Secondo Ray Kurzweil, direttore dell’ingegneria Google entro il 2030, i nanobot fluiranno nei nostri corpi una flotta di minuscoli robot ti manterrebbe connesso al cloud. Durante la SXSW Conference tenutasi in Texas, ha annunciato un’agghiacciante futuro possibile: molto presto la tecnologia (in particolare l’A.I.) diventerà più intelligente degli esseri umani, per cui i progressi saranno sempre più serrati e straordinari e l’umanità non potrà più seguirli, restando fuori dal processo. Per Kurzweil, questo non si traduce in uno scenario da fine del mondo come lo conosciamo grazie a macchine artificialmente intelligenti (AI). Piuttosto, significa che gli esseri umani saranno alimentati dalle macchine. Kurzweil crede che, come parte di questa fusione uomo-macchina, i nanobot abiteranno i nostri corpi entro il 2030. Mentre scorrono nelle nostre arterie, questi robot microscopici ci manterrebbero in salute e trasmetterebbero il nostro cervello al cloud…Vedi qui 

Repubblica  fa sapere nel 2014: IL FUTURO ha una data precisa, o almeno quello della robotica: il 2029. Già, quello sarà l’anno nel quale macchine è umanità si fonderanno, nel quale anche i robot saranno capaci di leggere le emozioni umane e di riprodurle, se non anticiparle, di imparare dall’esperienza, di scherzare, di raccontare storie, addirittura di sorridere. In altre parole il 2029 segnerà il vantaggio dell’intelligenza artificiale su quella naturale. 

Non c’è dubbio, nel 2020 è iniziata la transizione verso il mondo distopico voluto e progettato da alcuni. Bendati, distanziati, vaccinati, ogni misura è da considerarsi parte di questo progetto di mondo futuro. L’umanità, inconsapevole di ciò che sta accadendo, dà il suo consenso e offre il braccio per un Upgrading? IL NUOVO VACCINO COVID CI RENDERÀ TRANSUMANO? si chiedeva Joseph Mercola. 

L’intera umanità sta scivolando in una nuova era. Siamo stati avvertiti di questo per molti anni. Il seguente articolo, recuperato da molti negli ultimi giorni, acquisisce una dimensione veramente inquietante alla luce degli eventi attuali. La Microsoft ha brevettato nientemeno che il corpo umano, registrandolo come “apparato per trasmettere corrente elettrica e dati”. La notizia risale al 2004, e di essa ne avevano parlato al tempo anche alcuni dei quotidiani, tra cuiRepubblica” e il “Corriere della Sera“.

Microsoft brevetta il corpo umano
“Divententiamo un computer”

Si potrà scrivere sulla pelle, al polso il microfono del cellulare
DI GIANCARLO MOLA

ROMA – Quando i nostri corpi saranno diventati computer, quando la nostra pelle avrà sostituito fili elettrici, onde radio e raggi infrarossi, quando insomma distinguere uomo e macchina sarà un inutile sofisma, Bill Gates potrà davvero dirsi padrone di un pezzo delle nostre vite. La sua Microsoft ha infatti brevettato nientemeno che il corpo umano. Registrandolo come “apparato per trasmettere corrente elettrica e dati”, come se fosse semplicemente un nuovo tipo di microprocessore.

Non � un colpo di teatro, l’ultima mossa dell’ex ragazzo di Redmond. Piuttosto un colpo di genio. Per capirlo basta consultare il brevetto numero 6.754.472 del Patent and Trademark Office americano, disponibile su Internet. Dove si spiega, con tanto di disegni e grafici, come funzioner� (in un futuro ancora non definito) l’uomo-computer. Avrà un microfono sul polso destro, indossato come un orologio. Su quello sinistro terrà un display. All’orecchio porterà un auricolare per la riproduzione dei suoni.

Sull’avambraccio calzerà una tastiera. Nei primi tempi. Poi potrà digitare (o scrivere con una penna ottica) direttamente sulla pelle. Dalla cintura spunteranno il computer palmare e il cercapersone o il telefonino. Sulle scarpe ci sarà invece l’alimentatore che darà corrente a tutti gli altri dispositivi.

La novità proprio questa: integrazione totale. L’auricolare riprodurrà i suoni del cellulare ma anche del lettore di mp3. Il piccol o monitor visualizzerà le immagini per conto di ogni apparecchio. E cosivia. Ma soprattutto sarà la pelle, sfruttando le sue proprietà di conduttore, a collegare le macchine incorporate, letteralmente, nel network umano. Niente fili. Niente onde radio e raggi infrarossi, che sono facilmente disturbabili e altrettanto intercettabili dai pirati informatici.

E’ solo l’inizio. Le immagini e i video potrebbero domani essere trasmesse su occhiali di nuova generazione. Uno speciale orecchino potrebbe registrare i dati sul battito cardiaco o sullo stato degli altri organi. E magari inviare un allarme, in caso di anomalia, direttamente al medico.

“Uno degli obiettivi della politica di brevetto adottata dal dicembre 2003 sta nel fornire a terze parti l’accesso ai frutti dei quasi sette miliardi di dollari di investimento annuo dell’azienda in ricerca e sviluppo, specialmente per innovazioni che alla fine non si manifestano come prodotti Microsoft”, spiega una nota dell’azienda di Gates. Che si è sempre dimostrata attentissima nel blindare la sua proprietà intellettuale (e nell’incassare i relativi diritti d’autore).

Una strategia tanto intraprendente quanto spregiudicata. Nel 2003 il colosso mondiale del software ha depositato oltre duemila brevetti. Suscitando anche feroci polemiche. L’ultima risale ad appena un mese fa. Quando Microsoft ha brevettato il “metodo e apparato creati per lanciare diverse funzioni di programma, basati sul tempo durante il quale viene premuto il bottone di comando”. Chi ha avuto almeno una volta a che fare con un mouse ha immediatamente capito di cosa si trattava. Era il doppio clic.

(7 luglio 2004)

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