Di Alessandro Gonzato

Cosa ci fa una nube radioattiva sul Nord Italia? Da diversi giorni in Piemonte, in Lombardia, in Veneto e in Friuli Venezia Giulia si registrano concentrazioni di Rutenio-106, un elemento utilizzato in medicina per il trattamento di alcune tipologie di tumori oculari e come fonte di energia per i satelliti. I dati delle rilevazioni effettuate dagli esperti partono dal 29 settembre. La presenza di questo elemento chimico, fa sapere l’ Arpa friulana – il centro regionale per la protezione dell’ ambiente – «in assenza di altri radionuclidi artificiali tipici di una fissione nucleare porta a escludere incidenti occorsi a un impianto di produzione di energia nucleare e ad esplosioni di ordigni bellici».
E allora perché nell’ aria che respirano i cittadini delle regioni settentrionali d’ un tratto è stata riscontrata questa radioattività? Qual è la causa?
Al momento una risposta non c’ è. Gli esperti dei centri regionali, in collaborazione con l’ Istituto Superiore per la Protezione e per la Ricerca Ambientale, hanno intensificato i campionamenti e le analisi del particolato atmosferico. Per i risultati però, fanno sapere, ci vorrà qualche giorno. Allo stato attuale, fortunatamente, il livello di concentrazione di radioattività non comporterebbe rischi per la salute né per l’ ambiente. Questo ci fa tirare un sospiro di sollievo ma desta comunque una certa preoccupazione venire a sapere che oltre allo smog dobbiamo respirare altre porcherie, per di più avvolte dal mistero.
Pare inoltre che la radioattività riscontrata negli ultimi giorni non si limiti soltanto alle regioni settentrionali italiane. La portata è ben più ampia. In base alle analisi svolte da diverse autorità ambientali, la presenza di questa miscela di isotopi radioattivi è stata rilevata con valori superiori rispetto all’ Italia anche in Germania, Svizzera, Austria e Francia. Secondo il tedesco Federal Office for Radiation Protection, notizia riportata dalla rivista americana Popular Mechanics, le radiazioni avrebbero origine nell’ Europa dell’ Est, ma non sarebbe ancora stata localizzata con precisione la fonte. L’ ufficio federale svizzero di Sanità pubblica ha comunicato che sono state rilevate tracce di Rutenio-106 tra Locarno e Bellinzona. Le autorità locali hanno comunque assicurato che per ora la situazione, seppur anomala, sarebbe sotto controllo. Così come in Austria, dove però la concentrazione di Rutenio è più alta.
La radioattività riscontrata in provincia di Bergamo ha spinto il Codacons a presentare un esposto alla procura per accertarne le cause. Sul caso, nelle ultime ore, sia pure a rilento, ha cominciato a muoversi anche il parlamento. E non poteva essere che un esponente del Movimento 5 Stelle, i cui rappresentanti sono da sempre grandi sostenitori di teorie complottistiche sulle scie chimiche e quant’ altro, ad aprire le danze. Il senatore veneziano Gianni Girotto ha presentato un’ interrogazione urgente al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. «Le istituzioni» dice il grillino «devono prestare maggiore attenzione e intervenire con tutti gli strumenti a disposizione per effettuare controlli e monitoraggi del fenomeno per evitare che la salute umana venga messa in pericolo». Già, la salute umana, non delle anatre. «Nei prossimi giorni» prosegue Girotto «seguiremo da vicino l’ evolversi della situazione. Non possiamo rimanere indifferenti a quanto accaduto».

FONTE http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/13262259/piemonte-lombardia-aria-radioattiva-rutenio-106-europa-est-rischi-salute-.html

Atto Senato

Interrogazione a risposta orale 3-04035 presentata da GIANNI PIETRO GIROTTO
giovedì 5 ottobre 2017, seduta n.891

GIROTTO, BERTOROTTA, NUGNES, SERRA, CASTALDI, MORONESE, CAPPELLETTI – Ai Ministri dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e degli affari esteri e della cooperazione internazionale – Premesso che:

i quotidiani “Corriere delle Alpi”, “Corriere del Veneto”, “Il Gazzettino”, “Il Giornale di Vicenza”, “Il Piccolo”, “L’Adige”, “L’Arena”, “L’Eco di Bergamo” e “Messaggero Veneto” il 5 ottobre 2017 hanno pubblicato la notizia che dai rilievi delle stazioni Arpav (Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale del Veneto) di Vicenza, Verona e Belluno è stata accertata la presenza di tracce radioattive nell’aria;

l’elemento individuato dagli organi di controllo tra il 30 settembre e il 1° ottobre, corrisponde al rutenio 106. Le percentuali sono così infinitesimali che l’Arpav ha precisato subito: “la contaminazione non desti preoccupazione, sia sotto il profilo sanitario, sia sotto quello ambientale” (“Giornale di Vicenza”, del 5 ottobre 2017);

attualmente non è stata ancora individuata la provenienza della “nube” radioattiva. Tra le ipotesi avanzate anche quella che la “nube” possa essere arrivata dall’Europa del Nord. Infatti in Norvegia, Svezia, Polonia, Svizzera, e Austria sono state intercettate contaminazioni della stessa natura. Mancano ancora i dati dalla Repubblica Ceca e dalla Slovacchia. Certo è che contaminazioni uguali sono state rilevate in altri Paesi europei, nonché in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia;

sono ancora incerte le cause, per le quali si sta indagando. L’Arpav ha asserito che “in caso di incidente nucleare gli elementi radioattivi presenti nell’aria sarebbero molto più numerosi” (“Giornale di Vicenza”, del 5 ottobre 2017). Ugualmente, dalle rilevazioni storiche esaminate, cresce la possibilità che da qualche parte nel nord Europa ci sia stata una dispersione incidentale dell’isotopo radioattivo;

il mancato accertamento dell’origine della causa che ha propagato la nube radioattiva alimenta preoccupazioni per gli eventuali rischi alla salute tra i cittadini dell’area nord est italiano;

considerato che:

con l’interrogazione 3-03775, pubblicata il 25 maggio 2017, nella seduta n. 831, il primo firmatario del presente atto ha interrogato il Governo sull’opportunità, al fine di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini italiani, di intervenire nella riunione delle parti di Espoo, chiedendo l’applicazione della VIA (valutazione d’impatto ambientale) transfrontaliera per le attività di estensione della vita di esercizio degli impianti nucleari ubicati al confine con l’Italia in applicazione della “Convenzione sulla valutazione dell’impatto ambientale in un contesto transfrontaliero, fatta a Espoo il 25 febbraio 1991”;

dalla risposta, a parere degli interroganti non esaustiva, alla citata interrogazione, ricevuta il 20 settembre 2017 dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, si apprende che è stato istituito un gruppo di lavoro, in cui saranno valutate tutte le misure necessarie per garantire l’applicazione della Convenzione di Espoo, senza aver nessuna certezza in merito all’attivazione della VIA transfrontaliera per gli impianti nucleari posti al confine dell’Italia,

si chiede di sapere:

se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dell’accaduto;

quali siano le azioni di controllo e monitoraggio intraprese, al fine di evitare pericoli per la salute umana, nonché per individuare le cause che hanno generato la nube radioattiva.

(3-04035)

https://parlamento17.openpolis.it/atto/documento/id/470636

 

Febbraio 2017

Una misteriosa nuvola radioattiva si aggira per l’Europa

 

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