Questa raccolta di informazioni fa luce su uno sviluppo della medicina che, tuttavia, ha meno a che fare con la salute e sembra essere più che altro uno strumento di monitoraggio della popolazione, soprattutto se (sottolineo SE) viene utilizzato nei cosiddetti vaccini, cioè iniettato in tutte le persone, malate e sane. Si parla di QUANTUM DOTS e le applicazioni possibili già oggi.

Quantum dots e controllo dell’umanità e materia programmabile – una questione che la scienza dovrebbe esaminare – e non solo la scienza.

I Quantum dots sono particelle di materiali semiconduttori, di solito metalli pesanti, che grazie alle dimensioni nanometriche sfruttano il comportamento quantistico per dar luogo a particolari processi di assorbimento ed emissione della luce. Ampiamente usati in campo diagnostico e nei biotest, l’elevata tossicità dei core metallici ne limita ancora l’uso quali vettori in campo farmaceutico. VEDI QUI 

Molte informazioni sono fornite dalla Commissione europea, che finanzia vari progetti.

Rilevatori a punti quantici in grafene la nuova generazione di dispositivi per il monitoraggio della salute

Gli ingombranti sistemi di monitoraggio della salute potrebbero presto diventare un ricordo del passato grazie ai nuovi dispositivi sviluppati nell’ambito del progetto GRAPHEALTH. Di fatto questi dispositivi potrebbero contribuire a plasmare l’elettronica flessibile del futuro e il mercato dei dispositivi indossabili intelligenti.

Il monitoraggio della salute, specialmente durante l’esercizio fisico, è stato una delle primissime applicazioni che ha consentito ai dispositivi indossabili intelligenti di passare da un’idea tecnologica accattivante a prodotti effettivamente commercializzabili. Tuttavia, un monitoraggio della salute esteso, in grado di rilevare tutti i tipi di indicatori di salute, tende a diventare rapidamente ingombrante. Questo significa che, finora, gli ingegneri hanno dovuto trovare il miglior compromesso tra funzionalità e comfort: solo un numero limitato di componenti può essere integrato, rendendo l’intero sistema molto meno attraente di quanto potrebbe esserlo. Una soluzione, secondo il dott. Frank Koppens dell’Istituto spagnolo di Scienze fotoniche (ICFO), risiede nelle proprietà intrinseche dei rilevatori a punti quantici in grafene (GQD), dei fotorilevatori con caratteristiche derivate da grafeni e punti quantici semiconduttori.

I rilevatori GQD consentirebbero infatti lo sviluppo di un sistema flessibile, compatto e indossabile per il monitoraggio costante della salute dei consumatori e della salute muscolare degli atleti durante l’esercizio o dopo un infortunio. «Il nostro fotorilevatore è molto sensibile alla luce per un intervallo di lunghezze d’onda molto ampio, da 300 a 2 200 nm. Ma soprattutto, è flessibile», sottolinea il dott. Koppens. «Ciò è reso possibile dal fatto che il rilevatore può essere posizionato praticamente su qualsiasi substrato flessibile. «È spesso solo poche centinaia di nanometri, quindi è eccellente per l’integrazione nei sensori indossabili». L’uso del grafene è fondamentale in quanto fornisce un conduttore ultrasottile con proprietà di conducibilità estremamente elevate, in particolare per la mobilità elettronica. Inoltre, il grafene può essere facilmente trasferito su substrati flessibili e può coprire aree relativamente grandi. «Funziona così», spiega il dott. Koppens. «La luce, proveniente da un dispositivo LED o dall’ambiente, entra nella pelle e poi interagisce con il tessuto e i vasi sanguigni. Qui una parte viene assorbita e una parte rimbalza sulla pelle, nel qual caso può essere raccolta dal rilevatore. Quindi, se le vene si espandono e si contraggono a causa del battito cardiaco, anche il segnale di fotorilevamento si modula. In altre parole, il battito cardiaco è direttamente visibile dal segnale di fotorilevamento».

Questo, ovviamente, è solo un esempio. La tecnologia, sviluppata nell’ambito del progetto GRAPHEALTH (Hybrid quantum dot and graphene wearable sensor for systemic hemodynamics and hydration monitoring) ha dimostrato la sua capacità di essere utilizzata anche per il monitoraggio dell’ossigeno. Presto saranno individuati anche altri importanti indicatori di salute. Il fotorilevatore GRAPHEALTH è compatibile con gli attuali processi di produzione elettronica flessibile, il che significa che l’industria non si dovrebbe aspettare grandi costi di investimento. «Abbiamo realizzato diversi prototipi di dispositivi indossabili, incluso uno per il polso e una specie di cerotto, e abbiamo dimostrato che questi possono essere prodotti con grafene di grandi dimensioni scalabile», afferma con entusiasmo il dott. Koppens. Ora che il progetto è giunto al termine, il dottor Koppens e il suo team intendono rendere il sistema GRAPHEALTH più versatile integrando più indicatori di salute. Vogliono anche sviluppare un cerotto sanitario completamente integrato, che includa non solo il cerotto, ma anche l’elettronica, il trasferimento di potenza wireless e il trasferimento dati wireless. «È difficile fare previsioni sulla potenziale commercializzazione, perchè l’elettronica flessibile e i dispositivi indossabili sono mercati ancora molto giovani. Siamo in grado di creare una gamma molto ampia di dispositivi indossabili diversi, e possiamo prendere in considerazione anche l’integrazione in dispositivi indossabili esistenti, come la combinazione con un orologio intelligente. La sfida ora è prendere scelte sagge in merito all’esatta applicazione su cui concentrarsi», conclude il dottor Koppens.

FONTE https://cordis.europa.eu/article/id/219666-graphene-quantum-dot-detectors-for-nextgeneration-health-monitoring-wearables/it

Grafene e materiali 2D sulla strada giusta verso applicazioni innovative

https://cordis.europa.eu/article/id/401207-graphene-and-2d-materials-on-track-to-innovative-applications/it

I punti quantici in biomedicina

I punti quantici (QD) idrosolubili stanno emergendo come importanti strumenti nelle applicazioni di bioimaging e rilevamento grazie alle loro caratteristiche fotofisiche. Un gruppo di scienziati europei sta cercando di coniugare i QD con le molecole biologiche per il rilascio nelle cellule.

I QD sono nanoparticelle di semiconduttori composti da seleniuro di cadmio (Cd/Se) o tellururo di cadmio (Cd/Te), con un guscio di solfuro di zinco (ZnS). Le loro eccellenti proprietà spettroscopiche hanno spalancato nuove applicazioni dei QD nel settore biomedico. Qualsiasi miglioramento nelle proprietà di solubilità dei QD richiede però metodi chemoselettivi di bioconiugazione efficaci. Sulla base di ciò il progetto QDS, finanziato dall’UE, mira a sviluppare metodologie per un’efficace funzionalizzazione dei QD con biomolecole complesse quali proteine e acidi nucleici. I ricercatori applicheranno semplici reazioni chemoselettive per permettere la modificazione covalente dei QD a pH neutro e concentrazioni sub-millimolari dei bersagli peptidici. Utilizzando amminoacidi, poliproline e code idrofobe caricati positivamente, gli scienziati sperano di ottenere assorbimento cellulare ed escape endosomiale efficaci: le principali difficoltà nel rilascio delle nanoparticelle. Gli scienziati hanno utilizzato le reazioni di legame degli idrazoni, convalidate nelle coniugazioni peptide-peptide e peptide-colorante, per permettere la coniugazione covalente controllata dei QD con le biomolecole. L’utilità di questo nuovo metodo di funzionalizzazione è stata dimostrata eseguendo saggi enzimatici di fotoluminescenza con tripsina o chimotripsina e il peptide legato sul QD. Si sta inoltre esplorando la reazione di Wittig come strumento di coniugazione dei peptidi al QD. Come proof-of-principle i ricercatori hanno eseguito una serie di coniugazioni sulla mioglobina di diversi peptidi o substrati. Uno dei principali risultati del progetto è stato la scoperta che i QD coniugati con un particolare peptide sono in grado di penetrare rapidamente nelle cellule ed esserne rilasciati 48 ore dopo. Questa tecnologia potrebbe essere implementata per sviluppare e rilasciare nanoparticelle su specifici bersagli inattivati in cellule alterate.

FONTE https://cordis.europa.eu/article/id/92497-quantum-dots-in-biomedicine/it

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Il libretto delle vaccinazioni puo’ essere ‘scritto’ sott pelle, grazie a un inchiostro smart che penetra durante l’iniezione: invisibile a occhio nudo, resiste per almeno 5 anni e puo’ essere letto con la fotocamera dello smartphone privata del filtro per gli infrarossi. LEGGI QUI 

Quali sono i possibili usi della tecnologia quantum dots applicata ai vaccini?

Intervista al dott. Massimo Citro e al fisico Dario Spera.

Il 18 dicembre 2019, sul sito della Rice Universityè stato annunciato lo sviluppo di una tecnologia da parte di un team guidato da Kevin McHugh, professore di bioingegneria. Si tratta in sostanza di punti quantici , i quali verrebbero iniettati assieme al vaccino: una volta inseriti sotto la pelle diventerebbero simili ad un tatuaggio con codice a barre, il quale potrebbe essere letto da uno smartphone (notizia ripresa dall’Ansa il 2 gennaio 2020)La Fondazione Gates, la quale ha commissionato e finanziato questa ricerca, ha intenzione di utilizzarla nella vaccinazione ben presto. Bill Gates ha proposto questi certificati digitali (“tatuaggi quantici”) per garantire una ripresa produttiva e operare in circospezione per contenere la pandemia di Covid-19. VEDI VIDEO IN SEGUITO.

Un Commento: Quantum dot, controllo dell’umanità e materia programmabile

Una riflessione sulle domande che la scienza non si fa più, lasciandole in pasto a pericolose fantasie di complotto.

Laura Tripaldi nata a Varese nel 1993. Laureata in Chimica, sta svolgendo un dottorato in Scienza e Nanotecnologia dei Materiali all’Università di Milano-Bicocca. Collabora con diverse riviste online. Ha pubblicato il saggio “Menti Parallele. Scoprire l’intelligenza dei materiali” (effequ, 2020).

VEDI QUI https://www.iltascabile.com/scienze/materia-programmabile/

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