Si susseguono sui siti meteo (maggiormente frequentati) previsioni catastrofici per i prossimi mesi: Centro Meteo Europeo, eccovi la Primavera: orribili previsioni oppure Meteo: verso un’ESTATE SHOCK. Si rischiano LUNGHE e CATTIVE FIAMMATE AFRICANE. Vi diciamo da QUANDO e DOVE. Trovate valanghe di questo tipo di ‘notizie’.
Pablo Echaurren ha osservato questo fenomeno e espone riflessioni interessanti e giuste e non giuste. Ma non si tratta soltanto di terrorismo mediatico per distrarre e non far pensare ( ANCHE!!!), sappiamo che stiamo vivendo un terrorismo meteorologico reale.
Buona lettura.
Di Pablo Echaurren
Bob Dylan, nei lontani Sessanta, invitava a diffidare dell’uomo delle previsioni con “you don’t need a weatherman” (Subterranean Homesick Blues). Invece le notizie meteo sono diventate sempre più invasive, pervasive, convulsive. Ansiogene.
Il tempo non è più argomento per ascensori, per pensionati annoiati e flemmatici britannici. Commentare il tempo è diventato uno sport verbalmente assai violento, sembra quasi di ascoltare un bollettino di guerra (ndr:e più delle volte sembra che lo sia ) , psicologicamente trascinati in uno stato di allarme e mobilitazione permanente.
Nell’odierno lessico meteorologico gli acquazzoni e i temporali sono diventati “bombe d’acqua”, un repentino calo termico (quale s’è verificato in aprile) viene definito “sconvolgimento climatico”, l’Italia è costantemente “spaccata in due”, nord e sud contrapposti in una sorta di conflitto civile. Segnali di imminente secessione?
Non discuto sul fatto che certi eventi si manifestino per davvero ma il linguaggio da rifugio (anti atomico) ormai invalso è illuminante.
“La morsa dell’afa non ci abbandonerà troppo presto”, “boccheggeremo anche di notte”, “l’anticiclone Caronte che infiamma l’Italia”, “il Bacio di Giuda infuoca il paese”, “settimana da bollino rosso”, “strapotere del forno africano”, “allarme caldo”, “picco di calore percepito”, “caldo soffocante e torrido insieme”, “afflusso di aria rovente dall’Africa”, “l’anno più caldo dall’Ottocento”.
Giacomo Leopardi (nei suoi Pensieri) diceva che i vecchi tendono ad accusare la realtà di uno scadimento costante ricordando tempi passati assai migliori, lamentandosi dunque del peggioramento in atto, vagheggiando una gioventù che non c’è più, e a tal proposito citava Lorenzo Magalotti che nel 1683 scriveva “Qui in Italia è voce e querela comune, che i mezzi tempi (le mezze stagioni!) non vi son più; e in questo smarrimento di confini, non vi è dubbio che il freddo acquista terreno”. Stando a tale sentire, aggiungeva sempre il Leopardi, oggi “l’Italia sarebbe più fredda oramai che la Groenlandia” e l’oggi di Leopardi non era certo il nostro oggi, ci separano secoli.
Il fascino sottile del meteo-terrorismo verbale sta conquistando tutte le applicazioni per smartphone, tutti i siti, tutti i weathermen televisivi, e forse è una forma blanda di destabilizzazione psichica, uno strumento morbido di canalizzazione delle emozioni, una deriva strategica di quella distrazione di massa cara a Noam Chomsky.
Angosciati da previsioni del tempo catastrofiste non pensiamo più ad altro.
Ah quant’era meglio il liberatorio “piove, governo ladro”!FONTE
Ma come già detto, non finisce qui. Il terrorismo meteorologico ha una dimensione che va molto oltre.
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