Tribunale inglese, sentenza: “5G pericoloso, lecito parlarne!” Mark Steele (attivista Stop 5G) racconta la sua storia: ora trema il grande business (“non è sicuro, per la legge possiamo dirlo!”)
Di Maurizio Martucci
L’accusa, reato d’opinione e falso ideologico. La sentenza: “Il 5G non è sicuro per l’umanità, l’opinione pubblica va informata, è lecito parlarne!” Primo caso al mondo, la sentenza crea un clamoroso precedente, imbarazzante per il grande business del wireless di quinta generazione. La divulgazione rassicurante e ‘intelligente’ del 5G, attivo sul territorio italiano dal 2019 ma già partito in Inghilterra, subisce una severa condanna dai giudici britannici. E’ accaduto l’11 Ottobre 2018 nel Tribunale della Contea di Newcastle, sponda meridionale del fiume Tyne, dove l’attivista ‘Stop 5G’ Mark Steele(57 anni, ingegnere inventore, esperto di sistemi di sicurezza a radiofrequenze) l’ha spuntata in sede civile contro il Consiglio del Comune di Gateshead (tra le città pilota della fase sperimentale, ha installato lampioni LED con mini-antenne a microonde millimetriche puntate sull’inerme popolazione che ora lamenta l’insorgenza di anomali stati di malessere) e la diffidenza iniziale degli stessi togati che, alla fine, non hanno potuto non dargli ragione. Fuori dall’aula, tra gli applausi per lo stoico battagliero Mark, un pugno di militanti in difesa della salute pubblica, striscione in mano con teschio e feticci da residuo bellico. Elmetto in testa, siamo come in guerra: “Volevano imbavagliarmi, impedirmi di parlare dei pericoli del 5G. Dicevano che stavo inventando tutto, che le mie teorie fossero frutto di pseudo scienza. Mi accusavano di aizzare la gente, generando allarme infondato, psicosi collettiva. Non è vero”.
Alla fine Steele ha avuto la meglio, depositati in aula gli aggiornamenti scientifico-sanitari delle ricerche più accreditate sugli effetti biologici dell’elettrosmog, le stesse che l’Organizzazione Mondiale della Sanità potrebbe valutare nel 2019 rivedendo la classificazione sulla cancerogenesi da campi elettromagnetici, da possibili a probabili, se addirittura certi. E’ muro contro muro: “Ho parlato ai giudici delle ricerca americana del National Toxicology Program, dell’Istituto Ramazzini italiano, appellandomi al Principio di Precauzione sancito dall’Unione Europea. Il giudice non era d’accordo con l’accusa, affermando che sono legalmente qualificato alla difesa e che la scienza in mio possesso è legalmente accettata.”
Contrari gli amministratori della sua municipalità che, tentando si smontare l’assioma ‘il 5G non è sicuro’, avevano tuonato in giudizio puntando sull’inevitabile avanzata tecnologica: “Siamo consapevoli del fatto che certe persone spaventano la popolazione con false storie sui lampioni a Gateshead, nonostante il fatto che noi e altri abbiamo ripetutamente affermato che le loro accuse sono completamente false. I lampioni LED non provocheranno aborti nelle donne incinte e non causeranno insonnia o sanguinamenti dal naso e non uccideranno uccelli e insetti. Il Comune di Gateshead non sta conducendo prove segrete sulla tecnologia 5G attraverso i lampioni LED. Sostenere le nuove tecnologie come il 5G è fondamentale per continuare a costruire l’infrastruttura digitale, portando a una crescita economica a lungo termine per la collettività”. Sicuro di sé, colpo su colpo, Mark Steele ha però vinto l’insolita vicenda processuale, finita nelle cronache dei tabloid inglesi: “Ci sono prove sufficienti per concludere che i nuovi array 5G intelligenti messi sulla parte superiore dei nuovi lampioni a LED emettono frequenze di radiazione cancerogene di Classe 1, ovvero certezza cancro e dovrebbero essere considerati un pericolo pubblico”.
Ecco la voce del protagonista, in esclusiva assoluta per il pubblico italiano: Mark Steele, cosa hai detto in tribunale per convincere i giudici a darti ragione?
“Che le radiofrequenze del 5G aumentano il rischio cancro, stress cellulare, aumentano la produzione di dannosi radicali liberi, provocando danni genetici, cambiamenti strutturali e funzionali del sistema riproduttivo, deficit di apprendimento e memoria, disturbi neurologici e impatti negativi sul benessere generale negli esseri umani. Ho vinto la causa e nella sentenza pronunciata dai giudici c’è scritto: la popolazione irradiata ha il diritto di sapere”.
Come è nato il tuo attivismo anti-5G?
“Dalle rete, prima un blog, poi la comunicazione alla gente, un sito Web, così mi sono ritrovato in tribunale, denunciato dagli amministratori della mia città. Il Comune aveva deliberatamente inviato a casa mia una delegazione poco amichevole per crearmi problemi, in modo che potessero farmi arrestare dalla polizia e mettermi a tacere.”
Cioè?
“Mi hanno accusato di violenza privata. Mi ritrovo imputato in un altro processo, un procedimento penale. Il 23 Ottobre 2018 c’è stata la prima sentenza, sono stato condannato ma mi difenderò in appello, sto studiando la mia difesa. Ho subito un giorno di detenzione, rischio fino a 6 mesi di carcere e la multa di 500 sterline. Ma l’importante è che abbia vinto la causa civile: il pericolo 5G è fondato, la gente deve sapere. In Inghilterra la mia vicenda ha avuto un’eco mediatico considerevole, questo è quello che conta”.
Fammi capire meglio la storia dell’arresto: cosa è successo?
“Delegati del Comune sono venuti nella mia abitazione, non per conciliare ma col solo scopo di inventare un pretesto, una storia fasulla contro di me, per crearmi problemi di carattere penale. Hanno chiamato la polizia per farmi arrestare. Sono stato arrestato il giorno successivo, rilasciato e poi processato. E’ stata una diabolica messa in scena, una strategia messa in piedi per zittirmi, per cercare di spaventarmi e intimidirmi. Stanno ancora provando a farlo, ma falliscono perché io lotto democraticamente solo sul fronte della divulgazione per una corretta informazione sulla precauzione socio-sanitaria.”
Cosa pensi del 5G, secondo te cos’è davvero? Perché sostieni non sia sicuro per la salute pubblica?
“Il 5G è tecnicamente un allineamento di fase per l’acquisizione di bersagli con la capacità di essere una vera e propria arma. Non andrebbe usato sugli umani. Il segnale è una frequenza militare, i governi stanno lanciando un sistema d’arma non un sistema di telecomunicazioni come vogliono farci credere. Ritengo che il 5G non sia legale. È giunto il momento che la gente sappia e opponga resistenza.”
Nella causa civile che hai vinto, racconti di casi anomali di malessere e nuove malattie insorte in Inghilterra da quando è operativo il 5G. E così?
“Sì, è vero. I primi ad essere colpiti sono stati purtroppo i bambini. Nella mia zona ci sono numerosi casi di minori esposti alle nuove irradiazioni che improvvisamente cominciano ad accusare emorragie nasali, perdite di sangue dal naso. Ho delle foto, eccole (me le mostra, NdR), foto che dimostrano quest’incresciosi episodi, bambini che improvvisamente sanguinano, me le mandano i loro genitori preoccupati, foto per le quali sono stato interrogato dalla polizia di Northumbria dopo averle postate sui social. E poi sono in considerevole aumento i casi di persone che accusano problemi a cuore e cervello. E la sperimentazione 5G è appena iniziata. Non sappiamo ancora cosa ci aspetta in futuro ….”
Cosa pensi dei mass media? Del loro ruolo sulla corretta informazione sul 5G. Secondo te ci sono cose che vengono volutamente tenute nascoste?
“La stampa sembra essere come imbavagliata. E’ ora di raccontare la verità”
L’ultima domanda: cosa pensi di quella parte del mondo medico-scientifico che ignora il pericolo 5G?
“Che dovrebbe sempre applicare il Principio di Precauzione e quelli che lo negano, sono loro che dovrebbero andare in galera. Non io, da libero cittadino che combatto per un diritto legittimo come quello della difesa della vita in piena salute.”
Infine, l’ultima notizia: il rotocalco d’inchiesta Report (Rai Tre) di Milena Gabanelli, il 15 Novembre 2018 dedicherà un servizio proprio sull’elettrosmog. Per la prima volta, in prima serata, il pubblico italiano potrà vedere in Tv gli effetti altamente invalidanti dell’Elettrosensibilità, malattia tipica dell’Era Elettromagnetica a cui ho dedicato il mio ultimo libro, pagine inquirenti finite nelle mani del Ministro della Salute Giulia Grillo e di Papa Francesco. Perché mentre il 5G è ormai alle porte, il possibile pericolo cancro pare solo la punta dell’iceberg. Come in Inghilterra, anche in Italia l’opinione pubblica dev’essere correttamente informata.
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