La sua efficacia contro la malaria ha meritato un premio Nobel. Pare che possa servire anche per battere la tubercolosi. Soprattutto quella latente. Attualmente se ne parla per curare dal COVID19. Il mainstream informa sulla veridicità di questa voce. Vedi qui .
L’ARTEMISIA, l’antico rimedio cinese ora utilizzato in larga scala in combinazione con altri farmaci contro la malaria, funzionerebbe anche per la tubercolosi latente, la Tbc non ancora infettiva e non attiva. Un “promettente studio” è stato pubblicato su Nature Chemical Biology dal gruppo dell’università del Michigan guidato da Robert Abramovitch. “Quando il batterio della Tbc è latente – ha detto il ricercatore – diventa più difficile raggiungerlo con agli antibiotici. Bloccare la latenza porta come conseguenza una maggiore possibilità di curare con i farmaci e accorcia i tempi della terapia”.
Continua qui https://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/12/19/news/tbc_latente_bloccare_artemisia_rimedio_cinese-154511516/
L’artemisia annua è stata somministrata già in Cina durante il picco della pandemia sotto forma di compresse e pare che sia stata efficace grazie ad alcune molecole: luteolina, kaemferolo, quercitina e apigenina, che risultano essere inibitori chimici della proteasi principale di SARS Cov 2.
Il Max Planck Institute of Colloids and Interfaces di Potsdam ha deciso di testare, molte pagine mainstream invece pensano di dover screditare da subito questo approccio curativo.
Artemisia annua da testare contro COVID-19
Il Max Planck Institute of Colloids and Interfaces di Potsdam (Germania) collaborerà con ArtemiLife Inc., un’azienda con sede negli Stati Uniti e ricercatori medici in Danimarca e Germania per testare l’estratto vegetale di Artemisia annua e i derivati dell’artemisinina in studi cellulari di laboratorio contro il nuovo coronavirus (COVID-19).
LEGGI QUI https://www.mpg.de/14663263/artemisia-annua-to-be-tested-against-covid-19
AGGIORNAMENTO
LO STUDIO PROVA L’EFFICACIA DEL ANNUA DELL’ARTEMISIA CONTRO SARS-COV-2 IN VITRO
By Dr. Tomislav Meštrović, MD, Ph.D.Jul 19 2021
Un gruppo di ricerca multinazionale è stato il primo per mostrare l’attività eccellente del trattamento artemisinin basato contro il coronavirus 2 (SARS-CoV-2) di sindrome respiratorio acuto severo nelle linee cellulari umane – compreso un tipo specifico di celle del polmone. I loro risultati recentemente sono stati pubblicati nei rapporti scientifici del giornale.
Siamo ancora dentro esigenza di efficaci e trattamenti accessibili. C’erano molti tentativi alle droghe del repurpose che già usiamo per una miriade delle indicazioni differenti ma a non molto profitto CONTINUA
La tisana anti-COVID19 raccomandata dal presidente del Madagascar
E non è tutto qui
L’artemisinina, estratto dalla pianta di Artemisia annua, è un principio utile non solo contro la malaria e altre malattie infettive, ma anche nella cura del cancro.
Artemisinina e Artemisia Annua
da Massimo Bonucci |
Nel panorama della ricerca delle terapie integrate non possono certo mancare le novità in campo fitoterapico per l’uso di sostanze in grado di aumentare le prospettive dei pazienti oncologici. Una novità di questi ultimi anni è una molecola, l’artemisinina principio attivo estratto dalla pianta, Artemisia annua.
È un lattone sesquiterpene altamente ossigenato, contenente un unico 1,2,4-triossano struttura ad anello; questo prodotto naturale è impiegato nella lotta alla malaria e pertanto rientra nella categoria degli antimalarici.
Ha una tossicità relativamente bassa negli esseri umani, anche se sono stati riportati effetti indesiderati anche di notevole entità soprattutto legati alla somministrazione prolungata con difetti di escrezione (si sottolineano le attuali conoscenze sulla neurotossicità, embriotossicità, genotossicità, emato- immunotossicità, cardiotossicità, nefrotossicità, e reazioni allergiche) ed è attivato da eme e / o ferro intracellulare che porta alla formazione di radicali liberi intracellulari.
La sua azione molto potente è legata alla struttura chimica che lega il ferro intracellulare. Il meccanismo d’azione, diverso dagli altri antimalarici, lo rende un farmaco privo di farmaco-resistenza.
Esistono inoltre derivati, la di-idro-artemisina, l’artemetere, l’artesunato, che hanno una diversa via di somministrazione (orale, intramuscolo, endovenosa).
L’Artemisinina e i suoi derivati stanno riscuotendo molto interesse nel campo della ricerca di base per la loro capacità di eliminare selettivamente le cellule tumorali. È interessante notare che i suoi dimeri hanno mostrato attività anti-cancro più potente della forma monomerica.
La captazione del ferro intracellulare è regolata dal recettore di transferrina (TfR) e l’attività di artemisinina dipende dalla disponibilità di ferro.
I ricercatori hanno visto che questa molecola, liberando radicali liberi, colpisce selettivamente le cellule contenenti eccessive quantità di ferro (le cellule tumorali ne contengono molto più della media) portandole all’eliminazione.
L’ Artemisinina contiene una porzione endoperossidasica che può reagire con il ferro per formare radicali liberi citotossici.
Le cellule tumorali contengono significativamente più ferro libero intracellulare delle cellule normali ed è stato dimostrato che artemisinina e suoi analoghi selettivamente possono causare arresto della crescita cellulare e apoptosi in molte linee cellulari tumorali.
Inoltre sia l’artemisinina che i suoi composti hanno dimostrato di avere effetti anti-angiogenetici, interruzione della migrazione, modulazione della risposta recettoriale nucleare, anti-infiammatori, anti-metastatici e perturbazione di molte vie di trasduzione del segnale.
Queste caratteristiche rendono i composti di questa molecola candidati ad intraprendere la via classica di studio per valutare l’attività chemioterapica anti cancro.
Tuttavia i suoi analoghi semplici sono meno potenti degli agenti chemioterapici tradizionali per il cancro e dato che ha nel plasma una breve emivita, ciò richiederebbe alto dosaggio e la somministrazione frequente per essere efficace per il trattamento del cancro.
Composti artemisinici più potenti ed a bersaglio selettivo sono in fase di sviluppo. Questi includono dimeri e trimeri artemisinina, artemisinina composti ibridi, e di tagging di composti artemisinina alle molecole che sono coinvolte nel meccanismo di consegna del ferro intracellulare.
Questi composti sono potenti promettenti composti antitumorali che producono effetti collaterali significativamente inferiori rispetto ai tradizionali agenti chemioterapici.
L’azione di questa molecola è stata studiata su molte linee cellulari (prostata, ovaio, colon, leucemia, melanoma, pancreas) ed in modelli animali da xenotrapianto (dimostrando in questo caso una riduzione di volume e della diffusione).
Infine, ART e ATM sono stati combinati con il comuni agenti anti-cancro oxaliplatino, gemcitabina e talidomide, sempre in studi d ricerca.
Studi in vivo ed in vitro hanno dimostrato, fra l’altro, una migliore azione sinergica se in associazione con flavonoidi.
Sono stati presentati inoltre 2 casi pazienti con recidiva di melanoma uvale politrattati che hanno riposto in maniera positiva con l’uso combinato della chemioterapia e della artemisinina.
Il principale effetto collaterale riportato in numerosi studi clinici su animali di grossa taglia è stato la neurotossicità. Confrontando i dati vengono evidenziati legami con il dosaggio, la modalità di somministrazione ed il tempo di somministrazione. Il dosaggio pertanto non deve essere prolungato nel tempo (3-5 gg a ciclo) per evitare l’effetto sopraindicato.
In uno studio di osservazione fatto solo attraverso la valutazione dell’uso di Artemisina in 21 pazienti non più responder ed intenzionati autonomamente ed off label ad usare la Artemisinina, si è dimostrata una totale assenza di risultati, salvo in un 50 % una riduzione dell’uso di oppiacei per il dolore.
La molecola deve essere sottoposta ad ulteriori studi. Inoltre dovrebbe essere vietata la somministrazione, anche in pazienti per scopi “umanitari”, per i frequenti effetti collaterali sopra citati, che si vengono ad avere.
Lo spazio di ricerca ed applicazione in campo oncologico di questa pianta potrà un domani farci conoscere i più intimi meccanismi di azione con lo scopo di aumentare non solo l’efficacia, ma anche di migliorare la qualità della vita dei pazienti oncologici.
Questo breve approfondimento sulle implicazioni terapeutiche della Artemisinina è stato possibile valutando i dati raccolti dalle numerose pubblicazioni in merito:
Anticancer Agents Med Chem.2013; J Biomed Biotechnol.2012;CancerChemother Pharmacol.2011 Toxicology.2011; Molecules.2010; CancerLett.2010; Anticancer Drugs.2010; JCancer Res Clin Oncol.2010; Crit Rev Toxicol.2010;Oncol Rep.
MASSIMO BONUCCI M.D.
Spec. Oncologia Medica/ Anatomia Patologca
Resp. Servizio Patologia clinica ed Anatomia Patologica
Amb. Oncologia integrata
Casa di Cura SAN FELICIANO – ROMA
Presidente A.R.T.O.I.
Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate
FONTE https://www.artoi.it/artemisinina/
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