Di Nogeoingegneria

Lo dicono loro stessi, e dicono anche:

I risultati ottenuti da Mekorot nel corso degli anni l’hanno posizionata come una delle migliori aziende idriche del mondo e hanno contribuito ad affermare la posizione di Israele come potenza idrica. 

La Mekorot, fondata nel 1937, fornisce il 90% dell’acqua potabile israeliana. Dal 1967 ha iniziato un’opera di collegamento idrico tra gli insediamenti e le basi militari presenti nei Territori Palestinesi Occupati con Israele. Nel 1982 ha reso proprie le infrastrutture idriche della Cisgiordania, precedentemente controllate dall’amministrazione militare israeliana e, infine, si è vista riconoscere come unico ente di gestione delle risorse idriche dei territori occupati proprio con gli accordi di Oslo, nel 1993. Secondo i dati raccolti in una relazione della Banca mondiale, nell’anno in cui furono firmati gli accordi di Oslo, i palestinesi usufruivano di 118 millimetri cubi d’acqua all’anno, proveniente dai bacini della Cisgiordania; lo stesso valore nel 2007 si è ridotto a 113 millimetri cubi, nonostante ci sia stato un contemporaneo aumento della popolazione del 50%.

Importante considerare che dopo la guerra dei sei giorni del 1967, l’acqua venne dichiarata da Israele come risorsa strategica militare e vennero istituite una serie di ordinanze per la concessione delle licenze d’uso allo scopo di: impedire lo scavo di nuovi pozzi senza previa autorizzazione dell’amministrazione militare, vietare il pompaggio d’acqua dalla dorsale montuosa, principale risorsa idrica della Cisgiordania, e il ripristino di pozzi esistenti se in prossimità di quelli israeliani. La Mekorot non ha fatto altro che istituzionalizzare queste pratiche discriminatorie sviluppando una rete di distribuzione idrica volta al profitto quasi esclusivo delle colonie, abbandonando di fatto i sistemi idrici municipalizzati palestinesi. Le reti idriche sono spesso sotto il controllo diretto delle colonie, che possono bloccare i rifornimenti a loro discrezione. VEDI https://www.manifestosardo.org/i-perche-del-boicottaggio-alla-mekorot/

La situazione a Gaza, già difficile prima, è ormai drammatica: è quasi impossibile trovare nella Striscia acqua non inquinata o potabile. Con gravi conseguenze umanitarie e sanitarie.

Mekorot ha invaso anche l’Italia. E’ da un anno che si protesta contro gli accordi Iren-Mekorot.

Boicottaggio alla Mekorot

Occorre tornare a chiedere al Parlamento la revoca del Memorandum di Intesa sulla cooperazione militare Italia-Israele del 2003, approvato dal Parlamento nel 2005 e ampliato nel 2019. L’accordo viene automaticamente ogni cinque anni, ma potrebbe essere revocato in qualsiasi momento se ce ne fosse la volontà politica, anche prima del suo rinnovo automatico previsto per il 2025. Va chiesto al Parlamento e al governo la cessazione degli accordi di collaborazione militare tra Italia e Israele.

Le autorità israeliane temono grandemente la campagna internazionale di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni. In un documento dedicato a contrastare le campagne di boicottaggio, un funzionario israeliano scrive:

Il pericolo per Israele dipende dal potenziale effetto valanga” di queste campagne. In diversi aspetti, il numero delle campagne che raggiungono il loro obiettivo è meno importante che la percezione che il movimento nel suo complesso sta guadagnando sul terreno. Questa percezione genera legittimità per la guerra soft, invoglia altri ad unirsi e può diventare una profezia che si autoavveri. È essenziale quindi che gli organismi del governo incaricati di elaborare la strategia di Israele per combattere la guerra soft dedichino risorse importanti per tagliare le gambe al movimento BDS. Ci sono poche possibilità che qualsiasi argomento possa convincere i sostenitori più convinti del BDS che è sbagliato isolare Israele. La percezione, tuttavia, che il movimento abbia successo deve essere contrastata”. VEDI QUI  

Iren e Mekorot, protocollo d’intesa “per la gestione virtuosa” delle risorse idriche

Sviluppare e condividere il know-how industriale nel settore idrico: con questo obiettivo Iren e Mekorot, la compagnia idrica nazionale di Israele, hanno siglato un accordo che sancisce la condivisione delle rispettive conoscenze industriali e delle best practice nel settore idrico.

Il protocollo d’intesa, siglato dal presidente Iren Luca Dal Fabbro e dal presidente di Mekorot Yitzhak Aharonovich, prevede forme di cooperazione diretta e attività di assistenza reciproca volte a finanziare progetti di ricerca e sviluppo, costituendo una piattaforma di cooperazione condivisa, con fornitura di servizi di consulenza, condivisione di progetti e soluzioni innovative che implementino l’uso di nuove tecnologie nel settore idrico. 

VEDI  https://www.gruppoiren.it/it/everyday/iren-news/2023/iren-mekorot-accordo-risorse-idriche.html

Best practice nel settore idrico -Mekorot leader nel settore del cloudseeding

La Mekorot vuole Guidare la rivoluzione idrica globale, tra le altre scelte, impegnandosi nel CLOUD SEEDING come evidenziato nella sua pagina. Ha un’esperienza decennale in questo settore

LEGGIAMO: 

Aumentare le precipitazioni con la semina delle nuvole 

Quando lo Stato di Israele era ancora agli inizi, i leader israeliani si resero conto che il clima del Paese richiedeva soluzioni creative, innovative e avanzate per l’industria idrica. Di conseguenza, la tecnologia di cloud seeding fu portata in Israele nel 1961 e EMS – Electrical Mechanical Services, l’allora dipartimento tecnico di Mekorot, fu incaricato della sua implementazione.

EMS è impegnata nel campo dell’aumento delle precipitazioni da cinque decenni. L’azienda svolge un ruolo attivo sia negli aspetti scientifici che in quelli di ricerca, attuati in collaborazione con importanti organizzazioni di ricerca e accademiche. La ricerca pratica è condotta attraverso voli di semina, forni operativi, RADAR delle nuvole, fotografie satellitari e altre tecnologie avanzate.

Israele ha fornito assistenza a progetti italiani di Cloud Seeding.

VEDI ANCHE

PISCINE PER I COLONI, CISTERNE DISTRUTTE NEI VILLAGGI
Amnesty International accusa Israele di negare un adeguato accesso all’acqua alla popolazione palestinese nei Territori occupati. Mentre negli insediamenti israeliani i prati sono irrigati con sistemi 

GUERRA DELL’ ACQUA 

Nel 2022 i conflitti per l’acqua documentati sono almeno 228, pari a un aumento dell’87% rispetto al 2021. Lo riferisce il Pacific Institute che realizza il Water Conflict Chronology

UNIVERSITA’

In questi anni sono aumentati enormemente gli accordi di collaborazione con istituzioni israeliane di molti atenei italiani e, contestualmente, su sistematiche e puntuali pressioni dell’ambasciata israeliana sono state vietate le iniziative sul Bds nelle università italiane. Molti degli accordi di collaborazione vengono regolati in base all’Accordo di Cooperazione Industriale, Scientifica e Tecnologica Italia-Israele siglato nel giugno del 2000 a Bologna. Nel 2020 alcune università italiane hanno partecipato ad un grande evento (Road Show delle università italiane in Israele). Un appello sottoscritto recentemente tra più di 4000 accademici e ricercatori e numerose iniziative degli studenti, hanno chiesto di sospendere gli accordi di collaborazione universitaria e scientifica tra Italia e Israele.

VEDI QUI 

ISRAELE SUPERPOTENZA DELLA SICUREZZA

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