Gabriele Garibaldi, giornalista e ricercatore, di cui non si trova menzione in tempi recenti, alcuni anni fa aveva stigmatizzato il vero fine dei progetti spaziali USA. Gabriele Garibaldi traccia un quadro, documenti alla mano, che non lascia dubbi: il dominio planetario è l’obiettivo. Il ‘Full Spectrum Dominance’ architettato dai ‘Signori dello Spazio’ è in larga misura già raggiunto.

Gli Stati Uniti preserveranno i propri diritti, capacità e libertà d’azione nello spazio; … e negheranno, se necessario, agli avversari l’uso di capacità spaziali ostili agli interessi nazionali statunitensi… In questo nuovo secolo, coloro i quali sanno sfruttare pienamente lo spazio godranno di ulteriore prosperità e sicurezza, e deterranno un vantaggio sostanziale su quelli che non sono in questa posizione. La libertà di azione nello spazio è tanto importante per gli Stati Uniti quanto lo è il potere aereo e marittimo” [U.S. National Space Policy, 31 agosto 2006]

Garibaldi (1976) laureato in scienze politiche, ha scritto vari articoli di politica internazionale come giornalista freelance. I suoi articoli sulla questione dell’armamento dello spazio sono apparsi sulle riviste Aspenia, Giano, Limes, Diario.

 

 

Stati Uniti: i progetti spaziali 

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di Gabriel Garibaldi

L’unica superpotenza è consapevole che lo spazio è la chiave della “Full Spectrum Dominance” e dell’evoluzione dei rapporti di forza nel 21° secolo. Il suo armamento è allo studio da tempo, con un occhio alla Cina. I propositi unipolaristi che caratterizzano l’attuale amministrazione statunitense – e prima di essa sono stati il filo rosso di tutte le amministrazioni degli anni ’90- discendono dalla fiducia nella capacità di impedire la nascita di un nuovo competitore strategico nella “finestra di opportunità” di 10-20 anni necessaria al ricostituirsi dell’equilibrio di potenza a livello sistemico. Tale Grand Strategy non può che basarsi sulla ricerca di una capacità soverchiante di forza -mezzo di “benevola” protezione degli alleati e strumento di deterrenza per chi la voglia sfidare- in sostanza su una concreta serie di progetti volti alla “Full Spectrum Dominance”, cioè il dominio militare su scala planetaria, consistente nell’insieme di deterrenza, controllo e capacità di proiezione militare unilaterale in tutti i possibili campi di battaglia. 

Mastering the Ultimate High Ground: Next Steps in the Military Uses of Space” 

In questo contesto si inserisce la attività del Project Air Force della Rand Corporation (think tank partner della U.S. Air Force ed espressione delle lobbies dell’industria militare statunitense) che agli inizi del 2003 ha divulgato il documento “Mastering the Ultimate High Ground: Next Steps in the Military Uses of Space”. Tale studio offre argomentazioni in favore dello sviluppo rapido delle capacità militari statunitensi nello spazio. Esso parte dal postulato che i satelliti commerciali statunitensi devono essere protetti in ragione del flusso di informazioni che veicolano, dal quale dipende grande parte dell’economia nazionale. Ma, esso osserva, anche le Forze Armate statunitensi sono dipendenti dai mezzi di comunicazione satellitare, i quali potrebbero subire attacchi tramite bombe nucleari o a impulsione elettromagnetica. Partendo da questi presupposti, lo studio giustifica la necessità di investire massicciamente nella guerra spaziale, al fine non solo di sorvegliare le attività spaziali delle potenze concorrenti, ma anche di “assicurare il nostro accesso continuato allo spazio e negare lo spazio ad altri, se necessario”.
Il documento della Rand si inserisce perfettamente nella logica unipolarista volta al definitivo rafforzamento del gap di potenza tra gli Stati Uniti e i potenziali concorrenti, ed è la risposta all’annuncio – nel maggio 2001 da parte di Rumsfeld – della riorganizzazione dei programmi spaziali del Pentagono (l’US Space Command era già stato istituito nel 1985): “Alla Air Force sarà assegnata la responsabilità di organizzare, addestrare ed equipaggiare forze per rapide e sostenute operazioni spaziali, di carattere offensivo e difensivo”.
L’annuncio di Rumsfeld era sorprendente nella scelta dei tempi – in quanto andava a esacerbare i timori e le polemiche già suscitate dalla annunciata volontà di denunciare il trattato ABM e di voler costituire il “Theater Missile Defense”- ma non era un fulmine a ciel sereno, in quanto poco prima, in gennaio, Rumsfeld aveva pubblicamente annunciato le raccomandazioni della “Congressional Commission to Assess United States National Security Space Management and Organization” da lui presieduta:

Sappiamo dalla storia che ogni elemento – aria, terra e mare – ha visto dei conflitti […] La realtà indica che lo spazio non sarà differente. Data questa virtuale certezza, gli Usa devono sviluppare i mezzi sia di deterrenza che di difesa contro atti ostili nello e dallo spazio. Ciò richiederà superiori capacità spaziali […] Gli Usa devono avere l’opzione di dispiegare armi nello spazio quale mezzo di deterrenza contro le minacce e, se necessario, di difesa contro attacchi ai propri interessi […] l’avere tale capacità darebbe agli Usa un deterrente molto più forte e, in un conflitto, uno straordinario vantaggio militare”, affermazione, quest’ultima, che lascia aperta la strada ad un uso non esclusivamente difensivo.
La conferenza per la stampa dell’8 maggio, quindi, non era che il primo passo della istituzionalizzazione del Rapporto della Commissione, il quale non era che un rimaneggiamento di rapporti già pubblicati dallo US Space Command. 

 

Lo US Space Command ed i piani di “Full Spectrum Dominance” 

Il “Control of Space” è il primo, e imprescindibile, dei quattro Concetti Operativi previsti dal “Visions for 2020”.

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Operational Concepts for U.S. Space Com’s Vision 2020”


Lo US Space Command persegue l’obiettivo di “dominare la dimensione spaziale delle operazioni militari per proteggere gli interessi e gli investimenti statunitensi”, ritenendo che “il potere spaziale è vitale per raggiungere i concetti operativi del Joint Vision 2010” – documento strategico del 1996 – finalizzati, questi ultimi, alla “Full Spectrum Dominance”.
A togliere ogni possibile dubbio circa gli obiettivi dello US Space Command, ci ha pensato – fuori dal gergo militare – il suo stesso “Commander-in-Chief”, Joseph W. Ashy: “Alcune persone non vogliono sentirne parlare… ma assolutamente – siamo prossimi a combattere nello spazio. Combatteremo dallo spazio e nello spazio…

Un giorno o l’altro colpiremo obiettivi terrestri -navi, aeroplani e obiettivi sulla terraferma – dallo spazio”.
Partendo da tali presupposti, lo US Space Command ha teorizzato nel documento 
USSPACECOM’sVision for 2020” (pubblicato nel 1998) l’opportunità per gli Usa di garantirsi il “Control of Space” quale “abilità di assicurare l’ininterrotto accesso allo spazio per le forze statunitensi e dei nostri alleati, la libertà delle operazioni nello spazio e la abilità di negare agli altri l’uso dello spazio, se richiesto” al fine di “proteggere la nostra posizione nello spazio ed essere in grado di impedire ad altri Paesi di raggiungere un vantaggio tramite i loro sistemi spaziali”.
Il “Control of Space” è inoltre la premessa per il “Global Engagement”, che “è la combinazione della sorveglianza globale della Terra (vedere qualsiasi cosa in qualsiasi momento), della difesa missilistica su scala mondiale, e della capacità potenziale di applicare la forza dallo spazio […] Per esempio, un sistema per l’applicazione della forza basato nello spazio potrebbe essere utilizzato per attacchi strategici”.
La conclusione di “Visions for 2020”, pertanto, è che nel 21° secolo le forze spaziali non dovranno limitarsi a fornire supporto strategico alle forze “terrestri”, ma che “cominceranno anche a condurre operazioni spaziali. L’emergente sinergia della superiorità spaziale con quella di terra, mare ed aria, ci permetterà di raggiungere la Full Spectrum Dominance”. 

ARTICOLO INTEGRALE  https://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=4285

Visions for 2020”  http://aerospace.wpengine.netdna-cdn.com/wp-content/uploads/2018/04/USSPACECOM-Vision-for-2020-Feb97.pdf

Di Gabriele Garibaldi: L’imperialismo spaziale, chiave del New American Century – Lo spazio è l’elemento centrale nella strategia del primato di potenzae nella  prospettiva della Full Spectrum Dominance di  Gabriele Garibaldi  Sintesi

http://www.cdbsanpaolo.it/imperialismo_spaziale.htm#_ftn1

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