Piovono gli articoli in questi giorni e denunciano all’ improvviso l’impatto delle scie degli aerei sul clima. Dal 1999 regnava un silenzio assordante sugli effetti del traffico aereo.

Era il 1999 quando il parlamento europeo pubblicò un suo testo (approvato) di proposte sulla Tassazione dei carburanti per aeromobili. Voleva “raccogliere la sfida di uno sviluppo sostenibile”  ritenendo che una “situazione in cui il carburante per aeromobili è esente da imposta su scala mondiale rappresenti una disparità di trattamento rispetto ad altri modi di trasporto e non sia pertanto in linea con l’obiettivo della parità di opportunità fra tutti i modi di trasporto…. i trasporti aerei godono di un trattamento preferenziale, ad esempio per quanto riguarda le accise o l’IVA, rispetto ad altri modi di trasporto e cheTESTO INTEGRALE

Da una parte vediamo che l’uso dell’aereo viene enormemente facilitato, e dall’altra vediamo crescere  le preoccupazione degli scienziati intorno ad un gas serra accusato di nocività per il clima e per la nostra vita. Sono due aspetti in forte contrasto. 

A partire dal 2002 i dati sulle emissioni cominciano a scarseggiare, mentre i cieli cambiano sempre più aspetto…

Da anni si cerca ‘soluzioni’! Le scie in cielo devono diventare meno. Ciò che non si vede non esiste. 

Gli aerei a biocarburanti inquinano meno e riducono le scie di condensazione

Uno studio condotto dalla NASA e pubblicato su Nature ha affrontato lo spinoso problema dell’inquinamento atmosferico generato dagli aerei. Numerosi test effettuati tra il 2013 e il 2014 presso l’Armstrong Flight Research Center di Edwards in California hanno dimostrato come l’utilizzo di biocarburanti sia in grado di ridurre l’inquinamento dei velivoli fino al 50-70 per cento in meno rispetto al carburante “tradizionale”, aprendo così nuovi scenari per il futuro.

Il problema riguarda l’impatto che il volo ha non tanto in fase di decollo e di atterraggio, quanto in quota (alle altitudini dei voli commerciali). Un impatto – non solo visivo – dell’inquinamento in quota è rappresentato dalle cosiddette scie di condensazione, provocate dal contatto tra lo scarico del motore ad alte temperature con l’aria fredda che si traduce nella formazione di cristalli di ghiaccio.

Tali scie – viene spiegato nello studio – generano effetti sull’ecosistema attualmente al vaglio degli scienziati:

Il fumo degli aerei è uno dei maggiori responsabili della formazione delle scie di condensazione”, afferma Bruce Anderson, scienziato NASA che segue il progetto denominato ACCESS (Alternative Fuel Effects on Contrails and Cruise Emissions Study). Come risulatao, le riduzioni osservate di particelle che abbiamo misurato durante il progetto si traducono direttamente nella riduzione delle concentrazioni di cristalli di ghiaccio nelle scie di condensazione, che a loro volta dovrebbero minimizzare il loro impatto sull’ambiente della Terra”.

La NASA ha utilizzato un DC-8 per effettuare i test, volando ad un’altitudine di 40 mila piedi (12,2 km) e sfruttando una miscela composta per il 50 per cento da carburante tradizionale e per il 50 per cento da biocombustibile derivante da olio vegetale. Le misurazioni sono state effettuate da alcuni aerei tedeschi e canadesi che volavano a circa 250 metri dal DC-8.

La NASA ha affermato che è intenzionata a proseguire tali studi al fine di dimostrare i benefici potenziali che si possono ottenere miscelando i carburanti tradizionali con i biocombustibili all’interno del serbatoio degli aerei FONTE

 

BIOCARBURANTI, UNA SCELTA DAVVERO “GREEN”?

VELATURE: E NON CHIAMATELE PIU’ INNOCUE!

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