di Maurizio Martucci
Tecnicamente si chiamano punti di accesso wireless di piccola area (SAWAP o small cell), sono le mini antenne a microonde millimetriche pensate per servire il 5G, cioé l‘Internet delle cose e non più solo della telefonia mobile, ma oggetti, cioè devices connessi nella casa domotica.
In un documento interno, indirizzato ai membri e al personale del Parlamento europeo, da Bruxelles si scopre che entro il 2025 potrebbero essercene fino a 800 di antenne 5G per ogni chilometro quadrato del territorio continentale, compreso quello italiano, dove il wireless di quinta generazione è oggi a 26 Ghz e previsto dall’AgCom fino alla frequenza limite degli 80 Ghz (noto come dai 60 Ghz ci sia difficoltà di assorbire ossigeno). Praticamente un’antenna 5G ogni 20 metri, ovunque, senza soluzione di continuità. Stiamo parlando di stazioni radio base che irradiano radiofrequenze onde non ionizzanti, cioè (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro) possibili agenti cancerogeni per l’uomo (nella revisione attesa entro il 2024 probabili cancerogeni se non certi al 100%, dove il cancro è solo la punta dell’iceberg di una serie di effetti biologici).
Redatto da Miroslava Karaboytcheva del Servizio di ricerca dei membri del Parlamento europeo, il documento afferma che “insieme a frequenze più alte e gamme ridotte, le stazioni radio base (cioè le antenne 5G) saranno più vicine per fornire una copertura completa ed evitare i “non punti”. Ciò potrebbe significare possibili distanze di 20-150 metri con aree di copertura più piccole per ‘piccola cella. Un raggio di 20 metri implicherebbe circa 800 basi stazioni per chilometro quadrato (o “punti di accesso wireless di piccola area”, SAWAP, il termine utilizzato nel EECC). Ciò contrasta con le tecnologie 3G e 4G, che utilizzano celle grandi o “macro”, offrendo gamme di 2-15 chilometri o più, e quindi copre un’area più ampia ma consente un minor numero di simultanee utenti poiché hanno meno canali individuali.“
Così su De Gruyter, editore accademico indipendente che diffonde borse di studio sin dal 1749, è stata pubblicata la ricerca* del noto oncologo svedese Lennart Hardell che, insieme ad un team composto anche dal ricercatore Nils Rainer Nyberg, si chiede se “i responsabili delle decisioni dell’UE hanno il diritto di ignorare le direttive dell’UE dando la priorità al guadagno economico rispetto alla salute umana e ambientale?”.
La ricerca infatti chiarisce come al “momento attuale, milioni di cittadini dell’UE (…) ma i decisori dell’UE devono mettere da parte le loro fantasie alimentate dall’industria di un salvatore digitale per l’umanità e, invece, garantire che l’industria agisca secondo le leggi dell’UE, fatte per dare la priorità agli esseri umani e alla salute del pianeta al di sopra del profitto dell’industria o del futuro della fantascienza. È probabile che qualsiasi vantaggio economico del 5G sia controbilanciato dal rischio di danni alla salute di miliardi di persone in tutto il mondo. Se l’UE continua a non agire in base a questi avvertimenti, l’Europa potrebbe trovarsi di fronte a un crescente impatto irreversibile sulla salute degli esseri umani, in particolare dei bambini e dell’ambiente. Consentire ai livelli e alle frequenze di esposizione di continuare senza restrizioni significa mettere a rischio la popolazione mondiale e l’ambiente, in particolare i giovani”.
* The European Uninion prioritises economics over health in the roullout of radiofrequency technologies, From the journal Reviews on Environmental Health.
Qui di seguito i punti salienti della ricerca citata nell’articolo di Maurizio Martucci, pubblicata a settembre 2022.
• Da settembre 2017, l’Appello UE 5G è stato inviato sei volte all’UE, chiedendo una moratoria sull’introduzione del 5G. L’articolo esamina l’appello 5G e le successive risposte dell’UE, inclusa lettera inviata all’UE nel 2021, che richiede linee guida più rigorose per l’esposizione alle radiazioni a radiofrequenza (RFR).
• L’Appello prende atto del conflitto interno dell’UE tra il suo approccio a un futuro guidato dalla tecnologia wireless e la necessità di proteggere la salute e la sicurezza dei suoi cittadini. Critica la dipendenza dell’UE dalle attuali linee guida fornite dalla Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti (ICNIRP), che considerano solo il riscaldamento e nessun altro effetto biologico rilevante per la salute da RFR.
• Per contrastare la posizione dell’ICNIRP, la lettera del 2021 ha presentato un’ampia raccolta di studi europei e di altri studi internazionali e di precedenti revisioni degli effetti della RFR sull’uomo e sull’ambiente.
• L’Appello 5G afferma che la maggior parte delle prove scientifiche indica effetti biologici potenzialmente dannosi che si verificano al di sotto dei limiti pubblici dell’ICNIRP: diversi studi mostrano cambiamenti nei neurotrasmettitori e recettori, danni a cellule, proteine, DNA, sperma, sistema immunitario e salute umana, compreso il cancro.
• L’Appello del 2021 avverte che è probabile che i segnali 5G alterino ulteriormente il comportamento delle molecole di ossigeno e acqua a livello quantico, dispiegano le proteine, danneggiano la pelle e causano danni a insetti, uccelli, rane, piante e animali.
• Queste evidenze indicano che è prioritario che l’Unione europea imponga una moratoria sulla diffusione del 5G per concedere agli scienziati indipendenti il tempo necessario per proporre nuove linee guida per la tutela della salute. FONTE
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