FRANCIA: TRE GIORNI DI MOBILITAZIONE A DIFESA DELL’ACQUA. SCONTRI AL MEGABACINO IDRICO DI SAINTE-SOLINE
Almeno 30mila persone, con trattori e mezzi agricoli, si sono recati sabato 25 marzo 2023 al megainvaso in costruzione a Sainte-Soline, nel dipartimento di Deux-Sèvres, ovest della Francia. Un’iniziativa dentro la tre giorni di mobilitazione internazionale lanciata dal sindacato contadino Confederation Paysanne contro la privatizzazione dell’acqua e la realizzazione di nuovi megainvasi per uso industriale e agroindustriale a Poitou, tra Poitiers e il porto atlantico di La Rochelle.
Tutta l’area del bacino artificiale era stata militarizzata. Con l’arrivo dei dimostranti gli agenti hanno innescato violenti scontri, durati almeno due ore, utilizzando lacrimogeni, idranti e granate assordanti. Numerosi i feriti tra gli ambientalisti che hanno dato alle fiamme almeno tre veicoli della gendarmeria . La cronaca da Saint-Soline con Federica del Laboratorio Occupato Morion di Venezia, parte della delegazione arrivata in Francia con i Centri Sociali del Nord-Est. FONTE
C’era anche una piccola delegazione NO TAV, ieri a Sainte Soline, insieme ai 30.000 che hanno partecipato il grande corteo contro i mega-bacini sostenuta dai Sollevamenti della terra. I mega-bacini sono infrastrutture di accumulo idrico che servono a stoccare in superficie acqua pompata dalle falde durante l’inverno al fine di renderla disponibile in estate a pochi grandi agricoltori impegnati a mantenere colture intensive e idrovore. In Italia come in Francia, mentre il cambiamento climatico avanza, invece di smetterla col consumo di suolo e adattarsi, una piccola minoranza di aziende agricole pensa di poter continuare con modelli agricoli ormai condannati grazie a questi escamotage. Grandi come 7 campi di calcio, impermeabilizzate con materiale plastico, i mega-bacini sono, nei fatti, un ennesimo strumento per privatizzare una risorsa comune come l’acqua a profitto di pochi, con effetti devastanti su fauna e flora nonché sulla maggior parte dei contadini.
Ci siamo spostati dalla Val di Susa fino al cuore delle Francia perché in tutta Europa si sta aprendo una battaglia per l’acqua di cui fa parte anche il progetto Torino-Lione. Per il solo tunnel esplorativo della Maddalena, sono state registrate 245 “venute d’acqua”, con un flusso complessivo di 102,6 litri al secondo, l’equivalente di 3,2 milioni di metri cubi l’anno. Secondo quanto è stato già denunciato un anno fa dal Comitato acqua pubblica Torino, i dati forniti dalla stessa azienda promotrice TELT suggeriscono che lo scavo del tunnel di base del TAV provocherebbe ogni anno la fuoriuscita dalle falde dell’equivalente del consumo idrico di 600.000 persone.
Pensiamo che fare fronte comune contro queste politiche infrastrutturali folli, che invece di aiutare le comunità locali ad aprirsi e innovare in armonia con la natura s’intestardiscono con modelli di sviluppo fuori dal tempo, sia la grande sfida che abbiamo davanti annoi nei prossimi anni. Per questo, insieme agli amici e amiche francesi, stiamo preparando una nuova manifestazione internazionale contro l’accaparramento dell’acqua nell’arco alpino e contro il progetto TAV il 17 GIUGNO IN VAL MAURIENNE.
Altre informazioni seguiranno nelle prossime settimane, nel frattempo ci godiamo la sottile brezza di possibile che travalica le alpi parlandoci della necessità di mettersi in gioco per difendere ciò che ci resta, dall’ecosistema al welfare…
Fonte: Notav.info
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GENERALE A.SERRA – ANNI SESSANTA :
Risultati molto promettenti delle tecniche di nucleazione artificiale dell’atmosfera, finora adoperate, per riconoscimento quasi unanime, si sono avuti dalle cosiddette formazioni nuvolose orografiche e semiorografiche, cioè legate alla presenza di catene di montagne e di colline sufficientemente alte, mentre nelle zone di pianura i risultati ottenuti non sono statisticamente apprezzabili. Ciò potrebbe far pensare alla possibilità di operare su regioni di montagna o di collina, al fine di creare riserve idriche in bacini di raccolta, occorrenti poi per la irrigazione delle zone piane. Non vi è dubbio, alla luce dell’attuale conoscenza, che esperimenti del genere siano promettenti di fecondi risultati, sia nel campo della ricerca puramente scientifica che delle pratiche applicazioni.
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