vicino al modello del “Nuovo Splendido Mondo” che al modello di “1984”. Queste dittature avranno un “buon” assetto, non perché nelle dittature scientifiche si possano riscontrare scrupoli umanitari, ma semplicemente perché il modello di “nuovo splendido mondo” possiede con tutta probabilità un assetto più efficiente di altri. Questo, se è possibile indurre le persone ad accettare eventi e relazioni in cui stanno vivendo – lo stato di servaggio – se è possibile fare così, allora probabilmente sarà possibile avere una società più stabile, molto più duratura; una società molto più facilmente controllabile di come sarebbe se si facesse riferimento completamente ai manganelli e ai plotoni di esecuzione e ai campi di concentramento.” [10]

Nel 1961, il Presidente Eisenhower trasmetteva alla nazione il suo messaggio di commiato in cui metteva in guardia dai pericoli per la democrazia posti dal complesso militar-industriale: la rete di interconnessioni fra industria, esercito e ambienti politici creava le condizioni di guerra costante.  

In questo stesso discorso, Eisenhower avvertiva gli Stati Uniti e il mondo di un altro importante mutamento sociale:

Oggi, il solitario inventore, che armeggia nel suo laboratorio, è stato messo in ombra da una forza d’urto di scienziati in centri di ricerca e nei diversi campi. Nello stesso modo, le libere università, storicamente la sorgente delle idee di libertà e delle scoperte scientifiche, hanno sperimentato una rivoluzione nella conduzione della ricerca. In parte a causa degli enormi costi che si devono affrontare, un contratto governativo di fatto diventa un sostituto della curiosità intellettuale. Per ogni vecchia lavagna, ora vi sono centinaia di nuovi computer elettronici. La prospettiva del dominio sugli eruditi della nazione attraverso contratti di impiego federali, l’assegnamento di progetti e la potenza del denaro sono sempre presenti, e questo deve essere considerato grave. 

Allora, come per la ricerca scientifica finanziata e alle scoperte relative, dobbiamo stare allerta per il pericolo del tutto confrontabile che la politica pubblica potrebbe essa stessa diventare prigioniera di una élite scientifico-tecnologica.”[11]

Nel 1970, Zbigniew Brzezinski  scriveva sulla “graduale comparsa di una società più controllata e diretta,” nella “rivoluzione tecnetronica”:

Una simile società verrebbe dominata da una élite, la cui rivendicazione al potere politico dovrebbe fondarsi su un presumibile superiore patrimonio di conoscenze scientifiche. Non ostacolata da limitazioni dovute ai  valori liberali tradizionali, questa élite non esiterebbe a raggiungere i suoi obiettivi politici usando le più recenti tecniche moderne più opportune per influenzare il comportamento dell’opinione pubblica e per mantenere la società sotto controllo e stretta sorveglianza.(…)” [12]

La nuova eugenetica

American Experience | The Eugenics Crusade: Trailer | Season 30 | PBS

Molti settori della scienza e movimenti sociali importanti sono diretti dalle stesse fondazioni e dalle medesime società finanziarie che hanno fornito mezzi economici al movimento eugenetico all’inizio del ventesimo secolo.

Il denaro delle fondazioni Rockefeller, Ford, Carnegie, Mellon, Harriman, e Morgan, che si è riversato nella eugenetica, ha portato direttamente al “razzismo scientifico”, e in conclusione ha provocato l’Olocausto durante la Seconda Guerra mondiale. [13]

Scatenando l’Olocausto, Hitler, che aveva tanto ammirato il movimento eugenetico degli Stati Uniti, ha gettato il discredito sull’eugenetica. Allora, il movimento si è diramato per costituire diversi altri progetti di ingegneria sociale: controllo della popolazione, genetica e ambientalismo.

Le stesse fondazioni che hanno collocato le basi dell’ideologia eugenetica, la fede convinta in una superiorità biologica e il diritto a governare ( per dare una giustificazione al loro potere), hanno posizionato i fondamenti di questi ed altri nuovi movimenti di scienze sociali.

Importanti organizzazioni per la difesa e la conservazione dell’ambiente sono state istituite con il denaro della Fondazione Rockefeller e Ford, [14] che continua ad essere la principale fonte di finanziamenti ancor oggi; anche il World Wildlife Fund (WWF), il Fondo mondiale per la natura, è stato fondato nel 1961 da Sir Julian Huxley, il fratello di Aldous Huxley, che era anche presidente della Società Britannica di Eugenetica. Il principe Bernardo di Olanda divenne il primo presidente dell’organizzazione. Si dà il caso che il principe Bernardo fosse uno dei fondatori del centro studi dell’élite globale, il Bilderberg Group, che egli aveva co-fondato nel 1954; però, in precedenza era stato membro del Partito Nazista ed ufficiale delle SS. [15]

E si dà sempre il caso che Sir Julian Huxley fosse il primo direttore generale dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura.

Nel 1946, Huxley scriveva un documento dal titolo, “UNESCO: scopi e filosofia dell’organizzazione”, in cui spiegava gli obiettivi generali dell’UNESCO:

Con la sua filosofia e l’insieme del bagaglio culturale ed ideologico e con i suoi larghi propositi, l’organizzazione vuole aiutare l’emergere di una generale ed unica cultura mondiale. Questo obiettivo è opportuno dal momento che, per la prima volta nella storia, l’incastellatura e i meccanismi per l’unificazione mondiale sono messi a disposizione, ed inoltre per la prima volta l’uomo ha avuto i mezzi (sotto la forma di scoperte scientifiche e delle loro applicazioni) di disporre di una fondazione estesa a tutto il mondo per assicurare un minimo di assistenza sociale concreta all’intera specie umana…[16] Per il momento, è probabile che gli effetti indiretti della civilizzazione siano disgenici invece che eugenici; e in ogni caso sembra verosimile che i pesi morti della stupidità genetica, della debolezza fisica, dell’instabilità mentale e delle inclinazioni alla malattia, che già sono presenti nella specie umana, risulteranno ulteriori fardelli per il reale progresso che si vuole conseguire. Quindi, anche se risulta del tutto vero che qualsiasi politica radicalmente eugenetica per molti anni sarà politicamente e psicologicamente impossibile, diverrà importante per l’Unesco vedere che il problema eugenetico venga preso in considerazione con la più grande cura, e che il pensiero della pubblica opinione venga informato delle problematiche in gioco, in modo che quello che ora può risultare impensabile possa almeno divenire pensabile…[17] Quello dell’eugenetica è ancora un altro e del tutto diverso tipo di argomento al limite, al confine fra lo scientifico e il non scientifico, costantemente in pericolo di venire considerato una pseudo scienza che si fonda su idee politiche preconcette o su assunti di superiorità e inferiorità razziale o di classe. Tuttavia, è essenziale che l’eugenetica debba essere portata del tutto all’interno dei confini della scienza in quanto, come già indicato, in un futuro non molto remoto il problema di assicurare una posizione sociale media agli esseri umani diventa con tutta probabilità urgente; e questo può essere realizzato solo applicando le scoperte di una eugenetica certamente scientifica…[18] È utile evidenziare che le applicazioni della scienza ad un tempo ci mettono di fronte a problemi sociali di varia natura. Alcuni di questi sono evidenti ed ovvi. E così le applicazioni della genetica nel campo della eugenetica immediatamente sollevano la questione dei valori – quali caratteristiche e qualità dovremmo desiderare di favorire negli esseri umani del futuro?”[19]

A pagina 6 del documento dell’UNESCO, Sir Julian Huxley scriveva che, “allo scopo di portare avanti il suo lavoro, un’organizzazione come l’Unesco ha bisogno non solo di un insieme di propositi e obiettivi per se stessa, ma anche di una filosofia operante, di un’ipotesi operante con riferimento all’esistenza dell’uomo e ai suoi propositi e obiettivi, ipotesi che detterà, o almeno indicherà, una linea ben definita per affrontare questi problemi.” [20]

Sebbene molte delle espressioni di uguaglianza e di cultura suonino belle e benevolenti, tutto ciò si basa su una particolare visione dell’umanità, come un organismo irrazionale, che si fa guidare dalle emozioni, che necessita di essere controllato.

Quindi, il “Principio di Uguaglianza” diventa “la Realtà dell’Ineguaglianza”:

Alla fine siamo giunti ad una questione difficile – quella di avere scoperto come noi possiamo riconciliare il nostro principio dell’uguaglianza umana con la realtà biologica dell’ineguaglianza umana…Il principio democratico di uguaglianza, che è proprio anche dell’Unesco, è un principio di pari opportunità – per cui gli esseri umani devono essere uguali davanti alla legge, devono avere pari opportunità di istruzione, di guadagnarsi da vivere, di libertà di espressione e di movimento e di pensiero. L’assenza biologica di uguaglianza, d’altro canto, tocca la dotazione naturale dell’uomo e il fatto delle differenze genetiche che lo riguardano. Vi sono esempi di ineguaglianza biologica che sono così grandi che non possono essere conciliati del tutto con il principio di pari opportunità. Infatti, ad individui con deficit mentale di grado basso non può essere offerta parità di opportunità educazionale, e nemmeno davanti alla legge o rispetto alle libertà fondamentali il malato di mente è uguale al sano. Tuttavia, le implicazioni complete del fatto della non uguaglianza fra gli uomini non sono state spesso delineate e sicuramente necessitano di essere portate all’evidenza, e questo è un dovere specifico dell’Unesco.” [21]

Molte di queste “ineguaglianze genetiche” ruotano attorno all’idea di superiorità intellettuale: l’idea che non esiste uguaglianza fra intellettualmente inferiori e superiori. Questa ineguaglianza è derivata dalla biologia umana – dalla genetica; questa è una “realtà umana”.  

E così succede che le élite che propagano questa ideologia considerino le masse come intellettualmente inferiori; quindi, non può esserci uguaglianza sociale in un mondo che presenta una élite intellettuale tecnologica. Allora, l’eugenetica deve essere utilizzata, come spiega il documento dell’UNESCO, per indirizzare ad un livello di controllo le problematiche di uno stato sociale in espansione; arriverà il tempo in cui le élite, come un’unica forza e con un’unica voce, avranno bisogno di fornire indirizzi all’intera umanità. 

Al riguardo, l’eugenetica è organizzazione sociale e controllo dell’umanità. In conclusione, l’eugenetica corrisponde alla ingegneria dell’ineguaglianza. In genetica, le élite hanno trovato la strada per effettuare le discriminazioni, attraverso il DNA.

Genetica come Eugenetica

Lo scrittore e ricercatore di successo, Edwin Black

Senza abbandonare gli obiettivi dell’eugenetica, il movimento di questa nuova rimodulata eugenetica “si riprometteva di sradicare la povertà e di salvare l’ambiente.” [23]

In un saggio del 2001 su Science Magazine, Garland Allen, uno storico delle scienze, scriveva della genetica come una forma moderna di eugenetica. Egli iniziava citando un articolo del 1998 su Time Magazine che asseriva: “Personalità, temperamento, perfino le scelte di vita. I nuovi studi dimostrano che tutto ciò sta per lo più nei nostri geni.”

Garland evidenzia le conseguenze:

Facendo riferimento ai più importanti progressi nella biotecnologia genetica, questa esposizione rappresenta la genetica come il nuovo “proiettile magico” delle scienze biomediche, che risolverà molti dei nostri ricorrenti problemi sociali. L’assunto è che questi problemi sono decisamente il risultato di una biologia anormale di individui o perfino di gruppi razziali o etnici. Se un comportamento aggressivo o violento è imputabile ai geni, allora si innesca la discussione, se la soluzione consista in interventi di natura biomedica e nella terapia genica in un futuro remoto e nella farmacoterapia (sostituendo gli effetti di geni deficitari con sostituti farmacologici) in un immediato futuro. Sostenendo tali asserzioni, ci stiamo dirigendo verso una nuova versione della eugenetica? Stiamo lasciandoci trasportare con la falsa promessa di una risoluzione tecnologica dei problemi che effettivamente sono presenti nella struttura della nostra società? La mia risposta a questi interrogativi è “affermativa”, ma con alcune importanti riserve che derivano dai differenti contesti storici e sociali dei primi del Novecento e del tempo presente…”

Il termine “eugenetica” era stato coniato nel 1883 dall’erudito vittoriano Francis Galton, geografo, studioso di statistica e primo cugino di Charles Darwin. Per lui, il significato era da collegarsi all’idea di “purezza o bellezza di nascita”, con riferimento al progetto di incoraggiare “il fiore” della società ad avere più bambini (eugenetica positiva) e di scoraggiare o prevenire “i peggiori elementi” della società dall’avere molti bambini, meglio nessuno (eugenetica negativa). L’eugenetica si consolidò in movimento diffuso in vari paesi del mondo nei primi tre decenni del ventesimo secolo, ma in modo particolare negli Stati Uniti e, dopo la Prima Guerra mondiale, in Germania. [24]

Mentre la genetica ha a che fare con il colore degli occhi e di come questo sia segnale di ereditarietà, “gli eugenisti sono più interessati ai fattori ereditari di comportamenti sociali, dell’intelligenza e della personalità.”  

Inoltre:

Gli eugenisti usamericani si sforzano di divulgare i risultati della ricerca eugenetica all’opinione pubblica e ai legislatori. Essi sostengono il concetto di eugenetica positiva [incoraggiano il “fiore” a diventare migliore], ma focalizzano la maggior parte delle loro energie sull’eugenetica negativa [per fare in modo che il “peggio” della società diminuisca sempre più]. Gli eugenisti hanno scritto centinaia di articoli per riviste a diffusione popolare, hanno pubblicato tantissimi libri per il lettore non specialista (e qualcuno per il lettore che si interessa di cose scientifiche), hanno preparato documentazioni per le scuole e mostre pubbliche, hanno prodotto film e scritto sermoni e romanzi.”   [25]

Gli eugenisti usamericani, completamente sostenuti dall’appoggio finanziario dei più importanti patrimoni filantropici usamericani, hanno promosso una legislazione eugenetica in più di 27 Stati degli Stati Uniti, spesso nella forma di sterilizzazioni forzate per “inferiori” deficienti mentali, tanto che “fino agli anni ’60, quando la maggior parte di queste leggi cominciava ad essere abrogata, più di 60.000 persone erano state sterilizzate per scopi eugenetici.”

Così Garland Allen scriveva:

Per i benefattori ricchi che sostenevano l’eugenetica, come i filantropi Carnegie, Rockefeller, Harriman e Kellogg, l’eugenetica forniva gli strumenti del controllo sociale in un periodo di scompigli e di violenza senza precedenti. Erano queste stesse élite economiche e i loro interessi affaristici che introducevano il management scientifico e il controllo di organizzazione nel settore industriale… [Nel 1994] abbiamo assistito al risorgere di affermazioni per cui esistevano differenze genetiche di intelligenza fra le razze, che producevano condizioni socio-economiche differenziate. Rivendicazioni delle basi genetiche per la criminalità, la depressione maniacale, i fattori di rischio, l’alcolismo, l’omosessualità e una serie di altri comportamenti hanno dilagato nella letteratura scientifica e in particolare in quella a larga diffusione. Molte delle prove di tali rivendicazioni sono tanto controverse oggi, quanto nel passato. Sempre più, sembriamo essere poco propensi ad accettare l’analisi di difetti in noi stessi e negli altri. Quando i costi per le cure sanitarie salgono alle stelle, iniziamo ad accettare un fattore decisivo, l’analisi costi-benefici della vita umana. Questa posizione mentale ha serie conseguenze per le decisioni sulla riproduzione. Se un’organizzazione per la conservazione della salute (HMO) pretende una preliminare selezione dell’utero, e rifiuta di proteggere la nascita o di avere cura di un bimbo, a quanto si dice, “portatore di deficienze”, quanto questo è in stretta correlazione con l’eugenetica? Se una terapia genica o farmacologica viene usata per migliorare il nostro posto di lavoro o l’ambiente scolastico, il nostro modo di alimentarci e le nostre pratiche di esercizio, quanto questo è in stretta correlazione con l’eugenetica? Tuttavia, significativi cambiamenti sociali sono costosi. Se l’eugenetica comporta l’assunzione di decisioni sulla riproduzione, principalmente sulla base del costo sociale, allora noi siamo proprio su questa strada.”  [26]

La genetica assegna un potere senza precedenti e limiti nelle mani dell’uomo: il potere di creazioni innaturali e la manipolazione biologica. Noi ancora non ci rendiamo appieno consapevoli e nemmeno comprendiamo le conseguenze della manipolazione genetica sui nostri cibi, sulle piante, sugli animali e sugli stessi esseri umani. Quello che è certo è che stiamo cambiando la stessa biologia del nostro ambiente, e noi stessi in questo.

Mentre vi sono sicuri ed ovvi vantaggi derivati dalla tecnologia genetica, come la potenzialità di migliorare i nostri sensi malati (vista, udito, ecc.) e di curare affezioni morbose, questi benefici positivi devono essere esaminati e discussi a confronto con le ripercussioni negative della manipolazione genetica, in modo da orientare meglio le applicazioni di questa potente tecnologia.  

I dibattiti sulle problematiche del tipo ricerca sulle cellule staminali e manipolazione genetica spesso si focalizzano sulla questione “scienza versus religione”, per cui la scienza cerca di curare in modo caritatevole l’umanità dalle sue malattie e la religione cerca di conservare la santità della “creazione”.

Questa è una maniera irrazionale e limitata di portare avanti un effettivo dibattito su questa monumentale questione, dipingendo in modo distorto il problema, o tutto bianco o tutto nero. La scienza può essere usata a fin di bene come in modo dannoso, e la storia dell’uomo, specialmente quella del ventesimo secolo, non è altro che la prova di questo fatto. L’incredibile abilità inventiva scientifica ha portato alla creazione di armi spaventose, di tipo biologico e chimico; la manipolazione dell’atomo consente l’uccisione di milioni di persone in un attimo.

Il problema che sorge dall’interazione fra la scienza e il potere è quello che, disponendo di un grande potere, arriva la tentazione di usarlo e di abusarne. Se esiste la potenzialità di produrre un’arma come la bomba atomica, allora certamente vi sarrano coloro che inseguiranno questa realizzazione. Dove esiste la tentazione, là si riscontra il lato debole dell’uomo!

Quindi, mentre la genetica può venire usata per scopi umanitari e per il miglioramento dell’umanità, purtroppo può essere impiegata per costruire efficacemente un sistema biologico a caste e nel tempo potrebbe inverarsi riscontrare una frattura nella razza umana: appena diventano sempre più disponibili tecnologie per lo sviluppo dell’umanità, allora il loro uso viene riservato ad una élite, e quindi arriverà il tempo in cui nell’ambito della specie umana si produrrà una frattura biologica.

Oliver Curry, un teorico evoluzionista della London School of Economics ha previsto che “la razza umana raggiungerà il suo picco fisico nell’anno 3000, e verrà un giorno in cui si scinderà in due specie separate, una costituita da una élite attrattiva, intelligente, che detta le regole e dirige, e una sottoclasse di creature instupidite e deformi.”[27]

Questo era il panorama delineato anche da H.G. Wells, lui stesso eugenista emerito a cavallo del ventesimo secolo, nel suo classico libro “The Time Machine – La macchina del tempo”. Sicuramente, a noi sembra un tempo tanto lontano, però questi potenziali risultati dipendono dalle decisioni che vengono assunte adesso.  

 

Il controllo demografico come eugenetica

if we do not voluntarily bring population growth under control in ...

Non solo il campo della genetica è stato messo in relazione con l’eugenetica, ed è stato pesantemente finanziato dagli stessi interessi monetari alla ricerca del controllo sociale, ma ha avuto addentellati con il settore del controllo demografico.

Nella letteratura e retorica ambientalista, un settore sempre alla ribalta negli anni, che ha giocato un ruolo significativo, è stato quello del controllo demografico. Il problema del controllo demografico viene considerato al pari di un problema ambientalista, in quanto più numerosa è una popolazione più questa consuma risorse naturali e più territorio viene occupato. Secondo questo principio, più numerosa è la popolazione, peggiori diventano le condizioni ambientali. Perciò, i programmi destinati al controllo della crescita demografica sono spesso focalizzati da una lente ambientalista. Inoltre, esiste in questo campo un elemento distintivo radicale, che considera la crescita della popolazione non semplicemente come un problema ambientale, ma che inquadra le popolazioni, in generale, alla stregua di un virus che deve essere sradicato, se la terra entrasse in una situazione di presunta sopravvivenza.  

Tuttavia, secondo il punto di vista delle attuali élite, interessa di più il controllo demografico come dominio sulle persone, che non come fattore di conservazione ambientale.  

Le élite hanno sempre rivolto il loro interesse agli studi demografici che hanno, nelle diverse aree, consentito loro di costruirsi uno specifico punto di vista sul mondo.

L’interesse per l’analisi della crescita demografica ha assunto importanza reale con Thomas Malthus alla fine del diciottesimo secolo. Nel 1798, Malthus scriveva una “teoria sulla natura della povertà” ed egli “richiedeva un controllo demografico come misura morale”, denunciando la carità come una promozione di “povertà da-generazione-a-generazione e semplicemente un non senso, secondo lo schema naturale del progresso umano.”  Per questo, il concetto di “carità” doveva essere considerato come immorale.

Il movimento eugenetico aderiva alla teoria di Malthus, che aveva elaborato questo concetto, di “rigettare come valore l’aiuto ai poveri.” [28]

Le idee di Malthus, e più tardi di Herbert Spencer e di Charles Darwin, venivano rimodellate fino a plasmare l’ideologia élitaria del “Darwinismo Sociale”, “una struttura concettuale per cui, nella lotta per la sopravvivenza in un mondo duro, molti uomini non solo sono meno meritevoli, ma sono effettivamente destinati ad essere spazzati via, secondo un rituale di progresso. Proteggere i deboli e i bisognosi è, in buona sostanza, un atto contro natura.” [29]

Semplicemente, questa teoria giustificava le immense ricchezze, il potere e il dominio di una ristretta élite sul resto dell’umanità, dal momento che questa élite si considerava la sola costituita da esseri intelligenti degni di detenere tale potere e tanti privilegi.   

Più tardi, Francis Galton coniava il termine “eugenetica” per descrivere questo settore emergente.

I suoi seguaci ritenevano che ‘i disadatti geneticamente’ “dovevano essere spazzati via”, usando tattiche come “segregazione, deportazione, castrazione, proibizione di matrimoni, sterilizzazione forzata, eutanasia passiva – e per ultimo lo sterminio.” [30]

L’eugenetica, come vera e propria scienza, mancava di riscontri evidenti, e alla fine Galton “sperava di ricomporre l’eugenetica come dottrina religiosa, a cui si aderisce per fede, senza prove.” [31]

Nel corso di questa ricerca di reimpostazione della eugenetica, un’edizione del 1943 di “Eugenical News” pubblicava un articolo dal titolo “Eugenetica dopo la Guerra”, in cui veniva citato Charles Davenport, uno dei più importanti fondatori e progenitori dell’eugenetica, per questa sua visione di “una nuova umanità di caste biologiche con razze padrone, a controllare e rendere in schiavitù razze a loro servaggio.” [32]

Un articolo del 1946 nella stessa pubblicazione affermava che “la demografia, la genetica e la psicologia sono le tre scienze a cui l’eugenista deve fare riferimento per disporre di materiale idoneo a costruire una filosofia eugenetica soddisfacente, e per sviluppare e difendere gli obiettivi concreti dell’eugenetica.” [33]

Nel periodo post-bellico, a partire dagli anni ’50 e per tutti gli anni ’60, le colonie europee sono andate riducendosi, quando le nazioni del ‘Terzo Mondo’ conquistavano la loro indipendenza politica. In molti ambienti, tutto ciò ha rafforzato il consenso al controllo demografico: “Per coloro che hanno tratto finora vantaggi dallo status quo globale, le misure per il controllo demografico delle popolazioni costituiscono un’alternativa ben più accettabile per mettere fine alla povertà del Terzo Mondo o per promuoverne un autentico sviluppo economico.” [34]

Nel 1952, “John D. Rockefeller III radunava un gruppo di scienziati per discutere le conseguenze della drammatica variazione demografica. L’incontro avveniva a Williamsburg, Virginia, con il patrocinio della Accademia Nazionale delle Scienze, e dopo due giorni e mezzo di riunioni si conveniva sulla necessità di una nuova istituzione che potesse fornire argomenti fondati per guidare governi ed individui nell’affrontare le questioni demografiche.” [35]

Questa nuova istituzione sarebbe diventata il Population Council, il Consiglio Demografico. Sei dei dieci membri fondatori del Council erano eugenisti. [36]

Secondo il sito web del Population Council, “il Consiglio, mediante sovvenzioni a individui e istituzioni, ha investito nel rafforzare le capacità domestiche di paesi e regioni nel condurre ricerche demografiche e per sviluppare le conseguenti loro politiche. Inoltre, il Consiglio ha finanziato i primi tentativi di ricerche demografiche messi in atto nelle università degli Stati Uniti e ha sviluppato una sua propria ricerca condotta da esperti nel campo della biomedicina, della sanità pubblica e delle scienze sociali.” [37]

Nel 2008, Matthew Connelly, un professore alla Columbia University, ha scritto un libro dal titolo, “Fatal Misconception: The Struggle to Control World Population – Una fatale idea errata: la lotta per il controllo della popolazione del mondo”, in cui analizza criticamente la storia del movimento per il controllo demografico. 

Egli documenta i progressi in questo campo realizzati tramite il movimento eugenetico:

Nel 1927, uno studio finanziato da Rockefeller sulla contraccezione cercava ‘una qualche semplice misura da mettere a disposizione delle donne degli abitanti dei bassifondi, dei contadini o dei facchini e dei servi, comunque ritardati di mente.’

Nel 1935 una delegazione riferiva al Consiglio di Stato dell’India che il controllo demografico era una necessità per le masse, aggiungendo che ‘questo non è quello che desiderano, ma questo è un bene per loro.’ Il problema con i nativi era che ‘costoro sono nati in troppi e non ne muoiono abbastanza.’: così si esprimeva nel 1936 un pubblico ufficiale sanitario nell’Indocina francese.” [38]

La tesi generale di Connelly può essere riassunta in questa frase: “Molte persone hanno cercato da tanto tempo di ripianificare la popolazione del mondo riducendo la fertilità di altri.”

Ancora,

Connelly prende in esame il controllo demografico come un movimento globale transnazionale, in quanto i suoi principali sostenitori e coloro che lo mettono in pratica intendono ridurre la popolazione mondiale mediante una governance globale e spesso hanno considerato i governi nazionali strumentali a questo obiettivo. Dunque, ‘Fatal Misconception’ fornisce un intricato resoconto di reti di relazione fra autorevoli personaggi, organizzazioni internazionali, organizzazioni non governative e governi nazionali.” [39]

Così una recensione nell’Economist metteva in rilievo: “Molti dei danni procurati in nome di un rallentamento della crescita demografica hanno le loro radici in una non semplice coalizione fra femministe, filantropi umanitari ed ambientalisti, e i razzisti, gli eugenisti e i militaristi che desideravano prestare attenzione a particolari modelli di riproduzione, senza tener conto dei desideri di coloro che erano coinvolti in prima persona.” Inoltre, l’Economist aggiungeva:

Quando la popolazione mondiale ha iniziato a spiccare il volo, i demografi hanno considerato che stavano combattendo una guerra, e vi sarebbero stati dei danni collaterali.   Milioni di dispositivi contraccettivi intra-uterini venivano esportati verso i paesi poveri, sebbene fosse noto che erano causa di infezioni e di sterilità. Un partecipante ad una conferenza su questi dispositivi organizzata nel 1962 dal Popolation Council, un istituto di ricerca finanziato da John D. Rockefeller, affermava: ‘Forse il paziente individualmente è sacrificabile nello schema generale delle cose, in modo particolare poi se l’infezione che contrae porta alla sterilità, senza comunque risultare letale.’

Nel 1969 Robert McNamara, allora presidente della Banca Mondiale, dichiarava di essere riluttante a fornire finanziamenti per presidi sanitari, ‘a meno che non siano strettamente dedicati al controllo demografico’, dal momento che di solito la presenza di strutture sanitarie ha  contribuito alla diminuzione delle percentuali di morte, e quindi all’esplosione demografica.”[40]

Un’analisi critica nel New York Review of Books metteva in rilievo che questo movimento coincideva per molti aspetti con il movimento femminista nel portare avanti i diritti delle donne al controllo della riproduzione. Tuttavia, “questi vantaggi venivano visti da molti funzionari statunitensi interessati alle problematiche di pianificazione famigliare come secondari rispetto all’obiettivo di ridurre in assoluto il numero di individui nei paesi in via di sviluppo. L’urgenza di tutto ciò cominciava ad essere evidente quando il ‘movimento per il controllo demografico’ contribuì ad un clima di coercizione e portò ad una serie di abusi pesanti contro i diritti umani, in modo particolare nei paesi asiatici.” [41]

Dominic Lawson, scrivendo una recensione sul libro di Connelly per The Sunday Times, spiegava:

Il movimento per il controllo demografico era stato rifornito di denaro dai più grandi patrimoni privati usamericani – la fondazione della famiglia Ford, da John D. Rockefeller III, e da Clarence Gamble (della Procter & Gamble). Questi gentiluomini non solo condividevano enormi ricchezze ma anche una comune ansietà: i più agiati ed intelligenti (gente come loro, ovviamente!) ora avevano famiglie molto più piccole dei loro progenitori, invece i moltissimi non-bianchi – Cinesi! Indiani! Negri! – si stavano riproducendo in una maniera irresponsabile.  Quello che temevano era un tipo di darwinismo alla rovescia – la sopravvivenza dei meno idonei e dei più inetti.”  [42]

Come riportava il New Scientist, mentre venivano diffusi i contraccettivi e i diritti delle donne alla fertilità controllata, “per molta parte della metà del secolo scorso, gli abusi sul controllo demografico andarono a sacrificare il primo dei diritti umani, il diritto alla procreazione.”

Infatti, il New Scientist scriveva che  Connelly “mette a nudo gli oscuri segreti di un ethos autoritario neo-malthusiano che ha creato un’agenda internazionale sulle popolazioni costruita intorno al loro controllo.” Un tale raccapricciante concetto così si sostanziava: “Le politiche ufficiali per rendere questo soddisfacente sono di distribuire aiuti alimentari alle vittime della fame, solo se le donne si rendono disponibili a farsi sterilizzare.” [43]

Per deplorevole ironia, questo movimento, in apparenza progressista nei confronti dei diritti delle donne, in realtà ha prodotto come risultato effetti disastrosi dal punto di vista umanitario, colpendo in modo sproporzionato le donne dei paesi in via di sviluppo.   

Nel 1968, il biologo Paul Ehrlich scriveva il suo libro di grande autorevolezza ‘The Population Bomb – La bomba demografica”, in cui profetizzava che la sovrappopolazione mondiale sarebbe stata la causa di carestie di massa a partire dagli anni ’70. [44]

Nel suo libro, egli fa riferimento all’umanità come ad un “cancro” sul pianeta: 

Un cancro corrisponde ad una moltiplicazione incontrollata di cellule; l’esplosione demografica è una moltiplicazione fuori controllo di individui. Trattando all’inizio solo i sintomi del cancro, può essere che il paziente riceva meno traumi  fisici, ma in seguito la vittima muore, spesso in modo orribile. Un ugual destino attende un mondo in balia di un’esplosione demografica, se vengono trattati solo i sintomi. Noi dobbiamo orientare diversamente i nostri sforzi, dal trattamento dei sintomi all’estirpazione del cancro. L’operazione richiederà alcune decisioni a prima vista brutali e senza cuore. La sofferenza potrebbe essere intensa. Ma la malattia è in così grave stato di avanzamento che solo con una cura radicale il paziente avrà una possibilità di sopravvivere.”[45]

L’élite politica usamericana ha completamente abbracciato questo paradigma demografico nel considerare il mondo e le relazioni con il resto del mondo.

Il presidente Lyndon Johnson veniva citato per dire, “Io non vado a sprecare stupidamente aiuti destinati all’estero in favore di nazioni che rifiutano di fare i conti con i loro stessi problemi demografici,” mentre il suo successore, Richard Nixon, asseriva, “il controllo demografico è un dovere…il controllo demografico deve andare di pari passo con gli aiuti.” [46]

Robert McNamara, presidente della Banca Mondiale ed ex ministro della Difesa nell’amministrazione Johnson, dichiarava che egli si opponeva a che i programmi della Banca Mondiale finanziassero cure sanitarie, “a meno che non siano strettamente correlate al controllo demografico, visto che di solito la presenza di strutture sanitarie ha contribuito alla diminuzione delle percentuali di morte, e quindi all’esplosione demografica.” [47]

Negli anni ’70, Ehrlich aveva esercitato grande influenza nel fornire la direzione per affrontare il problema della rapida crescita demografica in India.

A quel tempo, la rapida crescita demografica in India veniva attribuita come risultato del sistema di sanità pubblica che i Britannici avevano impostato durante il loro governo coloniale, in connessione al fatto che, come strumento per conservare una relazione di dipendenza con la Gran Bretagna, i Britannici avevano scoraggiato in India l’industrializzazione.

Quando, in India, la fame si era presentata dietro l’angolo, il presidente “Johnson usava gli aiuti alimentari per fare pressione sul governo indiano per il raggiungimento degli obiettivi di pianificazione famigliare”, e “ agli inizi degli anni ’70, il Bangladesh spendeva un terzo del suo intero bilancio sanitario per la pianificazione famigliare, e l’India il 60%.” [48]

In più:

Tra gli anni ’60 e gli anni ’80, in India e in altri paesi asiatici, milioni di donne venivano sterilizzate o sottoposte agli IUD [IntraUterine Devices – dispositivi contraccettivi intrauterini], come pure ad altri contraccettivi, inseriti in condizioni non igieniche. Venivano riportati numerosi casi di perforazione dell’utero, forti emorragie, infezioni e anche casi mortali.” [49]

Il Population Council, complicemente, inviava all’India IUD non sterili, e negli anni ’70, quasi mezzo milione di donne di quarantadue paesi in via di sviluppo venivano trattate con IUD difettosi, che “aumentavano il rischio di infezioni e di perforazione uterine”, dopo che l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (USAID) aveva “tranquillamente inviato migliaia di dispositivi sottoprezzo da distribuire all’estero.”

Quindi, veniva introdotta in India la sterilizzazione come metodo per “conservare le quote” relative al controllo demografico, e “la sterilizzazione era la condizione per ricevere assegnazioni di terra e acqua per irrigazione, ed elettricità, licenze per risciò e cure sanitarie.”   

Si riporta che un diplomatico svedese, scorrendo un programma demografico impostato da Svezia/Banca Mondiale, abbia affermato: “Ovviamente, tutte storie…su come giovanotti non maritati siano più o meno trascinati negli edifici della sterilizzazione in decisamente così tanti casi.”  [50]

Nel 1967, veniva creato il Fondo delle Nazioni Unite per le Attività Demografiche, e nel 1971, “l’Assemblea Generale riconosceva che l’UNFPA [Fondo Demografico delle Nazioni Unite] doveva giocare un ruolo guida all’interno del sistema ONU nel promuovere programmi demografici.” [51]

Nel 1970, Nixon creava la Commissione per la Crescita Demografica e il Futuro Americano, nota come Commissione Rockefeller, dal suo presidente, John D. Rockefeller III. Fra i membri della Commissione (oltre a Rockefeller) vi erano David E. Bell, vice presidente della Fondazione Ford, e Bernard Berelson, presidente del Population Council.

Nel 1972, la relazione finale veniva inviata a Nixon. Fra le conclusioni: “La crescita demografica è uno dei fattori più importanti che influenzano la richiesta di risorse e il deterioramento dell’ambiente negli Stati Uniti. Dal punto di vista ambientale e delle risorse, non ne deriveranno benefici da un’ulteriore crescita.” Inoltre, la relazione lanciava l’allarme:

Il futuro negli Stati Uniti non può esulare da ciò che succede nel resto del mondo. Già oggi vi sono seri problemi fra i paesi nella distribuzione delle risorse, del reddito, della ricchezza. La crescita della popolazione mondiale rende questi problemi peggiori, prima di ogni loro miglioramento. Gli Stati Uniti hanno bisogno di un impegno maggiore per comprendere queste problematiche e sviluppare politiche internazionali per affrontarle.” [52]

Nel 1974, veniva pubblicato il National Security Study Memorandum (NSSM) 200, sotto la direzione del Consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti Henry Kissinger, recante il titolo “Conseguenze della crescita demografica mondiale per la sicurezza e gli interessi all’estero degli Stati Uniti.”

Fra le questioni affrontate nel memorandum possiamo riscontrare che, “le popolazioni in crescita demografica avranno un serio impatto con i bisogni alimentari, specialmente nei paesi meno sviluppati LDC [Lesser Developed Countries], più poveri, a sviluppo demografico più veloce.  (…) La conseguenza più seria, nel breve e medio periodo, è la possibilità di massicce carestie in alcune parti del mondo, in particolare nelle regioni più povere. (…) Una rapida crescita demografica incide su un ambiente reso fragile, tale da minacciare la produzione alimentare a lungo termine.”

La relazione concludeva in modo esplicito: “Esiste un rischio preoccupante di danni severi per i sistemi economico, politico ed ecologico del mondo e, se questi sistemi iniziassero ad essere compromessi, anche per i nostri valori umanitari.” [53]

Il memorandum formula alcune raccomandazioni chiave di natura politica per affrontare la “crisi” di sovrappopolazione. Veniva stabilito che “il nostro intendimento per il mondo dovrebbe essere quello di acquisire un diverso rapporto di fertilità (di media, due bambini per famiglia) intorno all’anno 2000,” e che la strategia “ per rendere tutto ciò effettivo, richiederà sforzi vigorosi per i paesi interessati, per le agenzie delle Nazioni Unite e per le altre strutture internazionali, e la  leadership degli Stati Uniti è essenziale.”

Veniva consigliato di concentrare l’attenzione su paesi specifici: India, Bangladesh, Pakistan, Nigeria, Mexico, Indonesia, Brasile, le Filippine, Tailandia, Egitto, Turchia, Etiopia e la Colombia. [54]

Si raccomandava “l’integrazione dei fattori e dei programmi demografici all’interno della pianificazione dello sviluppo di un paese; l’aumento di aiuti e di assistenza per servizi, informazione e tecnologia relativi alla pianificazione famigliare; la creazione delle condizioni propizie alla decrescita della fertilità.”   

Inoltre, il memorandum faceva specifica menzione al fatto che, “noi dobbiamo avere cura che le nostre attività non risultino agli LDC [Lesser Developed Countries – paesi a minore sviluppo] quelle di una politica di paesi industrializzati rivolta contro gli LDC.” [55]

In buona sostanza, il NSSM 200 utilizzava il controllo demografico come strategia chiave per la politica estera statunitense, specialmente in relazione alla concessione di aiuti idonei ad incentivare lo sviluppo. In altri termini, l’eugenetica come politica estera!

Nel 1975, Indira Gandhi, primo Ministro dell’India, proclamava la legge marziale. Suo figlio Sanjay veniva nominato responsabile del controllo demografico della nazione. Sanjay “procedeva a spianare bassifondi e quartieri poveri, e ai residenti dichiarava che a loro sarebbe stata concessa una nuova abitazione, solo se avessero consentito a farsi sterilizzare. A funzionari governativi venivano assegnate quote di sterilizzazione. Nel corso di un anno, sei milioni di Indiani maschi e due milioni di donne venivano resi sterili. Almeno 2.000 Indiani morivano, e la loro morte era frutto di operazioni di sterilizzazioni eseguite senza le dovute cure.”

Tuttavia, l’anno dopo si svolgevano le elezioni, il governo di Indira Gandhi risultava escluso dal potere e la questione delle sterilizzazioni aveva giocato un ruolo fondamentale nella sconfitta. [56]

In seguito, diventava la Cina il maggior centro delle attenzioni del movimento per il controllo demografico, che “offriva l’assistenza tecnica alla politica cinese (1978-83) di ‘un bambino per famiglia’, perfino fornendo finanziamenti per i computer che permettevano ai funzionari cinesi di rintracciare i ‘permessi di nascita’, strumenti ufficiali con cui il governo proibiva alle famiglie di avere più di un bambino ed esigeva l’aborto dei successivi concepiti.” [57]

Inoltre:

Negli anni ’80, i programmi demografici draconiani della Cina ricevevano alcuni aiuti addirittura dalla Federazione Internazionale per la Pianificazione parentale, finanziata dagli Stati Uniti, e dal Fondo Demografico delle Nazioni Unite.  Prima che la Cina lanciasse la sua scellarata ‘politica per un unico figlio’, erano state sollevate preoccupazioni intorno al suo programma di pianificazione famigliare ‘volontaria’. Nel 1981, quotidiani cinesi ed usamericani riportavano che ‘veicoli che trasportavano donne di Canton verso gli ospedali per abortire erano stati completamente stipati di donne in pianto. Da quanto viene riferito, alcune donne gravide venivano ammanettate, legate con funi o rinchiuse in ceste per il trasporto dei porci. Dopo il 1983, la coercizione divenne la politica ufficiale cinese. Secondo ‘la politica per un unico figlio’: ‘A tutte le donne con un figlio bisogna imporre l’inserimento di uno IUD, un dispositivo contraccettivo intrauterino di acciaio inossidabile, resistente alle alterazioni; tutti i genitori con due o più bambini devono venire sterilizzati e le gravidanze non autorizzate devono essere interrotte per aborto.’ Durante questo periodo, la Federazione Internazionale per la Pianificazione parentale e il Fondo Demografico delle Nazioni Unite hanno continuato ad appoggiare la Family Planning Associationuna organizzazione non governativa della Cina, sebbene alcuni dei suoi funzionari al vertice operassero anche per il governo.” [58]

Le Nazioni Unite non partecipavano passivamente alle misure di controllo demografico, invece appoggiavano attivamente questi rigidi programmi, e, in molti casi, compensavano i governi per le loro tattiche spregiudicate nel ridurre la crescita demografica:  

Nel 1983, Xinzhong Qian e Indira Gandhi veniva premiati con il primo Population Award delle Nazioni Unite per approvare ufficialmente e ricompensare le loro capacità nel limitare la crescita demografica in Cina ed in India nel decennio precedente. Durante gli anni ’70, in questi paesi funzionari del governo avevano messo in atto programmi demografici decisamente ambiziosi, che avevano l’obiettivo di migliorare la qualità della popolazione e limitare drasticamente la sua crescita. Le misure applicate erano severissime. Ad esempio, lo sgombero di bassifondi miserevoli, lo sradicamento di interi quartieri urbani e la sterilizzazione su larga scala dei loro abitanti costituivano una parte rilevante della campagna “Emergency” dell’India. A Delhi, centinaia di migliaia di persone venivano trascinate via dalle loro case in episodi che sfociavano in numerosi scontri, arresti ed uccisioni, mentre nel 1976 in India si registrava un totale di otto milioni di sterilizzazioni.”   [59]

Cosa che desta orrore, “tra gli anni ’60 e ‘80, in India e in altri paesi asiatici milioni di persone venivano sterilizzati o subivano l’inserimento di IUD, o di altri sistemi contraccettivi, in condizioni non igieniche. Venivano riscontrati numerosi casi di perforazioni uterine, emorragie, infezioni e anche casi mortali, tuttavia questi programmi mettevano in atto solo scarsi tentativi per migliorare queste condizioni, o per limitarne la loro frequenza, e non risulta possibile sapere con precisione quanto comuni fossero questi casi insani.” [60]

Alla fine degli anni ‘80, in Brasile venne resa pubblica l’applicazione del “National Security Study Memorandum (NSSM) 200”, realizzatain questo paese a partire dal 1975, sotto la Presidenza Ford.   Veniva approvata un’inchiesta ufficiale governativa e si scopriva che “si poteva valutare che il 44% di tutte le donne brasiliane in età compresa fra i 14 e i 55 anni erano state permanentemente sterilizzate.” Inoltre, i programmi di sterilizzazione, messi in atto da un certo numero di organizzazioni internazionali, erano stati coordinati sotto la supervisione dell’USAID, l’Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale. [61]

 Alla Conferenza delle Nazioni Unite del 1994 sulla Popolazione Mondiale, i delegati del Terzo Mondo sottolineavano la necessità di politiche di sviluppo e non di politiche demografiche; l’attenzione doveva essere concentrata sullo sviluppo, non sulla demografia.

In buona sostanza, questo costituiva un blocco d’arresto per il movimento del controllo radicale demografico; tuttavia, non esistevano reali possibilità per superare la questione. Vi era ancora un grande accordo fra le élite occidentali per sostenere il controllo demografico e per co-optare le élite del mondo in via di sviluppo nel raggiungimento di questo obiettivo.     

Così si esprimeva Connelly:

Questo interessava ai ricchi e ai potenti in quanto, con il diffondersi di movimenti di emancipazione e dell’integrazione dei mercati, è apparso molto più facile e proficuo il controllo delle popolazioni che il controllo dei territori. Ecco perché gli oppositori al controllo demografico hanno visto giusto, quando hanno considerato il controllo come un altro capitolo nella storia infinita dell’imperialismo.” [62]

É stato per questo che il movimento per il controllo demografico, mentre continua a tentare di mettere un freno alla crescita demografica, soprattutto delle nazioni del Terzo Mondo, ha iniziato a promuovere se stesso come movimento ambientalista e a fondersi con i movimenti ecologisti.

Comunque, pur lavorando sempre al fianco del movimento ambientalista, in questo periodo il movimento per il controllo demografico ha assunto un approccio più integrato alle agende della politica.

 

Ambientalismo come eugenetica

Nella rivista accademica “Capitalism Nature Socialism”Michael Barker ha ampiamente sviluppato la questione della connessione fra le fondazioni Rockefeller e Ford e i finanziamenti ai movimenti ambientalisti.

Come Barker ha sottolineato, dopo la Seconda Guerra mondiale l’opinione pubblica si è sempre più preoccupata per le problematiche ambientali, dal momento in cui il “complesso chimico-industriale” si sviluppava ad una velocità stupefacente. [63]

Visto che gli interessi di Rockefeller erano pesantemente coinvolti nell’industria chimica, la tendenza crescente a ragionare e a preoccuparsi per le problematiche ambientali doveva immediatamente essere controllata e guidata verso una direzione favorevole agli interessi delle élite.

Per condizionare il movimento ambientalista, nascevano due importanti organizzazioni, la “Conservation Foundation” e la “Resources for the Future”, che per larga parte dipendevano dai finanziamenti delle Fondazioni Rockefeller e Ford, ed entrambe queste organizzazioni per la difesa ambientale avevano l’obiettivo di “promuovere un approccio per la conservazione delle risorse, esplicitamente in favore dell’impresa.” [64]

Laurance Rockefeller partecipava come amministratore delegato della Conservation Foundation, e fra gli anni ’50 e ’60 donava 50.000 dollari all’anno. Inoltre, la Conservation Foundation era stata fondata da Fairfield Osborn, il cui cugino, Frederick Osborn, divenne un’altra voce importante nel movimento per la difesa dell’ambiente. [65] Nel contempo, Frederick Osborn operava nell’ambito del Population Council di Rockefeller ed era presidente della Società Americana di Eugenetica.

Nel 1952, la  Fondazione Ford creava l’organizzazione Resources for the Future (RFF), (lo stesso anno in cui i Rockefeller davano vita al Population Council), e i primi fondatori erano anche “consiglieri generali di John D. Rockefeller per le questioni della difesa dell’ambiente.”  

Nel 1958 Laurance Rockefeller andava a far parte della direzione della RFF, e nel 1970 la RFF riceveva 500.000 dollari dalla Fondazione Rockefeller.[66]

La Fondazione Ford avrebbe creato anche l’Environmental Defense Fund [Fondo per la Difesa dell’Ambiente] (EDF), il Natural Resources Defense Council [Consiglio per la Difesa delle Risorse Naturali] (NRDC), e il Sierra Club Legal Defense Fund [Fondo del Sierra Club per la Difesa Legale]. [67]

McGeorge Bundy, che era stato presidente della Fondazione Ford dal 1966 fino al 1979, una volta aveva affermato che, “la Fondazione potrebbe venire considerata in buona sostanza come la “salvaguardia mondiale del capitalismo.” [68]

Certamente una delle più importanti, se non la più importante fra le organizzazioni ambientaliste nel mondo è la World Wildlife Foundation [Fondo Mondiale per la Natura] (WWF).

Il WWF veniva fondato l’11 settembre 1961 da Sir Julian Huxley, il primo Direttore Generale dell’organizzazione ONU, l’UNESCO.[69]

Sir Julian Huxley era anche amministratore delegato della Società Britannica di Eugenetica dal 1925, e suo presidente dal 1959-62.

Nella biografia di Julian Huxley sul sito web della Società Britannica di Eugenetica (ora conosciuta come Galton Institute – un centro ricerche di genetica), veniva evidenziato come “Huxley ritiene che l’eugenetica un giorno verrà considerata condizione indispensabile per il progresso della razza umana. Un evento catastrofico può essere necessario per l’evoluzionead un ritmo accelerato, come l’estinzione dei dinosauri ha reso possibile ai mammiferi la conquista del mondo. Questo assomiglia molto alle idee il cui tempo non è ancora arrivato; devono passare i periodi in cui non sono generalmente accettate. Così, i piccoli mammiferi al tempo dei dinosauri dovevano attendere la loro opportunità.” [70]

Nel 1962, Rachel Carson, una biologa marina statunitense, pubblicava il suo lavoro originale, “Silent Spring” , che a lungo è stato accreditato come il documento piattaforma di lancio del moderno movimento ambientalista. Per larga parte il libro stigmatizzava l’uso dei pesticidi come grave minaccia per l’ambiente e per la salute dell’uomo e degli animali.

Di particolare nota, lei appariva come la forte promotrice della campagna contro il DDT [l’insetticida Diclo-Difenil-Tricloroetano].

Carson moriva nel 1964, ma la sua eredità resta come pietra angolare dell’emergente movimento ambientalista.  

L’Environmental Defense Fund, il Fondo per la Difesa dell’Ambiente, vedeva la luce nel 1967 con lo specifico scopo di mettere al bando il DDT. Molti dei finanziamenti iniziali erano di provenienza della Fondazione Ford.[71]

Nel 1970, questa Fondazione si adoperava per la formazione dell’Environmental Protection Agency [Agenzia per la Protezione dell’Ambiente] (EPA), un’agenzia ufficiale del governo degli Stati Uniti.

Nel 1972, l’EPA metteva al bando l’uso del DDT negli Stati Uniti. Da questo momento, “la proibizione all’uso del DDT si estendeva e veniva appoggiata attraverso la pressione di organizzazioni non governative, da convenzioni coercitive e mediante la minaccia di sanzioni economiche da parte di fondazioni, nazioni ed agenzie per gli aiuti internazionali.” [72]

Generalmente, il DDT è considerato come carcinogeno, e però non era mai stato messo in questione il suo utilizzo, fino all’individuazione degli effetti dell’impiego del DDT dal punto di vista ambientale.

In particolare, abbiamo bisogno di guardare all’Africa per comprendere la funzione significativa del DDT, e perché esiste la necessità di rivalutare il suo potenziale impiego, valutando i pro e i contro del suo uso. Dobbiamo portare la questione nell’ambito dell’“elemento umano” e cercare un equilibrio con “l’elemento ambientale”, invece di semplicemente stralciare l’aspetto umano della questione.

Nel 2000, la World Health Organization [Organizzazione Mondiale della Sanità] (WHO) affermava che “la malaria contagia più di 300 milioni di persone. Uccide quasi due milioni di individui, molti dei quali nell’Africa sub-sahariana. Più della metà delle vittime sono bambini, che muoiono alla velocità di due bambini al minuto o di 3.000 al giorno. (…) Dal 1972, più di 50 milioni di persone sono morte per causa di questo morbo temibile. Molti erano sicuramente indeboliti a causa dell’AIDS o per la dissenteria, ma certamente sono morti di malaria.”

Nel solo 2002, 80.000 Ugandesi sono morti a causa della malaria, metà dei quali bambini.[73]

Il fatto è che:

Nessun altro prodotto chimico si avvicina al DDT come strumento a disposizione  veramente efficace per respingere le zanzare dalle abitazioni, per disinfestare qualsiasi terreno e le pareti, e per disorientare quelle che non vengono uccise o vengono respinte, eliminando in gran parte il loro stimolo a pungere nelle case che sono trattate una o due volte l’anno con piccole quantità di questo insetticida miracoloso.” [74]

Donald Roberts, professore di sanità pubblica in ambiente tropicale all’Uniformed Services University of Health Sciences, spiegava che, “il DDT è ad azione prolungata; non esistono alternative”, e quando in conclusione si arriva a toccare il problema dei paesi e dei popoli poveri, “il DDT è economico; non esistono alternative. Fine della storia!” [75]

Richard Tren, presidente di Africa Fighting Malaria [Africa in Lotta con la Malaria], dichiarava: “Nei 60 anni da quando il DDT è stato introdotto per la prima volta, nemmeno un solo lavoro scientifico è stato in grado di portare ad esempio anche un solo caso di danno fisico recato all’uomo derivato dall’uso del DDT.”  

Alla fine della Seconda Guerra mondiale, il DDT è stato utilizzato su quasi tutti i sopravvissuti ai campi di concentramento per impedire il tifo, e “l’uso diffuso del DDT in Europa e negli Stati Uniti ha giocato un ruolo vitale per sradicare la malaria e il tifo in entrambi i continenti.”

Inoltre, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO), mettendo sotto inchiesta l’impiego del DDT, non ha potuto trovare “un qualsiasi possibile effetto negativo del DDT” , e ha sottolineato che si trattava del “più sicuro dei pesticidi utilizzati per irrorare la spazzatura e per programmi di controllo di portatori di malattie infettive.” [76]

Tuttavia, organizzazioni come l’Organizzazione Mondiale della Sanità, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), la Banca Mondiale, Greenpeace, il WWF e tante altre istituzioni si oppongono ancora adamantinamente all’uso del DDT. 

Mentre il DDT non è ancora completamente proibito, è estremamente difficile vederne l’impiego in posti come l’Africa, a causa della mancanza di finanziamenti.

Il finanziamento per l’assistenza sanitaria e per i programmi specifici per le malattie proviene in larga parte da agenzie di aiuti e da organizzazioni non governative occidentali, e “l’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale [USAID] non finanzierà irrorazioni di residui all’interno delle abitazioni e nemmeno lo faranno altri donatori,” così si esprimeva Richard Tren, il che “sta a significare che la maggior parte dei paesi africani devono utilizzare qualsiasi cosa questi donatori sono disposti a finanziare (ad esempio, zanzariere), che potrebbe rivelarsi come la donazione meno appropriata.” [77]

Nel 2002, un ministro della sanità ugandese affermava: “La vita della nostra gente è di primaria importanza. Gli Occidentali sono preoccupati per l’ambiente, visto che noi condividiamo questo ambiente con loro. Ma loro non si preoccupano della malaria, visto che non è un loro problema. In Europa, hanno usato il DDT per disinfestare le zanzare anofele che causano la malaria. Perché noi non possiamo usare il DDT per sterminare il nemico nel nostro ambiente?” [78]

Michael Crichton, uno scrittore e laureato in biologia molecolare, apertamente dichiarava: “L’aver proibito l’uso del DDT è uno degli episodi più vergognosi della storia dell’America del ventesimo secolo. Noi lo sapevamo molto bene, e l’abbiamo fatto comunque, e abbiamo lasciato morire tanta gente nel mondo e non ce ne importa proprio nulla!”

Come spiegava in modo eloquente lo scrittore Paul Driessen, gli Occidentali “non avrebbero mai tollerato di sentirsi dire che dovevano proteggere i loro figli esclusivamente utilizzando zanzariere, pesci che si nutrono delle larve delle zanzare e medicinali. Però, loro sono stati in silenzio rispetto alle condizioni in Africa e rispetto agli intollerabili comportamenti dei gruppi ambientalisti, delle agenzie umanitarie e dei loro stessi governi.”[79]

 

James Lovelock, scienziato, ricercatore, ambientalista e futurista, è diventato famoso attraverso la divulgazione della sua enunciazione concettuale nota come “ipotesi Gaia”.  

Lovelock aveva iniziato a scrivere di questa teoria nelle riviste specializzate agli inizi degli anni’70, ma diveniva famoso nel 1979 dopo la pubblicazione del suo libro, “Gaia: A New Look at Life on Earth [Gaia: un nuovo sguardo alla vita sulla Terra].”

Questa ipotesi generale teorizza che la Terra reagisce come un organismo unitario, in cui tutti gli aspetti sono interconnessi e le reazioni avvengono in maniera specifica, tali da promuovere in modo ottimale l’ambiente terrestre. Ecco perché la teoria ha preso il nome dalla dea greca della Terra, Gaia. Nel paragrafo di apertura di questo libro, egli dichiarava che “ la ricerca di Gaia è un tentativo di rintracciare la più grande creatura vivente sulla Terra.” [80]

Questa teoria ha provocato tante critiche nell’ambito della comunità scientifica, visto che molti l’hanno considerata semplicemente come una descrizione metaforica dei processi della Terra. [81]

Lovelock era anche famoso per fare sconclusionate dichiarazioni premonitrici. Nel 2006, scriveva un articolo per l’Independent, in cui affermava: “La mia teoria Gaia vede la Terra comportarsi come un essere vivente e chiaramente ogni essere vivente può godere di buona salute o soffrire per qualche malattia. (…) La Terra è seriamente malata e vicina a cadere in uno stato di febbre morbosa che può durare per 100.000 anni.”[82]

Nel 2008, il Guardian intervistava Lovelock, il quale sosteneva che era “troppo tardi” per fare qualsiasi cosa rispetto al riscaldamento globale, che la catastrofe era inevitabile, e che “circa l’80% della popolazione mondiale era destinato all’estinzione entro il 2100.”[83]

Nell’agosto del 2009, Lovelock è diventato un attivo sostenitore dell’Optimum Population Trust, un’organizzazione britannica per il controllo demografico.

Nel momento di assumere questo ruolo, affermava:

Coloro che non riescono a vedere che la crescita demografica e i cambiamenti climatici sono due facce della stessa medaglia, o sono ignoranti o nascondono la verità. Questi due immensi problemi ambientali sono inseparabili e discutere di uno mentre non si tiene in considerazione l’altro è irrazionale. (…) Come è possible diminuire le emissioni di anidride carbonica e l’utilizzo del territorio, se il numero di coloro che emettono anidride e occupano lo spazio cresce in modo inesorabile? Quando gli ambientalisti, che si dichiarano essere ‘verdi’, riconosceranno la verità e parleranno forte e chiaro?” [84]

Tasse e commerci sulle emissioni carboniche e crediti per queste emissioni praticamente mercificano la nostra atmosfera, in modo che l’aria che respiriamo diventa in effetti una proprietà che viene acquistata e venduta. Una tassa sull’anidride carbonica è una tassa sulla vita. Dal momento che la linfa della società industriale è il petrolio, per ottenere sviluppo ne derivano emissioni di anidride carbonica. Le restrizioni sulle emissioni, in modo particolare lo scambio di crediti di emissione di anidride carbonica, vale a dire il commercio del “diritto” ad inquinare per un determinato ammontare di denaro, influenzeranno in modo sproporzionato il mondo in via di sviluppo, che non può permettersi di finanziare il suo sviluppo.

Le corporation e le banche commerceranno e si approprieranno dei crediti delle emissioni di anidride carbonica nel mondo, garantendosi il diritto esclusivo ad inquinare e a controllare le risorse del mondo e l’ambiente. Entro dieci anni, il mercato delle transizioni delle emissioni di anidride carbonica potrebbe assumere dimensioni doppie del mercato mondiale del petrolio. [85]

Rispetto alla conferenza di Copenhagen del dicembre 2009 sui fattori climatici, che in buona sostanza ha registrato un insuccesso, l’effettiva fonte di questo fallimento sta in un documento, che ha rivelato la vera natura dei negoziati, il “Danish Text.”

Il “Danish Text” consisteva in un documento del governo danese, fatto trapelare, che delineava uno schema di accordo “che assegnava più potere ai paesi ricchi. (…) Lo schema assegnava alla Banca Mondiale l’effettivo controllo della parte finanziaria relativa alle variazioni climatiche e prevedeva la concessione di maggiori fondi per aiutare i paesi poveri ad adattarsi ai cambiamenti climatici, comunque a loro carico l’assunzione di una serie opportuna di azioni.”[86]

In altre parole, questo era il nuovo strumento per esercitare un “potere condizionante” sul mondo in via di sviluppo e sempre più sul mondo sviluppato.

Naturalmente, questo “potere condizionante” implica una ristrutturazione della società secondo direttive designate dalla Banca Mondiale.

Mentre questi sono solo esempi di come il mondo della scienza influenzi e regoli il modello di società e il controllo dell’umanità,  su questi temi è necessario aprire molto di più il dibattito. Mentre la scienza può essere utilizzata per portare benefici al genere umano, ancor di più può essere usata per controllare in modo oppressivo l’umanità.

Le persone che gestiscono la nostra società pensano che noi abbiamo bisogno di essere controllati, e quindi reindirizzano l’apparato sociale verso sistemi di controllo e di coercizione. La scienza può consentirci di comprendere un’idea o un organismo; ma nel fare questo, può anche permetterci di capire come dominare e controllare quell’idea e quell’organismo.

Noi dobbiamo impegnarci in una discussione continua sulla nostra società in evoluzione, per capire meglio la natura di questi cambiamenti e per individuare come questi potrebbero incidere su di noi, sia positivamente che negativamente.

Se non attraverso la Rivoluzione Tecnologica (o “Tecnetronica “), le élite non avrebbero mai avuto accesso a tali potenti mezzi di controllo, ma, nel contempo, le persone non hanno mai avuto grandi possibilità di entrare in relazione fra di loro attraverso i mezzi di comunicazione di massa ed Internet.

Allora, mentre le scienze ambientaliste possono consentirci di comprendere meglio il nostro ambiente, un po’ sembriamo essere ancora degli adolescenti in fase di formazione, in noi si sviluppano anche le nostre potenzialità, e purtroppo anche la tentazione, di controllare e modellare a nostro uso l’ambiente.

La scienza può essere sfruttata sia per liberare che per imprigionare la mente dell’uomo.

È indispensabile un nostro approccio a discutere le problematiche connesse con la scienza da questa prospettiva, non da una visione ristretta, gretta, che crea divisioni in un mondo tutto bianco o tutto nero, di “sinistra” o di “destra”, di religione o di scienza.

Non possiamo semplicemente considerare le critiche e l’opposizione agli sforzi sociali e scientifici come “arretratezze”, o fondate su “dottrine religiose irrazionali”. Esistono motivazioni razionali e propositi per muovere critiche e dibattere su tutti questi problemi, e posizioni razionali di dissenso.   

Temi come il cambiamento climatico causano generalmente divergenze fra coloro che “credono” nella variazione del clima e quelli che sono definiti “negazionisti”, e questo è un approccio insincero e che crea divisioni in un dibattito razionale.

Così si impone il silenzio agli uomini di scienza critici, che non ricevono finanziamenti dai governi o dalle imprese. Coloro che dissentono vengono classificati nel novero dei “negazionisti”, e si utilizzano retoriche come quella usata contro i negazionisti dell’Olocausto, mentre la maggior parte del dissenso all’interno della comunità scientifica proviene da chi, più semplicemente, considera le azioni di altre forze (spesso naturali, come le radiazioni solari) responsabili delle variazioni attuali del nostro clima.

Costoro non “negano” il cambiamento del clima, ma dissentono sulle cause e sulle conseguenze. Non vale la pena sentire la loro opinione? Se stiamo rimodellando tutta la nostra sfera politica ed economica globale, come risultato della nostra percezione apparentemente “collettiva” di questa questione, non è poi di fondamentale importanza ascoltare altre voci, specialmente quelle di dissenso, al fine di capire meglio il problema?

 

Fondere l’Uomo e la Macchina: il futuro dell’Umanità

Transcendence, trama e significato del film con Johnny Depp

Eisenhower ammoniva: “La prospettiva di dominio della Nazione da parte degli studiosi attraverso impieghi federali, assegnazioni di progetti, e il potere del denaro è sempre presente – ed è da considerarsi in modo preoccupante. (…) Perciò, dobbiamo essere attenti al pericolo che ci sta di fronte, che la politica pubblica possa essa stessa divenire prigioniera di una élite scientifico-tecnologica.” [87]

Bill Joy, uno scienziato informatico e co-fondatore di “Sun Microsystems”, già co-presidente della commissione presidenziale sul futuro della ricerca sulle tecnologie dell’informazione (IT), nel 2000 scriveva un articolo per “Wired Magazine” dal titolo, “Perché questo futuro non ci è necessario.” Joy sottolineava la possibilità in una società tecnologica di un prossimo futuro che “nuove tecnologie, come l’ingegneria genetica e le nanotecnologie, ci avrebbero fornito il potere di costruire una nuova versione del mondo.” Uno sviluppo sensazionale nel mondo è quello della tecnologia robotica e il suo potenziale impatto sulla società.

Joy spiega:

Abituati a vivere in presenza quasi routinaria di svolte scientifiche importanti, noi dobbiamo ancora fare i conti con il fatto che molte tecnologie di interesse primario del ventunesimo secolo, la robotica, l’ingegneria genetica, le nanotecnologie, costituiscono una minaccia diversa rispetto alle tecnologie che erano presenti in precedenza. Nello specifico, i robot, gli organismi geneticamente modificati, i nanorobot condividono un pericoloso fattore moltiplicativo: ‘Possono auto-replicarsi’. Una bomba può esplodere una volta sola, ma un robot può autoriprodursi per molte volte, e rapidamente andare fuori controllo.” [88]

Joy chiarisce che, mentre queste tecnologie possono produrre il bene, e conformemente sono promosse e se ne danno motivazioni in nome di questo scopo (come la cura delle malattie, ecc.), “mediante ciascuna di queste tecnologie, una sequenza di piccoli, ma singolarmente rilevanti, progressi conduce ad un’accumulazione di grande potere e, contemporaneamente, ad un grande pericolo.” Joy ammonisce in modo inquietante:

Le tecnologie del ventunesimo secolo, la genetica, le nanotecnologie e la robotica (GNR), sono così potenti da poter generare nuove categorie di accidenti e abusi. In modo estremamente pericoloso, per la prima volta, questi accidenti ed abusi possono essere provocati senza remore da individui o da piccoli gruppi. Costoro non avranno bisogno di grandi impianti o di rare materie prime. Sola le conoscenze tecnologiche consentiranno loro l’esercizio del potere. Così, non esiste solo la disponibilità di armi di distruzione di massa, ma di armi di distruzione di massa rese potenti dalla conoscenza tecnologica (KMD), la cui distruttività viene enormemente amplificata dal potere di auto-replicazione. Penso che non sia esagerato affermare che ci troviamo sulla cuspide di una ulteriore perfezione del male assoluto, un male le cui potenzialità si estendono ben al di là di quello che le armi di distruzione di massa hanno lasciato in eredità agli Stati-nazione, un male che prevede un potenziamento sorprendente e terribile di singole individualità estremiste.” [89]

In altre parole: noi stiamo entrando in un’era che deve fare i conti con i “dittatori scientifici” della visione da incubo di Huxley in “Un nuovo splendido mondo”.

Joy spiegava che dal 2030, “noi saremo verosimilmente in grado di costruire macchine, in quantità, un milione di volte più potenti dei personal computer attuali.” Quindi:

Dato che questa enorme potenza di elaborazione dati si combina con i progressi manipolativi delle scienze fisiche e con le nuove profonde conoscenze nel campo della genetica, si scatena un enorme potere di trasformazione. Queste combinazioni aprono alla possibilità di ridisegnare completamente il mondo, nel bene o nel male: i processi di replicazione ed evolutivi che erano confinati nel mondo della natura stanno per diventare di dominio dell’attività dell’uomo.” [90]

Joy ha preso in esame la natura trasformativa della robotica, quando sarà possibile costruire un robot intelligente a partire dal 2030: “E come esisterà un robot intelligente, questo è solo un piccolo passaggio verso la specie robot, vale a dire verso un robot intelligente in grado di produrre copie evolute di se stesso.” In più, “un secondo sogno della robotica è che gradualmente sostituiremo noi stessi mediante la nostra tecnologia robotica, acquisendo quasi l’immortalità con lo scaricare le nostre coscienze.”

Inoltre, Joy mette in guardia su ciò che potrà derivare dalla corsa agli armamenti, dato lo sviluppo di queste tecnologie, proprio come avvenuto nel secolo ventesimo per le armi nucleari, radiologiche e biologiche. [91]

Joy ha puntualizzato che nel ventesimo secolo queste tecnologie erano per larga parte prodotte dai governi, mentre nel ventunesimo secolo le nuove tecnologie dell’ingegneria genetica, delle nanotecnologie e della robotica (GNR), sono i prodotti di corporation e del capitalismo.

Quindi la forza trainante è quella della competizione, del desiderio di possesso e del controllo del sistema economico, caratteristica del capitalismo.

Quindi, si riscontrano molto meno controlli e messa in discussione di queste nuove tecnologie rispetto alle tecnologie del ventesimo secolo, visto che le nuove tecnologie vengono sviluppate in laboratori di proprietà privata, non pubblica.

Joy cita spesso un passo dal Manifesto di Unabomber Kaczynski in merito a una distopia, ad una condizione futura negativa, sgradevole e non auspicabile in alcun modo, che comunque Joy ritiene avere il “merito del ragionamento”. [N.d.tr.: Theodore John Kaczynski, noto anche come Unabomber, è un criminale statunitense, condannato per aver inviato pacchi postali esplosivi a numerose persone, durante un periodo di quasi diciotto anni, provocando tre morti e 23 feriti. Ha giustificato i suoi atti come tentativi di combattere contro quelli che lui considerava i pericoli del progresso tecnologico.]

Nel caso in cui venga mantenuto il controllo dell’uomo sulle macchine, (in opposizione all’assunzione del controllo da parte delle macchine), ecco i …pronostici di “Unabomber”:

Il controllo sui grandi sistemi di macchine starà nelle mani di una piccola élite – proprio come lo è oggi, ma con due differenze. Grazie alle tecniche perfezionate, l’élite avrà un maggiore controllo sulle masse; e poiché il lavoro umano non sarà più a lungo necessario, le masse diventeranno superflue, un fardello inutile al sistema. Dovessero le élite essere spietate, potrebbero semplicemente decidere di sterminare la massa dell’umanità. Se…compassionevoli, le élite possono utilizzare la propaganda o altre tecniche psicologiche o biologiche per ridurre il tasso di natalità, fino all’annientamento della massa del genere umano, lasciando il mondo riservato alle élite. Oppure, se le élite sono composte da liberali dal cuore tenero, possono decidere di svolgere il ruolo di buoni pastori per il resto della razza umana. Faranno in modo che le esigenze fisiche di tutti siano soddisfatte, che tutti i bambini siano allevati in condizioni psicologicamente igieniche, che ognuno di noi coltivi un hobby sano per tenersi attivo, e che chiunque possa ritenersi insoddisfatto sia sottoposto ad un ‘trattamento’ per risolvere il suo ‘problema’. Naturalmente, la vita sarà così senza scopo che la gente dovrà essere biologicamente o psicologicamente progettata sia per rimuovere i loro bisogni dal processo di potere o per “sublimare” il loro impulso indirizzandolo verso qualche innocuo passatempo. Questi esseri umani ingegnerizzati possono essere felici in una società del genere, ma certamente non essere liberi. Essi saranno ridotti allo status di animali domestici.” [92]

In verità, una visione orrenda;ma che si basa sulle idee di Huxley, Russell e Brzezinski, che prevedono un popolo che, attraverso strumenti biologici e psicologici, viene costruito per amare la propria servitù.

Huxley ha visto l’emergere di un mondo in cui l’umanità, ancora un animale selvatico, viene addomesticato; dove solo le élite rimangono barbare e con la libertà di assumere decisioni, mentre le masse sono addomesticate come animali domestici.

Huxley riteneva che, “negli uomini e nelle donne crescerà l’amore per la loro servitù e non avranno mai il sogno di un cambiamento, di una rivoluzione. Non sembrerà mai esserci alcun buon motivo per cui una dittatura perfettamente scientifica dovrebbe venire rovesciata.”[93]

Noi possiamo subire una dittatura scientifica, o…

Possiamo costruire un’alternativa. Rafforziamo, mobilitiamo, decentralizziamo, utilizziamo il risveglio politico globale per la costruzione di un movimento globale di soggetti non semplicemente consapevoli politicamente, ma politicamente attivi ed impegnati. Un mondo dove gli individui non siano solo spettatori dell’apparato di potere politico, economico e sociale che influenza le loro esistenze; ma un mondo in cui le persone cercano attivamente di cambiare, per soddisfare meglio le loro vite e la loro libertà.

Abbiamo bisogno di capirci meglio, gli uni con gli altri, ma per farlo non possiamo guardarci, gli uni con gli altri, attraverso le lenti rigide ed ingannevoli del potere.

Per capirci gli uni con gli altri, dobbiamo conoscerci. Le persone devono comunicare tra di loro in tutto il mondo, le idee devono essere scambiate tra le persone e discusse, dibattute e le decisioni prese assieme, il popolo deve decidere del proprio futuro.

Se non si vuole che le élite dominino le nostre esistenze, non diamo loro il potere di farlo. Parliamo fra di noi, determiniamo i nostri sistemi politici, economici e sociali. Non affidiamo ad idee agonizzanti e ad istituzioni malate la determinazione del nostro futuro.  

Gli strumenti e i sistemi di controllo sociale sono molteplici e sfuggono alla nostra attenzione; hanno la forza di penetrare la biologia e la stessa psicologia delle persone.

Le élite, in ragione del fatto della loro presunta superiore “innata” intelligenza e differenziazione, sentono che è stato affidato loro il controllo della società e il compito di rimodellarla come meglio credono, per plasmare e strutturare l’opinione pubblica e le idee in maniera loro consona. Hanno la convinzione che essenzialmente le persone sono esseri emotivamente irrazionali, e quindi devono essere controllate da una élite, altrimenti il mondo piomberebbe nel caos.

Questo è ciò che puntella i concetti di “stabilità” e “ordine”.  

I poteri dello Stato vengono utilizzati per combattere ogni forma progressista di cambiamento, che la società mai ha così sviluppato per il suo miglioramento: i diritti delle donne, i diritti razziali, i diritti civili, il movimento contro la guerra, i diritti degli omosessuali, ecc.

Fin dall’inizio, l’impulso – l’immediata reazione dello Stato – è stato quello di opprimere i movimenti sociali e di sopprimere le libertà dell’uomo. Questo approccio conduce spesso a una situazione in cui i movimenti sociali sono accettati solo se si lasciano co-optare dallo Stato, o dalle potenti forze economiche che esercitano la loro influenza sullo Stato, per condizionarne e modificarne la politica .

Vale la pena guadagnare la stabilità e l’ordine al prezzo della nostra stessa umanità? Abbiamo davvero bisogno di questa guida eterna, che è stata costante per quasi tutta la storia dell’umanità, a trattare la specie umana come se fosse in un costante stato di adolescenza, mai abbastanza preparata a prendere proprie decisioni o a camminare nel mondo in modo autonomo?

Ebbene, è giunto il momento per l’umanità di crescere, di abbandonare la straniante comodità di essere soggetto di autoritarismo mentale.

La lotta per conquistare l’autonomia dell’uomo è solo all’inizio; solo ora tutta l’umanità è politicamente in risveglio, ma solo ora – e mai prima – tutta l’umanità consapevole ha la grande e perfetta opportunità di ridisegnare il mondo, di riprendere il potere, di ri-immaginare l’individualità e di rivitalizzare la libertà.

Il nostro mondo non è governato da una cospirazione, ma dalle idee: le idee di potere, del denaro, dello Stato, del militarismo, di impero, razza, religione, sesso, genere, dei politici e demagogiche. L’unica sfida a queste idee è costituita da idee nuove. Esistono circa 6.000 membri che formano

l’“élite globale”, [94] ci sono oltre 6,8 miliardi di persone nel mondo. Questo suona come il più grande potenziale per nuove idee. La più grande risorsa per il futuro dell’umanità non risiede nel “controllo” dell’umanità, che è condannato ad un fallimento conclusivo, ma nella liberazione della mente umana e nell’incoraggiamento dello spirito.

Le persone possono comprendere i principi della scienza e i meccanismi della mente, le funzioni della psicologia, la capacità della forza umana, ma ancor oggi non conosciamo come dalle funzioni biologiche possa venire creata la nona sinfonia di Beethoven.

L’umanità è ancora un mistero per gli esseri umani, e sembra probabile che le migliori risposte alle domande: “come dovremmo vivere?”, “come dovrebbero le nostre società funzionare?”, siano meglio soddisfatte dalla risposta alla domanda più importante: “perché siamo noi qui ?”.

Se lo scopo dei popoli e dell’umanità è quello di consumare e dominare, allora la nostra situazione attuale può apparire del tutto naturale. Se dobbiamo pensare in modo più consapevole, allora dobbiamo diventare migliori. Se intendiamo essere liberi, dobbiamo diventare liberi. Le idee sono strumenti potenti: possono costruire imperi, e farli crollare altrettanto facilmente.

Nel 1967, il dr. Martin Luther King pronunciava uno dei suoi discorsi più toccanti e importanti , “Beyond Vietnam – Al di là del Vietnam”, in cui egli si esprimeva contro la guerra e l’imperialismo. Ha consegnato all’umanità parole che fanno riflettere:

 “Sono convinto che se vogliamo trovarci dalla parte giusta della rivoluzione mondiale, noi come nazione dobbiamo sottoporci ad una rivoluzione radicale dei valori. Dobbiamo rapidamente dare inizio al passaggio da una società ‘orientata-alle-cose’ ad una società ‘orientata-alle-persone’. Quando le macchine e i computer, le ragioni del profitto e i diritti di proprietà sono considerati più importanti delle persone, allora diventa impossibile sconfiggere i tre giganti, il razzismo, il materialismo e il militarismo.” [95]

Note

[1] Aldous Huxley, Brave New World and Brave New World Revisited. (Harper Perennial, New York, 2004), pagina 255

[2] Ibid, pagina 259.

[3] Bertrand Russell, The Impact of Science on Society, (Routledge, 1985), pagina 40

[4] Ibid, pagina 66.

[5] Ibid, pagina 62.

[6] Ibid, pagina 58.

[7] Ibid, pagina 117.

[8] Ibid, pagina 118.

[9] Ibid, pagina 63.

[10] Aldous Huxley, The Ultimate Revolution, 20 marzo 1962. Berkeley Language Center – Archivio dei discorsi SA 0269: http://sunsite.berkeley.edu/Speech/VideoTest/audiofiles.html#huxley

[11] Dwight D. Eisenhower, Eisenhower’s Farewell Address to the Nation. 17 gennaio 1961: http://mcadams.posc.mu.edu/ike.htm

[12] Zbigniew Brzezinski, Between Two Ages: America’s Role in the Technetronic Era. (Viking Press, New York, 1970), pagina 97

[13] Edwin Black, Eugenics and the Nazis — the California connection. The San Francisco Chronicle: 9 novembre 2003:
http://articles.sfgate.com/2003-11-09/opinion/17517477_1_eugenics-ethnic-cleansing-master-race

[14] Michael Barker, The Liberal Foundations of Environmentalism: Revisiting the Rockefeller-Ford Connection. Capitalism Nature Socialism: Volume 19, Numero 2, giugno 2008

[15] Bruno Waterfield, Dutch Prince Bernhard ‘was member of Nazi party’. The Telegraph: 5 marzo 2010:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/europe/netherlands/7377402/Dutch-Prince-Bernhard-was-member-of-Nazi-party.html

[16] Julian Huxley, UNESCO Its Purpose and Its Philosophy (1946). Preparatory Commission of the United Nations Educational, Scientific and Cultural Organisation, pagina 61.

[17] Ibid, pagina 21.

[18] Ibid, pagine 37-38.

[19] Ibid, pagina 38.

[20] Ibid.

[21] Ibid, pagina 18.

[22] Edwin Black, War Against the Weak: Eugenics and America’s Campaign to Create a Master Race. (New York: Thunders’s Mouth Press, 2004), pagina 418

[23] Martin Morse Wooster, The War Against Fertility. The Wall Street Journal: 1 aprile 2008:
http://online.wsj.com/article/SB120700566688178565.html?mod=hpp_europe_leisure

[24] Garland E. Allen, “Is a New Eugenics Afoot?” Science Magazine, 5 ottobre 2001: Vol. 294, no. 5540:
http://www.sciencemag.org/cgi/content/full/294/5540/59

[25] Ibid.

[26] Ibid.

[27] Niall Firth, Human race will ‘split into two different species’. The Daily Mail: 26 ottobre 2007:
http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-489653/Human-race-split-different-species.html

[28] Edwin Black, War Against the Weak: Eugenics and America’s Campaign to Create a Master Race (New York: Thunder’s Mouth Press, 2004), pagine11-12

[29] Ibid, pagine 12-13.

[30] Ibid, pagina 19.

[31] Ibid, pagina 28.

[32] Ibid, pagina 416.

[33] Ibid, pagina 418.

[34] Simon Butler, The Dark History of Population Control. Climate and Capitalism: 23 novembre 2009: http://climateandcapitalism.com/?p=1293

[35] History about the Population Council. The Population Council: 10 settembre 2008: http://www.popcouncil.org/about/history.html

[36] Martin Morse Wooster, The War Against Fertility. The Wall Street Journal: 1 aprile 2008: http://online.wsj.com/article/SB120700566688178565.html?mod=hpp_europe_leisure

[37] History about the Population Council History. The Population Council: 10 settembre 2008: http://www.popcouncil.org/about/history.html

[38] Review, Horrid History. The Economist: 24 maggio 2008

[39] Heli Kasanen, Book Review: Fatal misconception: the struggle to control world population, by Matthew Connelly: The Electronic Journal of Sustainable Development, 2009, 1(3), pagina 15

[40] Review, Horrid History. The Economist: 24 maggio 2008

[41] Helen Epstein, The Strange History of Birth Control. The New York Review of Books: 18 agosto 2008: http://www.powells.com/review/2008_08_18.html

[42] Dominic Lawson, Fatal Misconception: The Struggle to Control World Population, by Matthew Connelly. The Sunday Times: 18 maggio 2008: http://entertainment.timesonline.co.uk/tol/arts_and_entertainment/books/non-fiction/article3938455.ece

[43] Fred Pearce, Fatal Misconception by Matthew Connelly. The New Scientist: 21 maggio 2008:
http://www.newscientist.com/article/mg19826572.400-review-ifatal-misconceptioni-by-matthew-connelly.html

[44] Jack M. Hollander, The Real Environmental Crisis: Why Poverty, Not Affluence, Is the Environment’s Number One Enemy. (University of California Press: Berkeley, 2003), pagina 30

[45] Lara Knudsen, Reproductive Rights in a Global Context. (Vanderbilt University Press: 2006), pagina 3

[46] Simon Butler, The Dark History of Population Control. Climate and Capitalism: 23 novembre 2009: http://climateandcapitalism.com/?p=1293

[47] Nicholas D. Kristof, Birth Control for Others. The New York Times: 23 marzo 2008: http://www.nytimes.com/2008/03/23/books/review/Kristof-t.html

[48] Helen Epstein, The Strange History of Birth Control. The New York Review of Books: 18 agosto 2008: http://www.powells.com/review/2008_08_18.html

[49] Ibid.

[50] Ibid.

[51] UNFPA, UNFPA and the United Nations System. Sull’ UNFPA vedi: http://www.unfpa.org/about/unsystem.htm

[52] Population and the American Future, The Report of The Commission on Population Growth and the American Future. The Center for Research on Population and Security: 27 marzo1972:
http://www.populationsecurity.org/rockefeller/001_population_growth_and_the_american_future.htm#Commission

[53] NSSM 200, Implications of Worldwide Population Growth for U.S. Security and Overseas Interests. National Security Study Memorandum (NSSM) 200: 24 aprile 1974: http://www.population-security.org/11-CH3.html#summary

[54] Ibid.

[55] Ibid.

[56] Martin Morse Wooster, The War Against Fertility. The Wall Street Journal: 1 aprile 2008:
http://online.wsj.com/article/SB120700566688178565.html?mod=hpp_europe_leisure

[57] Ibid.

[58] Helen Epstein, The Strange History of Birth Control. The New York Review of Books: 18 agosto 2008: http://www.powells.com/review/2008_08_18.html

[59] Heli Kasanen, Book Review: Fatal misconception: the struggle to control world population, by Matthew Connelly: The Electronic Journal of Sustainable Development, 2009, 1(3), pagina 15

[60] Helen Epstein, The Strange History of Birth Control. The New York Review of Books, 18 agosto 2008: http://www.powells.com/review/2008_08_18.html

[61] F. William Engdahl, Seeds of Destruction: The Hidden Agenda of Genetic Manipulation. (Global Research, Montreal: 2007), pagina 65

[62] Simon Butler, The Dark History of Population Control. Climate and Capitalism: 23 novembre 2009: http://climateandcapitalism.com/?p=1293

[63] Michael Barker, The Liberal Foundations of Environmentalism: Revisiting the Rockefeller-Ford Connection. Capitalism Nature Socialism: Volume 19, Numero 2, giugno 2008: pagina 15

[64] Ibid, pagine 19-20.

[65] Ibid, pagina 20.

[66] Ibid, pagina 22.

[67] Ibid, pagina 25.

[68] Ibid, pagina 26.

[69] WWF, A History of WWF: The Sixties. World Wildlife Fund: 13 novembre 2005: http://www.panda.org/about_wwf/who_we_are/history/sixties/index.cfm

[70] John Timson, Portraits of the Pioneers: Sir Julian Huxley, FRS. The Galton Institute: dicembre 1999 Newsletter: http://www.galtoninstitute.org.uk/Newsletters/GINL9912/julian_huxley.htm

 [71] Michael Barker, The Liberal Foundations of Environmentalism: Revisiting the Rockefeller-Ford Connection. Capitalism Nature Socialism: Volume 19, Numero 2, giugno 2008: pagina 25

[72] Paul Driessen, Eco-Imperialism: Green Power, Black Death. (Merril Press: 2004), pagina 67

[73] Ibid, pagina 66.

[74] Ibid, pagina 67.

[75] Ibid, pagina 68.

[76] Ibid, pagina 69.

[77] Ibid, pagina 71.

[78] Ibid, pagina 72.

[79] Ibid, pagina 73.

[80] James Lovelock, Gaia: A New Look at Life on Earth. (Oxford: 1979), pagina 1

[81] S.J. Gould, Kropotkin was no crackpot. Natural History, giugno1997: pagine 12-21

[82] James Lovelock, The Earth is about to catch a morbid fever that may last as long as 100,000 years. The Independent: 16 gennaio 2006:
http://www.independent.co.uk/opinion/commentators/james-lovelock-the-earth-is-about-to-catch-a-morbid-fever-that-may-last-as-long-as-100000-years-523161.html

[83] Decca Aitkenhead, ‘Enjoy life while you can’. The Guardian: 1 marzo 2008:
http://www.guardian.co.uk/theguardian/2008/mar/01/scienceofclimatechange.climatechange

[84] OPT, Gaia Scientist To Be Opt Patron. News Release: 26 agosto, 2009:  http://www.optimumpopulation.org/releases/opt.release26Aug09.htm

[85] Terry Macalister, Carbon trading could be worth twice that of oil in next decade. The Guardian: 29 novembre 2009:
http://www.guardian.co.uk/environment/2009/nov/29/carbon-trading-market-copenhagen-summit

[86] John Vidal, Copenhagen climate summit in disarray after ‘Danish text’ leak. The Guardian: 8 dicembre 2009:
http://www.guardian.co.uk/environment/2009/dec/08/copenhagen-climate-summit-disarray-danish-text

[87] Dwight D. Eisenhower, Eisenhower’s Farewell Address to the Nation. 17 gennaio 1961: http://mcadams.posc.mu.edu/ike.htm

[88] Bill Joy, Why the future doesn’t need us. Wired Magazine: aprile 2000: http://www.wired.com/wired/archive/8.04/joy.html

[89] Ibid.

[90] Ibid.

[91] Ibid.

[92] Ibid.

[93] Time, The Press: Brave New Newsday. Time Magazine: 9 giugno 1958: http://www.time.com/time/magazine/article/0,9171,868521,00.html

[94] Laura Miller, The rise of the superclass. Salon: 14 marzo 2008: http://www.salon.com/books/review/2008/03/14/superclass

[95] Rev. Martin Luther King, Beyond Vietnam: A Time to Break Silence. Discorso pronunciato dal Dr. Martin Luther King, Jr., 4 aprile 1967, ad un incontro che vedeva interessati membri del clero e laici alla Riverside Church in New York City: http://www.hartfordhwp.com/archives/45a/058.html

FONTE http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=1498

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