“Se vuoi scoprire i segreti dell’universo, pensa in termini di energia, frequenza e vibrazione.” – Nikola Tesla

La musica guida le nostre percezioni e le nostre emozioni, ma le ragioni di quest’alchimia non sono particolarmente note a tutti gli esseri umani. Uno dei più celebri e controversi riguarda il 440 Hz; ossia la misura d’intonazione universale della nota La, che guida l’accordatura degli strumenti a corda e persino delle orchestre moderne. Gira la teoria che attribuisce a Joseph Goebbels, ministro della propaganda nazista, l’introduzione dell’accordatura attuale. Cosa c’è di vero? Il video sottostante approfondisce l’argomento. 

L’unità di misura è stata introdotta nel 1939, in occasione della conferenza internazionale di Londra, durante la quale fu deciso l’utilizzo del 440 Hz, per facilitare le apparecchiature elettroniche dell’epoca che avrebbero potuto gestire al meglio un valore circolare, piuttosto che uno intermedio come il 439. Nel 1955 infine il LA a 440 Hz viene adottato dalla ISO (Organization for Standardization). 

Leggiamo sulla StampaAscolto regolato per legge? 
… chissà perché, una legge tutela i 440 HZ, peraltro da alcuni considerati “aggressivi” rispetto ai più miti 432 (si ricordi l’uso della nona sinfonia di Beethoven nel film “Arancia meccanica” di Kubrick, 1971). Ciò fa sì che la discussione continui. Si è pure messa di mezzo la società che pretende di tutelare il diritto d’autore: la Siae considera una violazione delle norme vigenti eseguire a 432 Hz uno spartito scritto per i 440. Se la scienza medica accertasse le virtù terapeutiche dei 432, avremo di che divertirci.

Il titolo dell’ articolo è: La musica fa bene se cambi l’accordatura

Una musica per ogni stagione, quindi è ora di cambiare musica-frequenza.

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Influenza del diapason sulla psiche umana: da 432 a 440 Hz

– Tratto da un articolo di Emanuele Fardella – (Cfr. Bibliografia)

La mente umana e il corpo possono essere alterati dalla musica

New York, Londra – di Emanuele Fardella –

La musica ha sempre avuto un ruolo fondamentale nella vita degli uomini e nessuno può dirsi immune dal suo potere. La musica è una delle attività/arti che ha accompagnato la storia dell’uomo fin dagli albori e ognuno di noi ha sperimentato la sua influenza sull’umore, nell’amplificare o smorzare l’intensità di un’emozione, ma anche i suoi effetti sul corpo, dal battito cardiaco alla sudorazione.

È stato chiaramente dimostrato che la mente umana può essere controllata e alterata dalla musica. Molti studi medici e scientifici hanno determinato i fortissimi effetti della musica sulla fisiologia e sull’anatomia umana.

Oggi la musica continua ad assicurare vantaggi competitivi. Non a caso, nelle gare statunitensi, come la maratona di New York, è stato vietato l’uso di auricolari, perché la musica, proprio come il doping, altera le prestazioni e aumenta il rendimento.

Quindi che la musica abbia una certa influenza sul nostro organismo è ormai noto da tempo. E quando si parla di musica non ci si riferisce ai testi bensì alla partitura e alla composizione. >>

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La musica può influire sul corpo umano in modo subdolo e potente

La musica può influire sul corpo umano in modo subdolo e potente. Ma andiamo per gradi. Cos’è la musicaÈ un’insieme di suoni composti da vibrazioni che vengono misurati in Hertz (Hz).

Alcuni studi dimostrano che l’universo ha una frequenza armonica di 432 Hz, mentre la musica di oggi è intonata sui 440Hz. Cosa significa? Significa che tutti gli strumenti musicali odierni sono accordati utilizzando un diapason a 440 Hz. Il termine diapason in musica ha diversi significati, ma comunemente indica uno strumento per generare una nota standard.

Ogni organo del corpo umano ha una sua frequenza (multipli e sottomultipli del 432Hz) che sembra si alteri in caso di malattia, mentre pare che la guarigione avvenga quando, sullo stesso organo, viene fatta risuonare la corretta frequenza di risonanza. Non è quindi un caso che nella musicoterapia venga utilizzata musica a 432 Hz perché studi medici dimostrano che può avere effetti benefici sulla persona favorendo la sincronizzazione cerebrale, il rilassamento, l’intuito.

È efficace in caso di ansia, stress ed insonnia. Stimola la produzione di serotonina e riduce gli sbalzi d’umore.

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 Perché il La si accorda a 440 Hz Convenzione o complotto nazista?

La frequenza e il controllo mentale

Secondo studi specifici sulle vibrazioni e il loro effetto, è emerso anche che il suono a 432 Hz è collegato alla frequenza del “cuore” diversamente dalla frequenza a 440 Hz che lavora sul “cervello” (controllo mentale).

Nel 1881 al Congresso dei Musicisti Italiani venne approvato, all’unanimità quello che è stato definito il “diapason scientifico” ovvero ascoltare, suonare e cantare musica utilizzando la frequenza di 432 Hz. In questo congresso emerse, infatti, che gli accordi e i brani a 432 Hz risultano più belli per l’udito, più morbidi, più luminosi, migliori degli stessi accordi generati a 440 Hz

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Terreno fertile per il controllo mentale

L’uso della musica a fini ipnotici è praticato da millenni in cerimonie magico-religiose, e come abbiamo già visto, le attuali ricerche confermano che la musica utilizzata in specifiche situazioni ha effetti rilassanti e benefici.

Ma come ogni cura, ciò che in alcuni casi può far bene, in altri casi può far male. Si tratta, evidentemente, di individuare quei parametri che se variati possono trasformare una “cura” in un viaggio all’inferno. La musica può agire su di noi attraverso due dei cinque sensi, l’udito e la vista, influenzando un’unica parte del nostro corpo, la mente.

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I profeti del controllo mentale che il mondo ha osannato

Negli anni ’60 Jimi Hendrix affermò: “Tu puoi ipnotizzare la gente con la musica, e quando essa si trova nel suo punto più debole puoi predicare al loro subconscio qualunque cosa le vuoi dire. Nel 2003 Marilyn Manson dichiarò: Non so se qualcuno sia riuscito a capire veramente quello che stiamo cercando di fare… cioè adescare la gente. Quando finalmente li avremo in pugno, allora inculcheremo loro il nostro messaggio“. 

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Stato di perdizione psicologica

Il professor Alain Busschaert (docente di pianoforte al Conservatorio dell’XIº distretto di Parigi e all’École Normale de Musique) afferma che numerosi adolescenti sono in “perdizione psicologica” a causa di certi ascolti musicali: “Proprio per il suo carattere e la sua natura, la musica ci impregna, ci suggerisce, ci imprime e ci impone tale o talaltra emozione, tale forma di stato d’animo o di ispirazione. Che sia sapiente o primitiva, essa lascia il segno”.

Ha inoltre dichiarato: “Un esame attento della Storia mostra che ogni innovazione negli stili musicali fu seguita invariabilmente da un cambiamento politico e morale.

La musica agisce sul pensiero collettivo. Essa colpisce al tempo stesso consapevolmente e inconsapevolmente, mediante l’aiuto della suggestione e della ripetizione“. 

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Difficoltà di apprendimento e cambiamenti strutturali cerebrali

La musica accresce i nostri sensi, tocca le nostre emozioni e crea ricordi. La musica può arricchire la nostra vita in molti modi diversi, ma può anche essere pericolosa. Potrebbe non essere importante il fatto che si ascoltino attentamente o meno le parole; quelle messe in musica spesso si imparano e si ricordano facilmente. Non c’è da stupirsi se veniamo avvertiti di scegliere con cura la musica che ascoltiamo.

Le nostre scelte musicali possono influenzare anche la nostra capacità di svolgere i compiti o di imparare.

Due ricercatori hanno esplorato tale rapporto studiando gli effetti della musica e del ritmo sul sistema nervoso dei topi.

Per otto settimane, un gruppo di topi ha ascoltato i valzer di Strauss in continuazione (musica altamente organizzata e regolare), mentre un secondo gruppo ha ascoltato suoni “disarmonici” sotto forma di musica rock. Un terzo gruppo è stato allevato in silenzio.

Dopo otto settimane i topi sono stati posti in un labirinto e dovevano trovare il cibo. I topi del secondo gruppo vagavano privi di senso dell’orientamento — “una chiara indicazione del fatto che avevano difficoltà di apprendimento” — e hanno impiegato molto più tempo a trovare il cibo rispetto a quanto avevano fatto all’inizio dello studio.

FONTE https://www.campanologia.it/contenuto/pagine/01-ATS/ATS-E03/ATS-E03-25-Diapason-432-440.htm

 

 

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