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Alcune aziende tecnologiche, tra cui Ibm, Oracle e Salesforce, stanno collaborando con governi e agenzie sanitarie in tutto il mondo per gestire la distribuzione dei vaccini

Alcune aziende tecnologiche, tra cui Ibm, Oracle e Salesforce, stanno collaborando attivamente con governi e agenzie sanitarie in tutto il mondo per gestire l’arduo compito di distribuire rapidamente i vaccini contro il Covid-19. Si tratta di un’impresa di non poco conto visto che è fondamentale assicurarsi che la limitata fornitura di vaccini sia distribuita in modo equo e senza sprecare dosi preziose.

COME SI MUOVE SALESFORCE

Salesforce, ad esempio, sta aiutando le agenzie che distribuiscono il vaccino. Sta lavorando con l’agenzia globale Gavi per distribuire il vaccino in 190 paesi. Negli Stati Uniti, Salesforce fa parte di un progetto per gestire la distribuzione del vaccino a Chicago. E in alcuni casi sta acquistando il vaccino per governi locali.

IL DATABASE NAZIONALE DI ORACLE

Oracle ha donato al governo federale un database nazionale di dati sanitari e applicazioni per la gestione della salute pubblica che può rintracciare chi è stato vaccinato e registrare eventuali effetti collaterali. Oracle sta anche lavorando con il Tony Blair Institute per portare sistemi simili in Africa.

DA IBM BLOCKCHAIN PER AUTENTICARE TEMPERATURE E DOSI

Ibm offre, invece, tecnologie per aiutare i governi e le aziende private, tra cui un software di gestione della catena di fornitura e un approccio open basato su blockchain per autenticare la temperatura e la gestione di ogni dose di vaccino.

MICROSOFT AL LAVORO CON MOLTI PARTNER COME EY

Microsoft sta lavorando con una serie di partner per la gestione dei vaccini, tra cui la società di consulenza EY, che sta sfruttando i servizi cloud e business di Microsoft.

CHE COSA FA GOOGLE

Google ha dichiarato che la sua unità cloud ha esteso la risposta alla pandemia per aiutare con l’intelligence sui vaccini e sta lavorando a fianco dei partner per implementare soluzioni di gestione dei vaccini con i governi statali e locali.

UN’OPPORTUNITÀ DI BUSINESS E UN’OPPORTUNITÀ PER LE AZIENDE

In sostanza, riferisce Axios, “per la tecnologia, è sia un’opportunità di business che un’opportunità per le aziende di legare l’azienda a un’esigenza critica della società”. Anche se i rischi sono sempre dietro l’angolo visto che eventuali malfunzionamenti potrebbero determinare una cattiva recensione per queste aziende.

MOLTI ATTORI COINVOLTI E MOLTE ESIGENZE

La cosa difficile è che ci sono tanti attori coinvolti nella distribuzione del vaccino, tra cui aziende farmaceutiche, spedizionieri come UPS e FedEx, governi statali e locali, ospedali e farmacie – sottolinea Axios -. Non ci sarà un unico sistema di gestione della supply chain, il che significa che ognuno di questi attori dovrà costruire le proprie capacità e condividere i dati con altre parti del sistema”.

Questa supply chain è enormemente complessa, probabilmente più complessa di qualsiasi altra che io abbia mai visto e ho lavorato con l’industria della difesa”, ha detto ad Axios il Vice Presidente di Ibm Tim Paydos.

I RISCHI DELLA DISTRIBUZIONE

Le scorte di vaccino saranno scarse per mesi, creando una domanda enorme e competitiva e la necessità di assicurarsi che ogni dose disponibile arrivi a chi ne ha bisogno. I rischi includono tutto: dagli attacchi cibernetici e fisici ai vaccini contraffatti, dal dirottamento di vaccini reali al mercato nero, alla cattiva gestione dei vaccini stessi. Senza dimenticare che non ne esiste uno ma diversi, creati dalle varie case farmaceutiche, ognuno con diverse esigenze di dosaggio e di temperatura.

DISINFORMAZIONE, PROVE DI VACCINAZIONE E PERICOLO INFEZIONE

Le aziende tecnologiche, insomma, stanno facendo molto di più che aiutare i governi e le autorità sanitarie a distribuire il vaccino. Google, Facebook e Twitter stanno lavorando per reprimere la disinformazione sul vaccino. Ibm, Clear e altre aziende mirano a produrre prove digitali dell’avvenuta vaccinazione per istituzioni come le compagnie aeree, i luoghi di lavoro e le scuole. Google e Apple offrono infine la loro tecnologia che utilizza gli smartphone per dire se si è stati a stretto contatto con chiunque sia risultato positivo al COVID-19 anche senza dover scaricare un’app, come scrive Axios

FONTE https://www.startmag.it/mondo/ecco-come-ibm-oracle-microsoft-e-salesforce-aiutano-gli-stati-sui-vaccini/

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