Bufera di neve a New York City, 1947

Bufera di neve a New York City, 1947

 

Articolo pubblicato da: Andrea Meloni (2005)

 

... Evitando la solita menzione che il clima è sempre cambiato, vorrei proporre un filone di articoli dedicati alla ricerca su come cambiare il clima, modificare il tempo atmosferico, ottenere il sole, la pioggia o la neve su ordinazione. …

Taluni scienziati, nel passato, vollero controllare il clima al fine di evitare danni dagli uragani o dalla siccità, in seguito tali tentativi furono abbandonati. (ndr secondo Meloni)

Cercheremo di comprendere come mai e di scoprire dove l’uomo volutamente, anche nei giorni d’oggi, modifica il clima.

Nel febbraio 1948, la rivista americana Fortune, citava il premio Nobel per la Chimica Irving Langmuir in proposito ai progressi raggiunti dalla ricerca che entro uno o due anni successivi, l’uomo avrebbe potuto disporre degli strumenti per annullare la maggior parte dei danni causati dagli uragani.

Quelli del dopo guerra sono anni di notevole entusiasmo per gli americani e inglesi, il settore della ricerca riceveva notevole interesse da parte dei politici, oltre che delle imprese.

In quegli anni, emerge anche un altro scienziato brillante, Schaefer, anche lui chimico. I due avevano condiviso varie ricerche in meteorologia, specialmente per il settore bellico. Il gruppo di ricerca si dedicò parecchio allo studio della condensazione a Schenectady.

In una torrida giornata del luglio 1946, dottor Schaefer (il teorico dei due) era solo in laboratorio e doveva creare una temperatura inferiore ai -23°C ottenuti all’epoca con un congelatore. Pensò di provare con il ghiaccio secco (anidride carbonica solida congelata), ne mise un pezzo nel congelatore.

Il vapore acqueo presente nel congelatore utilizzato per gli esperimenti sulla riproduzione in laboratorio della normale condensazione delle nubi, improvvisamente condensò in finissimi milioni di granelli di ghiaccio che divennero finissimi fiocchi di neve.
Lo scienziato aveva riprodotto in laboratorio il primo esperimento per la produzione di nuclei di condensazione.

La fantasia degli scienziati, il segreto delle ricerche, l’assenza di gruppo ecologisti, permisero in tempi brevissimi un esperimento sulle tranquille nubi del cielo americano.

Il 13 novembre 1946, Schaefer noleggiò un piccolo aereo, ad un’altezza di 4500 metri, a circa 50 km a est di Schenectady, trovò una nube stratiforme sovraraffreddata adatta per il suo esperimento, dal finestrino seminò la nube di 3 kg di granellini di ghiaccio secco.

L’esperimento diede luogo ad un improvviso tumulto di correnti della nube, la nube diede luogo ad una precipitazione nevosa che evaporò a circa 600 metri dal suolo. L’esperimento poteva dirsi perfettamente riuscito.

Dopo circa 100 esperimenti di laboratori si era ottenuto il segreto per far piovere o nevicare. In precedenza, in laboratorio, i primi esperimenti avevano portato ad utilizzare, ovviamente senza successo, polvere di zucchero, talco, sale, polvere vulcanica, grafite, carbone, polvere di sapone.

Ma gli esperimenti in natura non si fermarono, se ne realizzarono altri due con esiti simili, mentre un altro fu programmato per il mese di dicembre.

Il 19 dicembre le previsioni meteo davano tempo bello e temperatura in aumento per lo stato di New York e nel Vermont, venne prodotto un esperimento dagli esiti stupefacenti: dopo la semina di nubi, il 20 dicembre, nella regione si ebbe la peggiore nevicata dell’inverno, il traffico automobilistico si bloccò, la gente si trovò impreparata alla tormenta di neve che produsse un accumulo di neve di circa 20 centimetri.

L’esperimento poteva dirsi riuscito, ma l’esito così imprevedibile decise gli avvocati della società finanziatrice di bloccare ogni ulteriore semina di nubi, e le ricerche si riportarono in laboratorio.

Era iniziata l’Era del controllo sul clima, che portò in futuro, anche a esperimenti di maggiore imponenza, ne parleremo nei nostri articoli.

Ma cosa aveva causato una così forte bufera di neve? Come vedremo in futuro, anche esperimenti limitati con ghiaccio secco, possono indurre l’innesco a catena di eventi meteo rilevanti in presenza di instabilità atmosferica. La semina di nubi avevano prodotto le prime nevicate, probabilmente l’evaporazione di parte delle precipitazioni aveva dato innesco alla formazione a catena di nubi e quindi di precipitazioni.

I primi nuclei di condensazione avevano causato una probabile alterazione dell’equilibrio di una stabilità atmosferica apparente, all’epoca non c’erano di certo gli strumenti di rilevamento odierni.  FONTE 

E possiamo registrare un aumento vertiginoso di eventi meteorologi estremi.

Un caso? 

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Come ingannare le nuvole e placare l’ira degli uragani: cambiamento indotto del Clima, parte 2°

Dal materiale che ho raccolto su varie pubblicazioni, ho riassunto lo sviluppo di questa serie di articoli dedicata al “controllo del clima”. Dalle mie ricerche sembrerebbe che la Scienza ha realmente le potenzialità per cambiare il clima anche su vasta scala, persino di ridurre le conseguenze dell’Effetto Serra, oppure di raffreddare un Continente, tuttavia ciò non succede e ne vedremo le probabili cause.

Il precedente articolo ha trattato la scoperta del ghiaccio secco quale nucleo di condensazione per le nubi. Abbiamo veduto la sospensione degli esperimenti dopo che un test causò, così pare, una tormenta di neve su un ampio territorio del Nord America, dopo ciò le ricerche e relativi test, furono trasferiti in laboratorio.

Per scoprire le modifiche indotte volutamente per cambiare il percorso naturale degli eventi meteorologici, andiamo ancora al dopoguerra, nel laboratorio USA di Schenectady, tra i ricercatori c’era Bernard Vonnegut, un chimico di 32 anni, studioso delle proprietà dell’alluminio sovraraffreddato.

Vonnegut doveva individuare un composto chimico che avesse gli stessi effetti sulle nubi, del ghiaccio secco, ma che non avesse controindicazioni per il trasporto e che magari fosse anche più efficace. Dopo un’innumerevole quantità di prove individuò un composto che avrebbe potuto sostituire il ghiaccio secco: era lo ioduro d’argento, la cui struttura cristallina esagonale, era quasi uguale a quella del ghiaccio.

La prima partita di ioduro d’argento che fu consegnata al laboratorio era difettosa, il test fallì. Fu chiesto altro ioduro d’argento, stavolta puro. Il test ebbe un successo notevolmente maggiore di quello ottenuto con il ghiaccio secco: era sufficiente una minima quantità del prodotto per produrre neve.

Vonnegut calcolò che solo 90 kg di ioduro d’argento erano sufficienti per seminare l’intera atmosfera terrestre.

Dopo la scoperta delle potenzialità di questa sostanza, il progetto cambiò aspetto e venne allargato, con lo scopo di modificare eventi atmosferici violenti, come gli uragani, ma l’utilizzo di ioduro d’argento al posto del ghiaccio secco non fu immediato.

Fu lanciato il progetto Cirrò, il primo studio scientifico su larga scala della fisica delle nubi e delle modificazioni del tempo atmosferico.

Da quel momento, gli esperimenti di semina delle nubi vennero eseguiti in molte regioni degli Stati Uniti ed alla fine del 1947 erano pronti a trattare il primo uragano con l’intenzione di ridurre l’intensità dei venti.

Il 13 ottobre 1947 ebbe luogo il primo esperimento finalizzato a domare un uragano, era il secondo come intensità che si abbatte sulla zona quell’anno: il primo giorno di missione operativa Cirrò, le nubi di un uragano il cui occhio che si trovata a circa 560 km da Miami furono seminate di ben 80 kg di ghiaccio secco (non ioduro d’argento). I responsabili del progetto Cirrò individuarono una sostanziale attenuazione dell’uragano, con una riduzione della piattaforma nuvolosa.

Purtroppo, il giorno successivo, l’uragano riprese intensità e deviò da ovest verso est, giungendo sulla Georgia dove causò danni ed una vittima.

Il comportamento dell’uragano fu definito insolito, e taluni esperti di meteorologia, attribuirono le sue evoluzioni così imprevedibili alla semina delle nubi.

Il primo esperimento di placare l’intensità di un uragano fu fallimentare, taluni minacciarono cause legali, ma poi la tensione si placò anche perché si dimostrò che nel 1906 un altro uragano manifestò un simile comportamento.

Per 11 anni furono bloccate gli esperimenti, gli esperti erano in disaccordo su vari punti: i modificatori del clima sostenevano che non era possibile deviare un uragano, ma controllare alcuni aspetti come vento e precipitazioni. L’opinione pubblica era terrorizzata sugli effetti dei cambiamenti climatici indotti dall’uomo.

I successivi esperimenti ricominciarono nel 1956 a mezzo del Weather Bureau che varò un progetto nazionale sugli uragani. Tre anni più tardi partirono le prime semine di uragani con ioduro d’argento, non più ghiaccio secco.

Si apre un periodo di fortissimi esperimenti, molti restarono segreti per parecchio tempo, e non solo per usi civili.

Pubblicato da Andrea Meloni  FONTE

 

 

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