IL VAIOLO È MORTO ( ma conservato in laboratori governativi USA-Russia)  – L’AIDS È VIVO

Sorge spontanea la domanda: perché ci si aspetta che la teoria esposta di seguito porti con sé un onere di prova così enorme e continuo? Una risposta è che la teoria è piuttosto minacciosa per i membri dell’establishment scientifico e medico perché stigmatizza la medicina come causa dell’AIDS e riduce la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni.

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Il prof. Joseph Tritto ha spiegato: “In alcune pubblicazioni, ad esempio nello studio dei ricercatori dell’Indian Institute of Technology di New Dehli basato sui genomi dei pazienti, raccolti in database mondiali, si dimostra che il SARS-CoV-2 non è solo un ibrido tra il virus dei pipistrelli e quello dei pangolini. Ma al suo interno sono presenti piccoli inserti, residui di aminoacidi del virus HIV-1, responsabile dell’Aids. “.

Dichiarazioni analoghe sono state fatte dal professor Montagnier: Con il mio collega, il biomatematico Jean-Claude Perez, abbiamo analizzato attentamente la descrizione del genoma di questo virus Rna. Non siamo stati primi, un gruppo di ricercatori indiani ha cercato di pubblicare uno studio che mostra che il genoma completo di questo virus che ha all’interno delle sequenze di un altro virus, che quello dell’Aids. Il gruppo indiano ha ritrattato dopo la pubblicazione. Ma la verità scientifica emerge sempre. La sequenza dell’Aids è stata inserita nel genoma del coronavirus per tentare di fare il vaccino”. VEDI QUI

Ad oggi sono state identificate due specie: HIV-1 e HIV-2. In realtà il secondo non ha dimostrato capacità di diffusione.

Con la SarsCV2 torna dunque in qualche modo lo spettro dell’AIDS, mai veramente scomparso.

Vale quindi la pena di parlarne, soprattutto dopo l’improvviso spostamento dell’attenzione dei media, qualche mese fa, dal Covid all’HIV/AIDS, che è stato presto sostituito di nuovo dal vaiolo delle scimmie.

Sono inoltre discussi i frequenti disturbi del sistema immunitario – caratteristici dell’AIDS – in seguito ai vari cicli di vaccinazione. Quindi il fenomeno dell’AIDS ha assunto una nuova attualità. E questo occorre approfondire in una prospettiva più ampia, un’impresa pericolosa in tempi in cui si vuole scoraggiare gli interrogativi, cosa che è del tutto contraria alla scientificità. È stato già oggetto di riflessione: IL VACCINO ANTIVAIOLOSO ‘HA INNESCATO IL VIRUS DELL’AIDS’?

L’origine del Male

Sorge spontanea la domanda: perché ci si aspetta che la teoria esposta di seguito porti con sé un onere di prova così enorme e continuo? Una risposta è che la teoria è piuttosto minacciosa per i membri dell’establishment scientifico e medico perché stigmatizza la medicina come causa dell’AIDS e riduce la fiducia del pubblico nelle vaccinazioni (Martin 1993, 1998). Tra le prove compatibili con questa spiegazione del trattamento della teoria vi sono le minacce e le azioni legali contro gli autori e gli editori della teoria (Curtis 1995), i ripetuti rifiuti di proposte (Martin 1993, 1998) e le dichiarazioni dei critici secondo cui la teoria sarebbe dannosa per gli attuali sforzi di vaccinazione (ad esempio, Hooper 2000, pp. 436, 783; Vaughan 2000, p. 240) o causerebbe sfiducia nella scienza (Moore 1999). I sostenitori della teoria hanno presentato varie ragioni per cui dovrebbe essere trattata più seriamente.

L’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita) è una malattia infettiva causata dal virus HIV (virus dell’immunodeficienza umana). L’azione principale del virus è quella di ridurre le difese immunitarie dell’organismo.

La Teoria

La teoria del vaccino orale antipolio sull’origine dell’AIDS propone che l’epidemia si sia sviluppata a causa di vaccini contaminati, usati nella prima campagna di immunizzazione di massa contro la poliomielite. La teoria risulta plausibile per diverse ragioni:

  • Esiste una fortissima coincidenza spaziale. I primi casi di AIDS sono stati registrati in Africa Centrale, nella stesse regioni in cui sono stati sperimentati i vaccini Koprowski su più di un milione di persone fra il 1957 e il 1960;

  • Anche a livello temporale, le coincidenze sono impressionanti. Non ci sono casi documentati di AIDS o d’infezione da HIV prima del 1959. Secoli di commercio di schiavi e sfruttamento coloniale dell’Africa hanno esposto gli Africani e altri a tutte le altre malattie conosciute; è improbabile che l’HIV potesse essere presente e diffondersi in Africa senza essere percepito;

  • I vaccini antipolio sono prodotti utilizzando reni di scimmia che potrebbero essere stati contaminati da un virus dell’immunodeficienza delle scimmie (SIV) progenitore dell’HIV. La maggior parte delle scimmie Africane sono naturalmente infette da questi virus, ma non si ammalano. I vaccini antipolio non potevano essere testati contro la contaminazione di questa famiglia di virus prima del 1985;

  • È diffusamente conosciuto nel mondo medico che un altro virus delle scimmie, l’ SV40, è stato trasmesso involontariamente a milioni di persone attraverso i vaccini antipolio. Un lotto specifico del vaccino di Koprowski si è dimostrato essere contaminato da uno sconosciuto virus;

  • Per permettere a un virus di infettare una specie differente, è consigliabile ridurre la resistenza del sistema immunitario del ricevente. Il vaccino antipolio di Koprowski è stato somministrato a molti neonati con meno di un mese di vita, quando ancora il loro sistema immunitario non era completamente sviluppato. Addirittura, in una sperimentazione, fu somministrata ai bambini una dose 15 volte superiore alla normale per assicurare l’efficacia dell’immunizzazione.

Se la teoria fosse corretta, avrebbe delle serie implicazioni etiche e politiche. In particolare, si pone l’attenzione ai pericoli della trasmissione di agenti patogeni fra specie attraverso le vaccinazioni, gli xenotrapianti (trapianti di organi animali nell’uomo), etc… che potrebbero condurre a nuove varianti di AIDS o a altre nuove malattie.

liberamente tradotto dalla homepage di Brian Martin

VEDI ANCHE https://documents.uow.edu.au/~bmartin/pubs/01ptrslb.html

 

Hiv: l’origine misteriosa

(articolo del 2014)

Francesco Spinazzola Medico infettivologo

L’origine di Hiv è un argomento estremamente importante e sul quale nel corso degli anni sono state formulate numerose ipotesi.

Ultimamente ho avuto occasione di vedere un documentario estremamente interessante. L’assunto della trasmissione, non recentissima essendo stata prodotta e messa in onda circa una decina di anni fa, è in breve che il terribile retrovirus originerebbe dalla manipolazione dei tessuti di scimpanzé effettuata nel corso delle campagne di vaccinazione antipolio africane della fine degli anni ’50. Il laboratorio nel quale veniva preparato il vaccino, era situato in una regione del Congo Belga ai confini con l’Uganda, ed il Ruanda Urundi, abitata da scimpanzé, di cui vennero “sacrificate” a scopo di coltivazione di polio virus diverse centinaia di esemplari. Tali campagne vennero svolte coinvolgendo oltre un milione di persone in questa regione con un vaccino sperimentale denominato Chat e sviluppato dal Dr. Hilary Koprowski dell’Istituto Wistar di Filadelfia.

Lo scimpanzé, il primate più strettamente imparentato con Homo sapiens da un punto di vista genetico, viene escluso dalla coltivazione di virus per la possibilità di condividere altri virus o altro materiale biologico potenzialmente pericoloso per gli esseri umani. Nella fattispecie la pericolosità si sarebbe tradotta nel consentire nel corso della coltivazione sui tessuti di scimpanzé  che il Siv (un virus simile ad HIV) potesse compiere il salto di specie ed aggredire gli esseri umani a seguito di vaccinazione. Tale tesi è stata sostenuta soprattutto da giornalisti nel contesto di articoli pubblicati da riviste popolari, come “Rolling Stones” (T. Curtis, The origin of AIDS. A startling new theory attempts to answer the question “was it an act of god or an act of man?”, “Rolling Stone”, 626, 19 marzo 1992, pp. 54-59,61,106,108)., ma anche da qualche articolo edito su riviste medico scientifiche (L. Pascal, What happens when science goes bad. The corruption of science and the origin of AIDS: a study in spontaneous generation, “Science and Technology Analysis Research Programme”, Working Paper n. 9, University of Wollongong (AUS), dicembre 1991.).  

Allora Hiv è “scappato” al controllo dei vaccini? C’è stato un colpevole trasferimento in laboratorio di Hiv agli esseri umani? No, io non credo questo. La pistola fumante che attesti questa ipotesi al momento non sussiste. La provetta superstite dei lotti di vaccini dell’epoca non contiene il virus (analizzata con le tecniche di cinquanta anni dopo) e quindi l’ipotesi rimane tale e nulla di più. Anzi come attestano più recenti studi  filogenetici e statistici che calcolano i tassi di mutazione dei Siv, cioè dei lentivirus da cui sarebbe originato Hiv, il salto di specie da scimpanzé ad essere umano è probabilmente avvenuto tra il 1910 ed il 1930 (Cold Spring Harb Perspect Med 2011;1:a006841i). Questo indica che Hiv è rimasto epidemiologicamente latente per 50-70 anni prima di emergere. In base ad analoghe considerazioni di virologia molecolare l’area di iniziale diffusione è probabilmente quella intorno a Kinshasa. Per cui non ci siamo né in termini temporali, né geografici con l’ipotesi che colpevolizza le vaccinazioni. Quindi ci possiamo considerare soddisfatti e la contestazione della medicina ufficiale anche in questa occasione è tutta da rigettare? Non direi nemmeno questo.

Rimane il fatto che nel corso del processo tenuto a Londra su quanto avvenuto nel laboratorio congolese e sulle accuse relative,  le affermazioni degli scienziati protagonisti, come ben evidenziato nel documentario, erano false e l’ufficialità scientifica per proteggere questa versione ha operato un cover-up. Le testimonianze raccolte in loco e la documentazione anche fotografica che depongono riguardo ad un uso “illecito” degli scimpanzé sono sconvolgenti e sufficienti a convincermi dell’oggettiva sussistenza dei comportamenti incriminati. Mi pare però il caso di aggiungere che anche se in questa occasione non è stato reso un buon servizio alla causa della scienza, le conclusioni del documentario, come correttamente sottolineato dai conduttori della trasmissione, non autorizzino in alcun modo ad assumere posizioni irrazionali e ad affermare che i vaccini fanno male e nessuno si deve più vaccinare o che l’Hiv non esiste. Anzi questa vicenda dimostra che solamente attraverso il rigore metodologico cartesiano e l’approfondimento  e la verifica continua delle acquisizioni scientifiche, e quindi anche riconoscendo gli errori ed accertando la verità dei fatti, che si può cercare di costruire ed aggiornare il sapere.

FONTE https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/07/hiv-lorigine-misteriosa/833411/

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