FOTO DI JASON AHRNS

Spettri rossi sempre più frequenti in cielo per Minimo Solare

I fenomeni elettrici dell’alta atmosfera sono scariche inusuali, che nulla hanno a che fare con i classici fulmini. O meglio un legame c’è, in quanto possono apparire all’improvviso, come immensi spettri rossi luminosi (chiamati anche sprites), molto al di sopra dei cumulonembi temporaleschi: illuminano la ionosfera tra i 50 e i 90 chilometri dal suolo.

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Quello degli spettri rossi è un fenomeno poco conosciuto accomunato ai fenomeni temporaleschi, di regola associato alla ionizzazione dell’aria, e raramente è osservabile a occhio nudo.

La cattura fotografica è del 21 luglio 2017 in Austria.

Se spiega Silvia Bencivelli cè da stare attenti. La signora chiede: „Ma perché ci sono queste irrogolarità in ionosfera a creare queste ‘meduse’?“ E’ una domanda molto interessante che aspetta risposte.

Un gruppo di scienziati americani è riuscito a filmarli e a riprodurne un modello per tentare una spiegazione. Spiegazione piuttosto complessa, legata alle irregolarità del plasma della ionosfera, più alta dell’atmosfera. Vedi qui  

La natura supera il CERN?

25 maggio 2010Sole e Climasand-rio

Questo é un articolo che il Prof. Vincenzo Zappalà ha scritto su Astronomia.com
Per chi non conoscesse il Prof. Zappalà ecco un suo breve profilo da Wikipedia:
http://it.wikipedia.org/wiki/Vincenzo_Zappal%C3%A0

Su NIA ´esperimento CLOUD abbiamo giá parlato della ricerca del CERN e dell http://daltonsminima.wordpress.com/2009/12/22/al-cern-sono-soliti-sprecare-tempo-e-denaro/

Tutto denaro sprecato? Sicuramente no. Tuttavia, una ricerca svolta nell’Università di Bath, storica città inglese, ha scoperto che durante i temporali si formano giganteschi acceleratori di particelle a circa 40 km d’altezza sopra la superficie terrestre. Più potenti e meno costosi del LHC …”
Durante la scarica di fulmini particolarmente intensi si creano le condizioni affinché le particelle ad alta energia provenienti dallo spazio (raggi cosmici) interagiscano con i campi elettrici temporaleschi, producendo un gigantesco (e a buon mercato) acceleratore di particelle simile a quello che è stato con gran fatica costruito al CERN di Ginevra. La Natura si sta prendendo una bella rivincita: ciò che l’uomo stenta a ottenere con anni di lavoro e milioni e milioni di euro, viene ottenuto semplicemente e completamente gratis.

Gli elettroni presenti nelle molecole d’aria vengono “strappati” dai raggi cosmici e subiscono una fortissima accelerazione causata dal campo elettrico creato dai fulmini. In altre parole, i raggi cosmici liberano elettroni che poi i campi elettrici accelerano naturalmente. Meraviglioso! Questi elettroni si riuniscono in stretti fasci che si propagano dai livelli più bassi dell’atmosfera (troposfera), attraversano la media atmosfera e giungono nello spazio dove vengono intrappolati dal campo magnetico nelle sue fasce di radiazioni (Van Allen) e possono causare seri problemi ai satelliti artificiali. Teniamo conto che questi eventi collisionali, rapidissimi, possono avere la potenza di una piccola centrale nucleare.

Fenomeni simili erano già stati ipotizzati nello studio degli “sprite” (folletti), fulmini che avvengono a grandi altezze sopra le nuvole temporalesche dando luogo a una varietà di fenomeni luminosi dalle forme più strane (Fig. 1). Si è ora visto che gli acceleratori naturali di particelle coincidono in qualche caso proprio con questi “sprite”.



Fig. 1 – La prima immagine a colori di uno “sprite”, ottenuta nel 1994 da un aereo da alta quota sopra l’Alaska. Il color rosso è dovuto a emissioni di azoto fluorescente eccitato da un fulmine avvenuto nel temporale sottostante. Un bellissimo UFO, non vi pare?

Per dovere d’informazione, già nel 1925 il Premio Nobel C.T. Rees Wison aveva ipotizzato queste condizioni particolari sopra le grandi nuvole temporalesche.

E’ veramente sconvolgente l’idea che mentre noi cerchiamo di far collidere le particelle sotto terra per evitare qualsiasi contaminazione, madre Natura lo faccia parecchi chilometri sopra la nostra testa. A parte gli scherzi (al CERN si possono dominare gli scontri, scegliere i proiettili e mille altre cose), è fantastico pensare che questi acceleratori naturali ci mostrino uno stupendo esempio di interazione tra il nostro piccolo pianeta e il ben più vasto Universo, da cui provengono appunto i raggi cosmici.



Fig. 2 – Uno splendido spettro o folletto luminoso (“sprite”), osservato sopra un temporale nel settembre del 2009 in Francia. Non vi sembra di vedere una specie di volto diabolico. Che ci stia avvisando del 2012? Sto scherzando, ovviamente!!…(ndr articolo del 2010)

FONTE http://m.daltonsminima.altervista.org/category/sole-e-clima/page/19/?wpmp_switcher=mobile

 

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Certe foto possono nascere solo dalla giusta combinazione tra preparazione e fortuna. Il fotografo americano Randy Halverson, già autore di spettacolari video in time-lapse dei cieli del Midwest degli Stati Uniti, è riuscito a catturare in un’unica immagine due fenomeni atmosferici molto difficili da ritrarre: i cosiddetti “red sprites” (spettri rossi), flash di luce dalla forma simile a quella di una medusa, e particolari increspature note come onde gravitazionali atmosferiche.

Onde gravitazionali atmosferiche: che cosa sono?

La spiegazione di un fenomeno che influenza la forma delle nuvole, così come temperatura e circolazione dell’aria tra i vari strati dell’atmosfera terrestre.

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Le onde di gravità atmosferica sono oscillazioni dell’aria, con un periodo che va dai 10 minuti fino al giorno, che provocano le caratteristiche increspature nelle nubi talvolta visibili in foto o dal finestrino di un aereo. Possono avere una lunghezza d’onda di migliaia di chilometri e sono provocate dal contrasto tra i movimenti verticali ascendenti e discendenti dell’aria in atmosfera.

COME SI FORMANO. Tra le loro cause troviamo i moti convettivi che spingono i nembocumuli verso l’alto, la presenza di rilievi che fa sì che l’aria che vi si infrange contro si alzi e, per contro, la diminuzione della temperatura raggiunta dall’aria ad alta quota, che ne aumenta la densità e la fa ridiscendere nuovamente: questi movimenti si ripetono a ciclo continuo, causando nell’aria onde simili a quelle marine.

 PERCHÉ SI STUDIANO. Altri fattori come le correnti a getto e la radiazione solare intervengono a perturbare gli equilibri delle masse d’aria, generando queste increspature che si propagano, sia verticalmente sia orizzontalmente, dalla troposfera fino alla mesosfera. Oltre a conferire alle nubi affascinanti “creste”, le onde gravitazionali atmosferiche svolgono un’importante funzione di trasferimento di energia e sostanze chimiche tra i vari strati dell’atmosfera, e influenzano i venti, le temperature, la composizione e le turbolenze dell’aria. FONTE

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