Le invasioni di sabbia del deserto sono oggi più frequenti, chissà perché. Le rotte delle polveri sono state studiate per decenni. In questi giorni, l’osservazione del cielo provoca una certa inquietudine.
“…Il Sahara è attualmente la più grande singola fonte di sedimenti portati dal vento. L’evento di sabbia sahariana che tutti noi abbiamo osservato iniziato il 14 marzo fa parte di quei “teletrasporti” aerei di polveri tra i 1500 e 4000 metri di quota attivati dalla circolazione indotta da depressioni su Africa settentrionale o Spagna. Se per la gente risulta un fenomeno ancora strano, per il mondo scientifico viene studiato da molti decenni per i suoi impatti su clima e salute…
Per quanto riguarda la composizione si sono effettuate diverse analisi chimiche delle polveri sahariane dalle quali si vede come prevalgano il silicio, gli ossidi di alluminio, calcio, ferro ecc. (fig.3) e purtroppo sono stati trovati anche diversi tipi di batteri.
L’impatto sulla salute
Mentre la sabbia del Sahara può fertilizzare l’oceano e la terra, l’esposizione umana a questa polvere del deserto combinata con la materia organica può causare potenziali infezioni dei polmoni. Gli studi hanno dimostrato che la polvere del Sahara può contenere allergeni biologici tossici e irritanti. È anche possibile che i composti non biologici presenti nella polvere possano generare effetti negativi sulla salute, tra cui malattie respiratorie (ad es. asma, tracheite, polmonite, rinite allergica e silicosi), cardiovascolari (ad es. ictus) e cardiopolmonari. Inoltre, è stato riscontrato che congiuntivite, irritazioni cutanee, malattie meningococciche e coccidioidomicosi sono correlate alle tempeste di polvere…”
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Rilevazioni su polvere trasportata dal vento, anche se non a lunga distanza, hanno dimostrato la presenza di: batteri patogeni, tra i quali gli stafilococchi, i batteri che causano la salmonellosi e la meningite, virus, funghi e acari. Molto numerosi i funghi che colpiscono sia l’uomo sia gli animali o piante. In campioni di polvere sono stati trovati i funghi che causano nell’uomo la coccidiomicosi (micosi sistemica che provoca eritema, ascessi e lesioni cutanee), altri che colpiscono le coltivazioni vegetali, in particolare la patata, le lenticchie, il grano, la canna da zucchero, il caffè e la banana.
I Ricercatori che hanno studiato questo fenomeno sono stati coordinati dal professor Yinon Rudich dell’Istituto di Scienze Weizman presso l’Università di Israele.
Le polveri del deserto: non solo coreografia, ma impatto su clima e salute
Batteri viaggiano da un continente all’altro in navicelle fatte di polveri
PROGETTO GARP, UNO DEI PIÙ IMPORTANTI ESPERIMENTI METEOROLOGICI NELLA STORIA
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